Il rifiuto categorico delle altre federazioni di inviare gli atleti a Cortina per le finali di Coppa del Mondo 2020 ha costretto gli organizzatori a cancellare l’appuntamento
Anche lo sci alpino deve pagare dazio all’emergenza mondiale provocata dall’epidemia da Covid-19. La FIS (Federazione Internazionale Sci), d’accordo con la Federazione Italiana, ha disposto la cancellazione delle finali 2020 di Coppa del Mondo di sci alpino, in programma a Cortina d’Ampezzo dal 18 al 22 marzo.
Questo vuol dire che la stagione maschile si concluderà con le gare di Kranjska Gora, in Slovenia (slalom gigante e slalom speciale), mentre quella femminile, che tra l’altro vede la nostra Federica Brignone al comando della generale, terminerà ad Åre, in Svezia (slalom parallelo, slalom gigante (in notturna) e slalom speciale).
La nostra federazione, d’accordo con con il CONI, con il Ministero dello Sport, con la Regione Veneto e con il comune di Cortina, aveva provato a salvare in extremis l’evento, proponendo la disputa ‘a porte chiuse’. Ma non c’è stato nulla da fare, dato che tutte le altre federazioni hanno espresso voto contrario alla proposta.
Molto deluso Flavio Roda, presidente FISI: “È con grande rammarico che prendo atto di questa decisione, ma ogni membro del Consiglio ha motivato la propria decisione con le limitazioni che i rispettivi governi hanno loro imposto in relazione all’epidemia di coronavirus“.
“Tutto ciò si è però concretizzato in una grave penalizzazione per il mondo dello sport, che avrà pesanti ricadute economiche sia per la Federazione che per la Fondazione Cortina 2021, ente organizzatore dei prossimi Mondiali e che sarebbe dovuto essere anche l’organizzatore delle Finali di Coppa del Mondo 2020“, ha aggiunto Roda.
Questo il parere di Giampietro Ghedina, sindaco di Cortina, il quale sottolinea la scarsa credibilità che l’Italia ha in questa fase, per colpa del Covid-19: “Questa cancellazione testimonia in modo evidente il problema di credibilità che attraversiamo in questo momento, come Paese. Vedere che gli altri girino le spalle ad una proposta sostenuta da tutte le parti in causa denota che, a livello internazionale, continamo davvero poco e che gli altri non hanno fiducia“.
“A ciò si aggiunge un’ulteriore amarezza, ancor più grande, riguardante il lato economico” – prosegue il sindaco – “Stimiamo perdite dai 10 milioni di euro a salire, mentre a livello di pubblico un buco compreso tra le 30 e le 40 mila presenze. Questa decisione rappresenta un danno d’immagine di entità incalcolabile“.
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