Secondo alcune indiscrezioni, il contagio sarebbe stato scatenato dalle birre e dalle metro condivise dai tifosi di Atalanta e Valencia il 19 febbraio a Milano prima e dopo la partita di Champions League
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Può una festa trasformasi in una bomba ad orologeria? Può, soprattutto, essa diventare il giorno zero della diffusione del contagio di una pandemia in tutta una nazione?
Questo è quanto si chiede la Protezione Civile, la cui unità di crisi starebbe valutando la genesi dell’emergenza legata al Coronavirus, al secolo Covid-19, in tutta Italia.
Infatti, secondo le ultime indiscrezioni che circolano negli ambienti, proprio la partita tra Atalanta e Valencia del 19 settembre allo Stadio Giuseppe Meazza di Milano, conosciuto anche come Stadio San Siro, sarebbe da considerare come l’innesco del pericolo legato alla pandemia.
Infatti, i tifosi di entrambe le squadre, abbracciandosi, inconsapevolmente avrebbero permesso la diffusione del contagio, poi diffusosi anche a Bergamo, uno degli epicentri italiani del Coronavirus, in cui tra l’altro si sono registrati i primi decessi.
In quel di San Siro c’erano ben 45 mila tifosi bergamaschi, che condividevano la gioia e le preoccupazioni, l’adrenalina della partita, ai quali poi si sono uniti i tifosi andalusi, mischiatisi a loro già in metropolitana, talvolta bevendo birra dallo stesso bicchiere, i cui contatti hanno poi permesso e favorito la diffusione del contagio.
D’altronde, potrebbe non essere una pura e semplice coincidenza che proprio nel Sud della Spagna il Coronavirus è attecchito più velocemente.
A questo si aggiunge poi la vicinanza delle due parti nello spiazzo dello stadio e sulle tribune e la presenza di anziani, che non volevano certamente perdere la possibilità di assistere alla storia dopo aver vissuto i momenti più bui delle loro squadre.
Un ruolo fondamentale è stato ricoperto anche dai giornalisti, riunitisi in tribuna stampa e poi in salata stampa, tra i quali spiccava sicuramente Kike Mateu, il giornalista spagnolo risultato subito dopo positivo al Coronavirus, probabilmente contagiato a Milano o, poco prima, in aeroporto.
Proprio l’aeroporto potrebbe aver giocato a favore della diffusione del contagio a causa dei contatti tra i tifosi e tra gli altri viaggiatori, espandendo il pericolo in tutta Europa e nel mondo.
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