Emergenza Coronavirus, AIC: “Ripresa Serie A necessaria per salvare calcio dilettantistico”

L’AIC vuole che la ripresa della Serie A dopo la sospensione causata dall’emergenza Coronavirus, in quanto unica possibilità per salvare l’intero sistema calcio e, soprattutto, il calcio dilettantistico 

Bisogna riprendere assolutamente, senza se e senza ma. Questo sembra il diktat di tutte le istituzioni calcistiche, dalla FIGC alla Lega Serie A, dalla FIFA alla UEFA, perché c’è in gioco l’intero sistema calcio. 

Sì, perché la sospensione dovuta all’emergenza sanitaria causata dalla diffusione e dal pericolo di contagio del Coronavirus, al secolo Covid-19, potrebbe portare ad una crisi sportiva ed economica senza precedenti e al fallimento di tantissime squadre.

Il problema sembra relativo soprattutto al calcio dilettantistico, ma anche i club minori, le cosiddette provinciali di Serie A, Serie B e tutta la Serie C, potrebbero essere in pericolo, senza dimenticare che qualsiasi decisione presa dal Governo potrebbe portare a conseguenze legali. 

In tutto ciò, c’è anche l’AIC, che ha detto basta alle discriminazioni nei confronti dei calciatori, ai quali è stato chiesto di ridurre e tagliare gli stipendi, ma senza permettere loro di riprendere gli allenamenti, almeno fino ad oggi.

Perciò, l’AIC ha chiesto al Governo di garantire la sussistenza dei calciatori attraverso l’elargizione delle indennità per i mesi di marzo e aprile. 

Da questo punto di vista, comunque, anche il vice presidente Umberto Calcagno ha voluto sottolineare che la posizione dell’AIC è la ripresa della Serie A 2019-2020, perché unico modo per salvare tutto l’intero sistema calcio e soprattutto il calcio dilettantistico. 

Ecco il comunicato ufficiale: 

L’attuale situazione di crisi sanitaria e la conseguente difficoltà economica che ne sta scaturendo è sotto i nostri occhi e tutti i soggetti che compongono il mondo sportivo la stanno subendo.

Proprio per questo non si comprende per quale motivo tale situazione sia ricaduta immediatamente ed esclusivamente sulla posizione dei calciatori.

Si è infatti pensato, ingiustificatamente ed illegittimamente, di sacrificare in primis gli atleti dilettanti, uomini e donne.

Sono state tagliate arbitrariamente le mensilità e, in alcune situazioni, i giocatori/giocatrici sono stati invitati a liberare gli appartamenti messi loro a disposizione, senza pensare che molto spesso l’attività sportiva dilettantistica serve al sostentamento di intere famiglie.

Per questo la situazione è inaccettabile e necessita di un intervento deciso e sostanziale da parte di tutte le componenti, visto che oggi stiamo lottando insieme per ottenere il medesimo risultato.

L’Assocalciatori, da parte sua, farà in modo che tutte le componenti federali partecipino al fondo solidaristico, già deliberato dal consiglio direttivo AIC a marzo, affinché si possa garantire la sussistenza dei calciatori/calciatrici e la sopravvivenza economica delle loro famiglie.

Nel contempo, l’AIC ringrazia il Governo e il Ministro Spadafora per l’aiuto, sotto forma di indennità, elargito per il mese di marzo che è stato assolutamente importante. Si auspica che tutti i calciatori e le calciatrici ricevano l’indennità prevista per il mese di marzo e che, come promesso dalle Autorità, il contributo possa essere riproposto per il mese di aprile.

La situazione è assolutamente grave, i giocatori/giocatrici rischiano di non percepire alcun importo da marzo a settembre/ottobre e chi pensa di poter “risparmiare” sui calciatori e le calciatrici dilettanti, non comprende appieno la situazione sportiva, economica e soprattutto sociale di questi ragazzi e ragazze.

Ecco le parole del vice presidente Umberto Calcagno: 

Sono provvedimenti in linea con le nostre richieste, è una responsabilità di sistema, i calciatori e le calciatrici ci stanno chiedendo di poter lavorare e di fare tutto il possibile perché si possa riprendere, non a tutti i costi ovviamente. Personalmente mi preoccupa molto tutto quello che la Serie A sviluppa all’interno del nostro sistema, cioè la mancanza di ricchezza che potrebbe derivare dall’alto, potrebbe affossare il mondo professionistico a livello più basso e potrebbe affossare tutto il mondo dilettantistico. Noi abbiamo tanti ragazzi e ragazze che vivono di calcio e certamente non sono dei privilegiati all’interno del nostro contesto. 

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