Dopo diversi giorni passati a discutere, finalmente si è passati alle azioni concrete. C’è la volontà di ripartire dall’emergenza coronavirus, ma con le giuste precauzioni. La commissione medica della FIGC nella giornata di ieri ha inviato un protocollo ufficiale al Governo nel quale si trovano presenti tutte le indicazioni da seguire per tornare ad allenarsi in sicurezza.
Circa cinquanta pagine di documento, divise in due parti, che vanno da un ambito generale ad uno più specifico. La prima riguarda proprio le norme di condotta generale, mentre la seconda quelle più specifiche in riferimento agli allenamenti.
La premessa sul rischio “zero”
Il documento specifica come è impossibile avere un rischio “zero” di contagio, visto che manca un vero e proprio vaccino in grado di scongiurare questa eventualità. L’autorizzazione alla ripresa degli allenamenti arriverà solamente quando lo decideranno “le autorità di governo”.
Sanificazione delle strutture
Prima del ritiro è necessaria un’opera di sanificazione di tutte le strutture in cui risiederanno squadre, staff tecnico e personale extra-sportivo. Pulizia giornaliera e ventilazione dei locali, con personale addetto ai test Covid-19 con dotazione di dispositivi di protezione individuale, come mascherine, guanti ed occhiali protettivi.
Esami e tamponi prima dell’allenamento
Giocatori e staff tecnico dovranno sottoporsi a visite mediche, con rilievo della temperatura, tamponi ed indagine sierologica tra 96 e 72 ore precedente al primo allenamento. Inoltre compilazione del questionario su sintomi, spostamenti e contatti con persone positive.
Positivi e successivamente guariti
Chi ha già avuto il virus ed è guarito, i medicini spiegano come debba passare un doppio esame a distanza di 24 ore l’uno dall’altro. Ulteriori esami per capire se organi come cuore o polmoni abbiano avuto conseguenze dalla contrazione del virus.
Maxi-ritiri senza contatti esterni
Ritiro permanente chiuso, evitare assembramenti di ogni sorta (spogliatoi, sale massaggi, sala da pranzo, ecc.), rilevazione quotidiana della temperatura. Docce meglio fatte uno alla volta, nessuna persona deve accedere al luogo di allenamento, se non con mascherine, guanti e per un tempo limitato.
Calciatori e staff tecnico dovrà ripetere i test seriologici ogni due settimane, mentre rimangono esclusi personale extra.
La prima settimana di allenamento
Ogni giorno test seriologici nei primi sette giorni di allenamento. Piccoli gruppi e preferibilmente all’aperto. Due metri di distanza tra i giocatori con mascherina chirurgica, così come i massaggiatori che dovranno indossare mascherine, guanti ed occhiali.
Le settimane a venire
Piccoli gruppi di allenamento che man mano si allargano fino a “simulazioni delle fasi di gioco (partitella e schemi) con rispetto delle distanze interpersonali”. Gli allenatori dovranno indossare delle mascherine.
La questione pasti
I giocatori dovranno rimanere a distanza di due metri l’uno dall’altro, nessun contatto con il personale del ristorante, i quali indosseranno mascherine e guanti. Lavaggio delle mani e soluzioni idroalcoliche prima di entrare in sala mensa.
Le società senza foresteria dovranno individuare un albergo di riferimento da utilizzare in esclusiva. Stanze singole senza possibilità di fare attività ricreativa, in bar, sale gioch, etc.
Eventuali nuove positività
Se giocatore o membro dello staff dovesse manifestare sintommi correlati al coronavirus, questo dovrà essere isolato in una stanza ben areata, la quale dovrà rimanere chiusa. Al suo interno dovrà essere consentito l’accesso solo a squadre di emergenza e addetti al soccorso aziendale. Chi gli è stato vicino riceverà una sorveglianza attiva, con ripetizione del test molecolare (2 a distanza di 24 ore) e sierologici, oltre a verificare la negatività degli stessi. I test saranno ripetuti nei 5-7 giorni successivi.
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