Monchi non si smentisce, portando a Roma uno dei talenti più ambiziosi e cristallini del panorama calcistico europeo, ad un prezzo decisamente contenuto. Justin Kluivert, però, non è solo figlio di Patrick, ma un calciatore che si sta facendo da sé, e ha scelto proprio la piazza romanista per mettersi in gioco.

Profilo tecnico e tattico di Justin Kluivert

A differenza del padre, una punta da area di rigore, Justin è un esterno offensivo pieno di estro e di qualità. Un calciatore che salta subito all’occhio per l’impressionante velocità, la conduzione palla al piede, ma soprattutto per il controllo palla da predestinato e il tiro. L’azione che il talentino olandese preferisce di più, soprattutto quando parte dalla sinistra, è quella che lo vede protagonista di progressioni nella maggior parte dei casi difficili da fermare per i difensori, che terminano quasi sempre con un tiro. Kluivert è più bravo a tirare di potenza, che di precisione, e distribuisce praticamente in maniera equa le zone: degli 80 tiri scoccati verso le porte avversarie nella scorsa stagione di Eredivisie, 40 sono partiti da fuori area. Una caratteristica che è mancata quest’anno alla Roma soprattutto quando sul lato mancino giocava Diego Perotti, che ha forse come unico grande difetto proprio il tiro da fuori area, mai del tutto preciso.

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Esempio lampante della classe di Kluivert: questo statisticamente vale come gol da dentro l’area di rigore

È un dribblomane nato (nella scorsa stagione ha la media di 10,9 dribbling tentati fra Campionato e Coppa), cosa che lo porta spesso a ritardare nel passaggio decisivo, e che per questo lo rende “solo” il quarto nella graduatoria di giocatori con più Expected Assists nell’Ajax 2017-18, dietro a Ziyech, David Neres e Van Beek, e sopra a Veltman.

Top 10 degli assistman dei Lancieri nella scorsa stagione: Ziyech comanda con numeri impressionanti, Kluivert è di pochissimo sotto a Van Beek (che ha giocato 2 partite in più)
Qui scoprite cosa sono gli Expected Assist.

Per quanto riguarda la produzione offensiva, bisogna subito notare come in questa stagione abbia realizzato più gol di quanto ci si aspettasse dalle sue giocate: ben 11 fra Eredivisie e Coppa d’Olanda, su 8,68 xG totalizzati. Cosa ci dicono questi dati? Che Kluivert ha la capacità di segnare anche da posizioni dalle quali di solito è scarsa la percentuale di realizzazione.

Nonostante la giovanissima età Kluivert ha già sviluppato un buon senso tattico, che gli permette di spaziare su tutto il fronte d’attacco anche quando non ha la palla al piede, cercando di intuire le giocate dei compagni, e di provare ad inserirsi. Non sono pochi i gol segnati dentro l’area di rigore, da vero rapace, realizzati sorprendendo gli avversari con inserimenti spalle al terzino destro della squadra affrontata o da vero e proprio uomo d’area.

Difensivamente, per ovvi motivi, non ha numeri impressionanti, ma mantiene sempre un atteggiamento proattivo, provando il duello anche con avversari più dotati fisicamente di lui, ed è pronto a dar una mano ai compagni anche in transizione negativa, quando le cose si mettono male.

Ala destra, o ala sinistra?

In giallo i numeri da ala sinistra, in blu quelli da ala destra. (i dati si riferiscono a tutte le gare giocate da Kluivert con la maglia dell’Ajax fin dal suo debutto)

Fino ad ottobre 2017 Kluivert è stato impiegato con più insistenza da ala destra nel 4-3-3 di Erik ten Hag, dopo aver debuttato a gennaio dello stesso anno giocando sulla sinistra. Justin preferisce utilizzare il piede destro, anche se ha una buona sensibilità con il mancino, ma è entrato in pianta stabile nell’undici dei lancieri quando è entrato a gara in corso nella vittoria contro il Feyenoord di fine ottobre. Con lui a sinistra, e David Neres a destra, l’Ajax ha migliorato la propria produzione offensiva.

Dal grafico sovrastante notiamo subito che Kluivert ha praticamente decuplicato il numero di gol, più che raddoppiato il numero di tiri in porta (dal 15% a quasi il 40%), migliorato anche la precisione nei passaggi, mentre quasi intatte sono rimaste le capacità nel dribbling, e nel servizio di cross verso l’area.

Da questo possiamo dedurre che per esprimere il potenziale maggiore Kluivert ha bisogno di giocare a sinistra, e nella Roma troverebbe già una squadra che agisce con meccanismi ideali per le sue giocate, ma se impiegato a destra, può comunque dare il suo contributo, ma più in rifinitura che in fase di finalizzazione.

Il confronto

Come ormai da tradizione, andiamo però a mettere a confronto i dati dell’esterno offensivo olandese con quelli di Perotti ed El Shaarawy, anche se, a quanto pare, uno dei due verrà ceduto.

Offensivamente, notiamo subito come El Shaarawy soffra del problema inverso di Kluivert: non riesca, ovvero, a finalizzare la grande mole di occasioni giunte sui suoi piedi. L’italo-egiziano ha prodotto 12,56 xG, ma li ha trasformati in gol 9 volte nella stagione.

Mappa dei tiri di El Shaarawy nella Serie A 2017-18; in verde quelli terminati in rete.

In generale Kluivert ha segnato più dell’argentino e dell’italiano, pur avendo avuto meno occasioni nitide da rete, ha una media di 0,34 gol senza rigori p90 (El Sha 0,3 – Perotti 0,18), tira più dell’argentino ed esattamente quanto l’italo egiziano (87-87, ma l’ex Milan ha giocato di più, e in più competizioni) e tocca più palloni dentro l’area di rigore.

Cosa ci dicono questi dati? Kluivert sembra adattarsi al meglio alle caratteristiche dei compagni (o ex compagni), in realtà ha un talento meno ordinato di Perotti (a volte scolastico nel lavoro offensivo, e più dedito all’assist che all’azione individuale), più variopinto di quello di El Shaarawy (che ha dei picchi di condizione durante la stagione, ma quando imbecca una svolta negativa è spesso ripetitivo nelle giocate), ma comunque in generale in piena fase di crescita.

Osservando invece i numeri difensivi si rimane stupiti di fronte alle varie similitudini, di sicuro un aspetto che Di Francesco avrà valutato insieme a Monchi. Sappiamo quanto sia importante per l’allenatore abruzzese il lavoro in fase di non possesso, in pressing, che le ali devono compiere, guardando le partite di Kluivert, e confrontando le sue statistiche a quelle di Perotti ed El Shaarawy notiamo subito come non ci siano moltissimi differenze, anzi, che l’olandesino abbia una percentuale più alta di duelli difensivi vinti, e anche di contrasti ogni 90 minuti (il dato di Perotti è assurdo perché ha provato e vinto un solo contrasto, ecco spiegato il 100%). È nella media, inoltre, per palle intercettate e duelli aerei nei 90 minuti.

Connessioni tattiche

Nel 4-3-3 di Di Francesco Kluivert dovrà quindi ricoprire lo spot di ala sinistra, nella zona di campo in quest’anno la Roma ha costruito la maggior parte dei suoi successi, basandosi soprattutto sulla straordinaria creatività di Kolarov (miglior terzino regista del campionato), sui movimenti di Perotti, molto più predisposto a raggiungere la linea di fondo e mettere palle al centro che a rientrare sul piede preferito, nello spazio di mezzo, per tirare.

All’Ajax negli ultimi mesi Kluivert ha convissuto in particolare con Tagliafico sulla sinistra. L’argentino (protagonista, finora in negativo, ai Mondiali) si è dimostrato un ottimo compagno di fascia, ma di sicuro non un accentratore di gioco come Kolarov. Con l’olandese in squadra adesso lo stesso serbo potrebbe togliersi una parte delle responsabilità creative assunte (a volte pure con eccesso) per preservarsi per i momenti clou della gara. Di sicuro, comunque, il nuovo acquisto giallorosso è predisposto ai meccanismi che si innescano con le catene laterali nel 4-3-3.

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In queste tre clip una serie di movimenti quasi codificati fra Kluivert e Tagliafico. Nella seconda è coinvolto Ziyech. Curioso come 2 di questi 3 giocatori potrebbero essere giallorossi dalla prossima stagione.

Infine sembra imminente l’arrivo a Roma di Pastore, che nello scacchiere di Di Francesco dovrebbe ricoprire lo spot di mezzala sinistra. Insomma i giallorossi potrebbero aver rinnovato in maniera decisiva la parte fondamentale della squadra.

Ma quindi… chi è Justin Kluivert?

Molto della riuscita di questa operazione tutto sommato low-cost (visti i prezzi attuali, 18 milioni complessivi sembrano veramente pochi) dipenderà dalla capacità di Kluivert di adattarsi con velocità al campionato italiano, dal modo in cui recepirà gli importanti ordini di Di Francesco nei movimenti in fase di non possesso, in generale anche, come sempre, dalla pazienza che l’ambiente romano dovrà avere per questo ragazzo che sembra seriamente uno dei possibili crack del calcio europeo, e se messo nelle condizioni di far bene potrebbe fare le fortuna della squadra giallorossa e della futura nazionale olandese.