Una dura sfida per Cristiano Ronaldo.

Il fuoriclasse portoghese, per molti il più forte calciatore in attività, ha deposto per 90 minuti in tribunale per difendersi dall’accusa di evasione fiscale pendente a suo carico, accusa pesante quella rivoltagli dal fisco spagnolo: si parla di un’evasione fiscale di 14,7 milioni di € che potrebbe costargli ben 7 anni di carcere-questi ultimi plausibilmente riducibili a 21 mesi che poi potrebbero essere commutabili in una multa, come accadde al suo eterno rivale, Leo Messi, che per l’accusa di un’evasione da 4,2 milioni se la cavò con una multa, evitandosi così i 20 mesi di carcere che erano stati richiesti.

Una esperienza da nervi tesi per CR7, che prima, già solo all’entrata alla Corte di Pozuelo de Alarcon, nella periferia di Madrid, si è dovuto scontrare con l’orda di giornalisti appostati ad attenderlo all’entrata del tribunale, che lo han ricoperto di fischi.  Poi lo scontro all’interno del tribunale, con le accuse della procura di Madrid, rappresentata dal gip Monica Gomez Ferrer, alla quale il portoghese non le ha mandate a dire, “Se non mi chiamassi CR7 non sarei neanche qui…”. Pronta la risposta della magistrata, “Come lei, son qui presenti in tribunale altre persone anonime accusate…”.

L’accusa specifica rivolta al portoghese è la seguente: quattro reati fiscali, nonché dirottamento di ben 150 milioni di € ricavati da introiti pubblicitari fra il 2011 e il 2014, avvenuto quindi dopo il suo trasferimento dal Manchester United al Real Madrid-a quel tempo, nell’Estate 2009, stabilì il record di operazione di mercato più costosa nella storia del calcio, 80 milioni di sterline, corrispondenti circa 94 milioni di €-e tramite una rete di imprese sia in Irlanda che nel paradiso fiscale delle Isole Vergini Britanniche, meccanismo che avrebbe quindi prodotto l’ammanco al fisco spagnolo dei 14,7 milioni sopra citati.

Si attendono sviluppi su questa ennesima vicenda giudiziaria legata al fisco nel mondo del calcio.