La partita di Cardiff è destinata a diventare una delle partite più discusse di sempre. Non solo per quello che si è visto in campo, ma anche e soprattutto per i fatti di cronaca ad essa correlati (attentato di Londra e momenti di tensione in Piazza San Carlo a Torino). Ognuno ha vissuto la propria partita e c’è chi, a bordo campo, ha assistito in presa diretta alla debacle juventina.
Stiamo parlando di Stefano Cantalupi, brillante giornalista de La Gazzetta dello Sport. Competenza, passione e professionalità sono le chiavi del successo di Cantalupi, firma pregiata e voce autorevole di calcio internazionale. Stefano era a bordo campo e ha visto tutto. Pure quello che non avrebbe voluto vedere.
Prima di entrare nel merito, riassumi con un aggettivo l’esperienza di Cardiff.
Una partita mortificante. La sfida contro il Real Madrid ha dimostrato che il divario fra la Juventus e il Real Madrid esiste e non è soltanto tecnico, ma anche mentale. Un vero peccato, perché quest’anno sembrava l’anno buono.
Sette finali perse su nove sono quasi una sentenza. Si può parlare di maledizione? Quanto conta l’aspetto mentale in partite come queste?
Io credo che il passato della Juventus e le precedenti finali perse contino meno del 10 per cento. Se la Juventus ha perso contro il Real Madrid non è perché il destino ha deciso che non deve vincere le finali, ma perché la squadra è mancata nel momento più importante della stagione, atteso da due anni.
Perché proprio due anni?
Tanto è passato dalla finale di Champions di due anni fa contro il Barcellona. Da quella finale, giorno dopo giorno, Allegri ha lavorato sulla mentalità dei giocatori per colmare il divario coi top team e conquistare la competizione più ambita e importante, la Champions League. E ci sarebbe potuto riuscire già l’anno scorso, se non avesse dilapidato il doppio vantaggio a Monaco. Ha fatto un lavoro eccellente, va detto.
Cosa non ha funzionato quest’anno?
Mi prenderete per pazzo, ma pescare il Monaco in semifinale non è stato un vantaggio. Era meglio prendere il Real in semifinale e giocarsi tutto nel doppio confronto, perché le merengues difficilmente sbagliano la partita secca e la partita di Cardiff lo ha confermato. Dopo il 2-1 di Casemiro, nella logica della doppia sfida, la Juventus avrebbe potuto riprendere fiato e cercare con calma di riprendere la partita, invece ha dovuto lanciarsi in avanti alla ricerca forzata del pareggio e poco dopo è arrivato il 3-1 che ha chiuso la partita.
Quali sono i giocatori che ti hanno deluso di più?
Dybala e Higuain. Paulo è un campione in potenza e non ancora in atto. A inizio secondo tempo, ha cercato con insistenza la giocata personale perdendo sistematicamente il pallone e dimostrando di non avere ancora la mentalità necessaria per affrontare queste partite. Anche Higuain mi ha deluso e ha dimostrato, ancora una volta, di non essere decisivo nelle sfide “top level” internazionali.
È stata la vittoria del Real Madrid o quella di Cristiano Ronaldo?
Direi 50 e 50. Ronaldo è un campione e può decidere una partita quando vuole, ma la squadra che ha alle spalle è un concentrato di classe, esperienza e maturità. Mentre la Juventus arrancava e perdeva palloni, il Real gestiva il possesso con intelligenza e affidandosi a campioni come Modric, Isco e Kroos. Se puoi tenerti il lusso di tenere in panchina uno come Bale, significa che sei di un altro pianeta.
Allegri ha commesso degli errori?
La Juventus del secondo tempo non è neanche lontana parente della squadra combattiva che era andata a riposo sull’1-1, ma credo che questa sia una cosa non imputabile in modo diretto all’allenatore. La Juventus è mancata un po’ in tutti i reparti: difesa poco attenta, centrocampo senza molte idee e attacco abulico. Quando è così, non c’è allenatore che possa cambiare le cose in corso. E se pensate che Allegri è stato costretto a mettere Lemina per recuperare la partita, forse viene il sospetto che la rosa della Juventus non sia così completa come la si vuol descrivere.
Cosa cambia con la sconfitta di Cardiff?
Cambia che il progetto biennale di Allegri per conquistare la Champions si è concluso con un fallimento e arrivare in fondo alla competizione l’anno prossimo sarà più difficile per diversi motivi. Primo perché tornano squadre come Chelsea, Liverpool e Manchester United che non sono abituate a fare da comparsa, seacondo perchè è difficile che giocatori un po’ avanti con l’età come Barzagli, Chiellini, Mandzukic e Khedira possano ripetere la stagione esaltante di quest’anno. E poi c’è Bonucci…
Quante possibilità ci sono che Bonucci vada via dalla Juventus?
Dipenderà tutto da lui, Conte e Guardiola sono disposti a fare follie per portarlo in Inghilterra. La Juventus dovrà valutare attentamente il da farsi perché Leo è un pilastro fondamentale della squadra bianconera, un pezzo insostituibile del mosaico che ha permesso alla Juventus di aprire un ciclo. Caldara e Rugani, potenzialmente, sono ottimi difensori ma l’eventuale perdita di Leo, per la Vecchia Signora, sarebbe un colpo durissimo.
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