Caso Fenati: la FIM prolunga la squalifica fino al 31 dicembre 2018

Nuovo capitolo del caso che ruota attorno alla figura di Romano Fenati, salito agli onori delle cronache sportive (e non) dopo il gesto pericolosissimo ed antisportivo compiuto ai danni del collega Stefano Manzi, nel finale del Gran Premio di San Marino e della Riviera di Rimini, valido per la classe Moto2.

Romano Fenati non potrà più correre fino al 31 dicembre 2018. La FIM (Federazione Internazionale Motociclismo) ha deciso di ritirargli la licenza internazionale fino a tale data (foto da: motogp.com)

Nei giorni scorsi, era circolata nel paddock una presunta (ed assolutamente clamorosa) volontà del CEO di Dorna, Carmelo Ezpeleta, di rimettere in pista Fenati già da Motegi, anche se tutti si sono chiesti con quale team. Alcuni rumors parlavano addirittura dello stesso Marinelli Snipers, che l’ha licenziato dopo il fattaccio. Oppure il team Forward di Giovanni Curzari, che sarebbe dovuta essere la prossima destinazione di Romano, arrivando a proporre di schierare una terza moto per lui dal Giappone in poi, facendolo correre al fianco di Isaac Vinales e, udite udite, proprio di Stefano Manzi.

Ora, però, è arrivata la mannaia ad opera della FIM (la Federazione Internazionale Motociclismo) che, sconfessando il verdetto dei suoi commissari di gara a Misano (bandiera nera e due gare di squalifica), ha di fatto posto fine al 2018 del pilota ascolano, estendendo lo stop fino al 31 dicembre, ritirandogli fino a tale data la licenza.

La decisione della FIM, da intendersi anche in una sorta di braccio di ferro con Ezpeleta, è giunta dopo l’incontro svoltosi tre giorni fa a Mies, Svizzera, nella sede dell’ente, dove Fenati è stato chiamato a rispondere personalmente delle sue azioni di fronte a Vito Ippolito (Presidente FIM) e Richard Perret (vice direttore generale e direttore giuridico FIM). A giustificazione della misura, c’è la gravità della gesto nei confronti di un avversario (ovvero il pinzare la leva del freno anteriore in pieno rettilineo) e la violazione dei valori sportivi, di lealtà e di rispetto nei confronti dei rivali in pista.

Anche al Motorland Aragòn si è tornati a parlare di Fenati. In generale, pur condannando ancora una volta il gesto, quasi tutti i protagonisti della MotoGP si sono detti sconcertati dalla ‘gogna mediatica’ alla quale è stato sottoposto il pilota italiano. “Romano ha fatto una cosa molto grave e pericolosa” – dice Valentino Rossi – “Quanto accaduto dal lunedì seguente, però, non lo capisco. Fenati è diventato più importante di Dovizioso che aveva vinto in MotoGP. Due gare di stop forse sono poche, tre sarebbe stato più giusto. Ciò che si è scatenato dopo, però, è stato decisamente esagerato“.

Sulla stessa lunghezza d’onda sia Marc Marquez che Andrea Dovizioso. “Sono d’accordo che la penalità dovesse essere più severa. Ma non mi piace quanto creato dai media. Sembrava che Romano avesse ucciso qualcuno“, spiega il campione della Honda. “In passato, Fenati aveva commesso una cosa grave e non l’aveva capita. Dunque la punizione doveva essere più severa. Ma i social hanno scatenato l’odio“, spiega invece il forlivese.

Non ha cambiato di una virgola il proprio pensiero, al contrario, Cal Crutchlow: “In Inghilterra, noi le chiamiamo ‘sob stories’, storie di pentimento, e tutti improvvisamente sono dispiaciuti. Io non ci credo. Non sono un angelo, chiaro; ma lui ha superato il limite. Non dovrebbe più correre“.

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