Un investimento e le sue conseguenze.
Da idolo a peggior nemico. Questo il passaggio di Zlatan Ibrahimovic agli occhi dei tifosi del Malmoe, la squadra della propria città e in cui ha mosso i primi passi da professionista.
Motivo? L’acquisto del 25% del Hammarby, club di Stoccolma e storico avversario del Malmoe per ragioni sportive, certo, ma anche e sopratutto storiche e politiche.
I fatti- Appresa la notizia dell’investimento, i tifosi del Malmoe non ci hanno pensato due volte e si sono precipitati al Malmö Stadion, nelle cui vicinanze vi è la statua raffigurante Ibra.
Proprio la statua è stata fatta oggetto della rabbia dei tifosi che hanno coperto il viso del loro ex idolo con un sacchetto di plastica e messo intorno ad un braccio un sedile di un water fino ad arrivare ad un gesto estremo: dare alla fiamme l’opera.
Ma non è tutto. La rabbia è sfociata poi in beceri insulti a sfondo razziale ( “zingaro”) e in minacce di morte.
Sul portone della casa di Ibra a Malmoe è stata inoltre spruzzata la parola “Giuda”.
E in rete intanto è anche partita una petizione: «Togliamo la statua del proprietario dell’Hammarby dal nostro stadio».
La statua in fiamme
La reazione- Subito dopo esser venuto a conoscenza di quanto avvenuto, l’asso svedese ha rilasciato un’intervista ai microfoni di Aftonbladet.
“Questo non ha nulla a che fare col Malmö. Quando si va in quel club si parla dello Zlatan calciatore e penso che i tifosi rispettino questo. Ho un buon rapporto con il Malmö, ma questo non ha nulla a che fare con me in quanto calciatore. Penso che la gente della città sia felice per me.”
Capito che la città non fosse così felice, Ibra ha sporto denuncia.
Le indagini sono partite immediatamente e sono ancora in corso. La polizia, secondo quanto riportano i media svedesi, ha reso noto che non sono stati ancora identificati i teppisti, ma che seguiranno alcuni indizi, uno su tutti: l’ideologia politica di destra.
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