Caratteristiche circuito Interlagos: GP del Brasile di F1

Classico appuntamento del Mondiale di F1, il Gp del Brasile ha vissuto i suoi momenti d’oro quando, una dopo l’altra, si sono avvicendate tre generazioni di grandi piloti brasiliani come Emerson Fittipaldi, Nelson Piquet e Ayrton Senna.

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Fa sempre un certo effetto tornare ogni anno sul circuito di Interlagos per disputare il Gp del Brasile. Non si possono infatti dimenticare quelle gare del Campionato mondiale di F1 corse nei primi anni Novanta che celebrarono nel vero senso della parola i trionfi esaltanti di Ayrton Senna con la “torcida” brasiliana dalle tribune in delirio per le gesta del suo grande campione. Sono immagini lontane nel tempo ma che non spariranno mai dalla mente di tutti gli appassionati di questo sport. Dopo la morte del grande pilota brasiliano, a lui è stata dedicata la “esse” in discesa dopo i box, tra l’altro uno dei punti più belli del tracciato, che rispetto all’esordio in calendario negli anni Settanta è stato progressivamente accorciato. Interlagos è una pista impegnativa che concede molto al valore del pilota. Un percorso “old style”, quindi, caratterizzato da tanti saliscendi, cordoli alti, curve impegnative e anche irregolarità del manto stradale che contribuiscono ad aumentare le difficoltà al volante.

I punti più idonei ai sorpassi sono il lungo rettilineo che dalla curva Juncao conduce al traguardo fino alla “Esse do Senna” e quello successivo a questa veloce variante, la “Reta oposta”. In entrambi i casi si toccano punte di velocità massima pari a circa 315 km/h. Per quanto riguarda invece la parte mista, prevalente ad Interlagos e che impone un carico aerodinamico medio-alto, i tratti da brivido e “da pelo” sono senz’altro la “Esse do Senna”, come accennato, la “Curva do Sol”, la “Ferradura” e la “Mergulho”. Nel primo caso si tratta di due curve bellissime in discesa: si entra in terza marcia svoltando a sinistra e poi subito si gira a destra iniziando ad accelerare inserendo la quarta percorrendo la successiva “Curva do Sol” a tutto gas. Qui si può costruire il 40 percento del tempo ideale sul giro e l’abilità sta nell’essere puliti, precisi nella direzionalità nonché trovare il giusto momento per accelerare mentre si imposta la seconda curva della “Esse”.

Superata la “Reta oposta” e la “Descida do Lago”, si giunge alla “Ferradura”, anche questo un punto molto selettivo che si materializza in un curvone da 200 km/h in salita in cui bisogna domare la monoposto che tende scivolare per arrivare al complesso dei tornanti lenti che immettono al “Mergulho”, un altro curvone, questa volta in discesa. In questo tratto il pilota è invogliato a dare pieno gas ma è invece necessario parzializzare efficacemente l’accelerazione per non finire fuori pista e lanciarsi verso l’ultima curva da terza. Interlagos e Jacarepaguà sono i nomi simbolo del Gp del Brasile. Si tratta, infatti, dei due autodromi in cui si sono svolte tutte le edizioni di questa gara dal 1973 ad oggi e da quando la pista di Rio, ovvero Jacarepaguà, abbandonò il campo nel 1989, fu il “Carlos Pace” di Interlagos a raccoglierne il testimone. Le prime due edizioni del Mondiale di F1 della gara brasiliana mandarono in estasi il pubblico locale visto che a trionfare furono i due grandi piloti di casa Emerson Fittipaldi e Carlos Pace, a cui dopo la morte nel 1977 venne dedicata la pista.

E l’aria familiare continuò ad ispirare i piloti sudamericani anche non brasiliani come Carlos Reutemann, vincitore con la Ferrari sia ad Interlagos che a Jacarepaguà nel 1977, nel 1978 e nel 1980 con la Williams. Successivamente, nel pieno degli anni Ottanta, lo scettro della prima generazione di campioni brasiliani passò a Nelson Piquet e Ayrton Senna. Con la Brabham di Bernie Ecclestone, il simpatico e scanzonato Nelson vinse già nell’82 ma venne squalificato e dovette cedere il successo a Prost. Indimenticabile, però, fu la scena del podio con il pilota carioca che per il gran caldo e la fatica svenne sul podio. Nel 1983 il riscatto con un successo questa volta incontestabile che gli aprì la strada al titolo mondiale. Piquet rivinse ancora nel 1986 con la Williams turbo.

Fu il suo canto del cigno nel Gp del Brasile perché, intanto, iniziava la scalata di Senna ai vertici assoluti della F1 ma nonostante il suo grande talento che lo portò a fare incetta di vittorie in ogni parte del mondo, per Ayrton il Gp di casa fu stregato per tanto tempo. Nel 1988 ottenne la pole ma prima un problema al cambio e poi la squalifica lo misero fuori gioco mentre nel 1989 e ’90 furono due incidenti a mandarlo ko. Ma il trionfo del 1991 lo ripagò di tutte queste delusioni perché conquistato con una sola marcia disponibile, tra crampi alle spalle e una sofferenza indicibile che lo portò al celebre urlo via radio appena tagliato il traguardo. Una vittoria eroica con il pubblico letteralmente impazzito per lui. La replica nel 1993 in una gara dalle condizioni meteo variabili che lo portarono alla ribalta anche se guidava una Mclaren non all’altezza della Williams.

Altra gara molto convulsa e complessa quella del 2003. Nella confusione sbucò la Jordan di Giancarlo Fisichella che ebbe la meglio su tutti vincendo la prima corsa in F1. Da questo momento in poi, per la sua collocazione a fine stagione, il Gp del Brasile fu decisivo per l’assegnazione del Mondiale nel 2005, 2006, 2007, 2008, 2009 e nel 2012.

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Indicazioni Geografiche del Circuito Carlos Pace:

La pista sede del Gp del Brasile è stata inaugurata nel 1940, costruita tra due laghi artificiali. Da qui prende il nome il distretto di San Paolo in cui è collocato, Interlagos, nome composto che risale al latino e quindi al portoghese “tra i laghi”. A circa 40 chilometri c’è l’aeroporto internazionale Guarulhos.

Numeri e statistiche del Circuito Carlos Pace:

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Lunghezza circuito: 4,309 Km

Giri in Gara: 71. Km totali: 305,939 Km.

Record sul Giro:

In Gara: Juan Pablo Montoya con 1’11”473 alla media di 217,038 km/h nel 2004.

In Prova: Rubens Barrichello con 1″09”822 alla media di 222,170 km/h nel 2015.

Sulla Distanza: Juan Pablo Montoya, 71 giri in 1h28’01”451, alla media di 208,517 km/h nel 2004.

Albo d’oro Gran Premio del Brasile di F1

1973 Interlagos Emerson Fittipaldi Lotus

1974 Interlagos Emerson Fittipaldi Mclaren

1975 Interlagos Carlos Pace Brabham

1976 Interlagos Niki Lauda Ferrari

1977 Interlagos Carlos Reutemann Ferrari

1978 Jacarepaguà Carlos Reutemann Ferrari

1979 Interlagos Jacques Laffite Ligier

1980 Interlagos Renè Arnoux Renault

1981 Jacarepaguà Carlos Reutemann Williams

1982 Jacarepaguà Alain Prost Renault

1983 Jacarepaguà Nelson Piquet Brabham

1984 Jacarepaguà Alain Prost Mclaren

1985 Jacarepaguà Alain Prost Mclaren

1986 Jacarepaguà Nelson Piquet Williams

1987 Jacarepaguà Alain Prost Mclaren

1988 Jacarepaguà Alain Prost Mclaren

1989 Jacarepaguà Nigel Mansell Ferrari

1990 Interlagos Alain Prost Ferrari

1991 Interlagos Ayrton Senna Mclaren

1992 Interlagos Nigel Mansell Williams

1993 Interlagos Ayrton Senna Mclaren

1994 Interlagos Michael Schumacher Benetton

1995 Interlagos Michael Schumacher Benetton

1996 Interlagos Damon Hill Williams

1997 Interlagos Jacques Villeneuve Williams

1998 Interlagos Mika Hakkinen Mclaren

1999 Interlagos Mika Hakkinen Mclaren

2000 Interlagos Michael Schumacher Ferrari

2001 Interlagos David Coulthard Mclaren

2002 Interlagos Michael Schumacher Ferrari

2003 Interlagos Giancarlo Fisichella Jordan

2004 Interlagos Juan Pablo Montoya Williams

2005 Interlagos Juan Pablo Montoya Mclaren

2006 Interlagos Felipe Massa Ferrari

2007 Interlagos Kimi Raikkonen Ferrari

2008 Interlagos Felipe Massa Ferrari

2009 Interlagos Mark Webber Red Bull

2010 Interlagos Sebastian Vettel Red Bull

2011 Interlagos Mark Webber Red Bull

2012 Interlagos Jenson Button Mclaren

2013 Interlagos Sebastian Vettel Red Bull

2014 Interlagos Nico Rosberg Mercedes

2015 Interlagos Nico Rosberg Mercedes

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