Il bosniaco migliore in campo insieme a Salah. Handanovic prodigioso ma non basta.
Icardi e Manolas
L’Inter esce fortemente ridimensionata da una settimana difficile: il pareggio opaco col Bologna, la dura sconfitta di Praga e adesso il 2-1 meritato della Roma, diretta concorrente per un posto in Champions League. Continuano i problemi in fase difensiva: Ranocchia non dà più garanzie e anche Murillo sta vivendo una preoccupante fase involutiva, mancano i terzini (anche Ansaldi, tanto atteso, ha deluso le aspettative), Miranda e Handanovic fanno quello che possono per tenere in piedi la baracca ma da soli è difficile. A centrocampo se uno tra Joao Mario e Banega non è al top l’Inter non riesce a sviluppare gioco, mancano alternative valide. In attacco, Icardi non sempre riesce a incidere se non è supportato dalla squadra: si è battuto anche ieri sera, ma Manolas è un osso duro per chiunque. Maluccio anche Candreva e Perisic, che viaggiano troppo a corrente alternata. Qualche mossa sbagliata poi l’ha fatta anche De Boer: riesumare dal nulla Jovetic, praticamente fuori rosa, in un momento così difficile e sperare che possa essere lui il salvatore della patria è stata una mossa quanto meno discutibile.
E poi c’è la Roma: partita perfetta dei giallorossi, sempre più i veri antagonisti della Juventus visto il momento non idilliaco del Napoli. La forza della Roma è quella di poter far male con chiunque in qualsiasi momento della partita: la forza di Dzeko, tornato il bomber formidabile dei tempi di Wolfsburg, l’imprevedibilità di Salah e Perotti, la velocità di Bruno Peres e Florenzi, le incursioni di Strootman. Spalletti deve rivedere qualcosa in difesa dove Fazio e Juan Jesus non convincono tantissimo, ma può dirsi contento della gran partita dei suoi.
ROMA (4-2-3-1): Szczesny 6,5; Bruno Peres 7, Manolas 7, Fazio 5,5, Juan Jesus 5; De Rossi 6,5, Strootman 7; Salah 7 (25’st El Shaarawy 6), Perotti 6 (34’st Paredes 6), Florenzi 6,5 (44′ st Nainggolan s.v.); Dzeko 7,5. (Alisson, Lobont, Emerson, Seck, Gerson, Iturbe, Totti). All. Spalletti 7.
INTER (4-2-3-1): Handanovic 7; Ansaldi 5,5 (17’st Nagatomo 5,5), Miranda 6, Murillo 4, Santon 4,5; Joao Mario 5 (15’st Gnoukouri 5,5), Medel 5,5; Candreva 5 (24’st Jovetic 5), Banega 6,5, Perisic 6; Icardi 6. (Carrizo, Felipe Melo, Kondogbia, Palacio, Ranocchia, Eder, D’Ambrosio, Miangue, Gabigol). All. De Boer 5.
ARBITRO: Banti di Livorno.
NOTE: spettatori 35 mila circa. Ammoniti: Santon (I), Ansaldi (I), Juan Jesus (R).
I migliori:
Dzeko 7,5: sembra un lontano parente del giocatore che lo scorso anno faceva fatica anche a ritagliarsi un posto da titolare. Non è solo il ritrovato feeling con il gol a impressionare, ma anche l’atteggiamento: sempre pronto a giocare con e per i compagni, si trova a meraviglia con Salah, confeziona assist, pressa i difensori avversari. Rinato.
Salah 7: l’egiziano quando è in giornata è semplicemente imprendibile. Gli impacciati Santon e Murillo non reggono il confronto, Salah fa quello che vuole.
Handanovic 7: il portierone dell’Inter è una delle poche note positive per De Boer. Salva tutto il salvabile e anche qualcosa in più, è lui a tenere in partita la squadra e ad evitare una brutta figura.
I peggiori:
Murillo 4: il colombiano è in totale confusione da qualche settimana a questa parte. I problemi fisici possono essere un alibi, ma in marcatura è un disastro: Dzeko e Salah lo fanno a pezzi.
Santon 4,5: ha l’arduo compito di arginare due frecce come Salah e Bruno Peres, ma non riesce praticamente mai a fermarli. La catena di sinistra, quella formata da lui e Murillo, è l’anello debole dell’Inter.
Juan Jesus 5: confuso, frenetico, impreciso. Spalletti sta provando a recuperarlo innanzitutto da un punto di vista mentale perché nessuno dubita delle ottime doti del brasiliano.
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