Il Decreto Crescita è un Decreto importante, in questo periodo storico, che mira ad incentivare gli investimenti da parte delle imprese e dei cittadini. Si presenta come uno strumento di accelerazione per l’economia con uno sguardo incentrato in aree di crisi economica complessa.
“Ma cosa c’entra la politica con il calcio?”
Il decreto, pubblicato il 30 aprile 2019 sulla Gazzetta Ufficiale ed entrata in vigore il primo maggio ma in fase di completamento, prevede un mega sconto ai professionisti provenienti dall’estero questo vuol dire che sarà molto più facile per i club acquistare giocatori, allenatori o dirigenti e alzare il livello del campionato.
A livello di numeri con questa riforma l’Irpef, ovvero l’imposta sul reddito, verrebbe tassato solo sul 30% dell’imponibile e non più sul 50 % pur restando ad aliquota 45%. Per esempio supponiamo che un club voglia acquistare un giocatore e gli voglia garantire 10 milioni netti, la società dovrà pagare 20 milioni lordi ovvero il doppio. Con il decreto la società non ne sborserà più 20 ma tra i 12/13 milioni un risparmio non poco conveniente che potrebbe attirare più campioni in Serie A. Ma come abbiamo detto al principio c’è un occhio di riguardo verso il sud Italia, infatti l’imponibile si abbassa maggiormente arrivando addirittura al -10%.
Il mondo del mercato dei club subirà, quindi, una grossa spinta. Noi della redazione techsporty.com abbiamo chiesto chiarimenti al Football agent della Fifa Intermediary Giulio Tedeschi che attualmente vive a Londra.
Salve, parlando de Decreto Crescita, o per meglio dire ‘ritorno dei cervelli’, quali sarebbero le opportunità per i club italiani?
“Si parla di ‘rientro di cervelli’ ma non si sa bene di chi parliamo se di un atleta statunitense che in italia non è mai stato o di un ritorno di chi in Italia è nato e dovrebbe ritornare. La questione è poco chiara e credo che verranno chiariti questi punti. Letta cosi questa norma fa pensare alla legge Beckham che fu una legge che favorì le aziende spagnole su un profilo fiscale, anche se li la legge era chiara e parlava del campionato spagnolo.
Se dovesse rimanere così com’è potrebbe essere un’opportunità dei club italiani di creare una concorrenza favorevole per quanto riguarda anche l’acquisto di giocatori e di conseguenza della formazione della squadra. Se pensiamo a gli allenato storicamente bravi come Conte, Sarri o Mancini, che sono andati all’estero perché trattati meglio sul lato economico, nel caso la tassazione venga abbassata potrebbero ritornare in italia perché un allenatore che può percepire dai 12/15 milioni netti per la società è un conto se ne deve pagare 30 o ne deve pagare 20/21.
Il risparmio c’è e per gli italiani mi sento di dire che è un incentivo per quella poca fetta di italiani che sono migrati in altri campionati come super giocatori o super allenatori come Verratti che potrebbe essere oggetto di interesse da parte di club come Inter o Milan”.
In un campionato che purtroppo in questi anni è cambiato in paggio, perché allenatori e giocatori della portata di Conte o Verratti dovrebbero ritornare in Italia?
“Il calcio italiano sicuramente ha raggiunto in questi anni il suo limite più basso, se la confrontiamo con la premier che è il campionato con più sponsorizzazioni e più guadagni. I giocatori non vogliono andare via dalla Premier perché sanno di essere nel campionato più visto al mondo dove si paga meglio e si concretizza di più, l’abbiamo visto quest’anno che è stato l’apice dei risultati, 4 squadre su 4 sono in finale europee. Anche tutte le sezioni minori a partire dall’under 16 hanno vinto tutte le competizioni quindi c’è una progettazione in atto che sta dando i suoi frutti.
Questo per dire che l’Italia negli ultimi anni ha perso molta fama. Prima dell’acquisto di Ronaldo, che ha portato nuovo lustro in Italia, in Inghilterra se si volevano vedere delle partite di Serie A era praticamente impossibile, si trovavano dei derby come Inter – Milan e raramente Roma – Lazio, il resto nulla, sfide scudetto niente, sembriamo equiparati ad un campionato come quello portoghese o olandese un campionato inferiore.
Questo fa specie perché il nostro campionato fino alla fine degli anni 90 era visto come un punto di arrivo di molti calciatori che facevano di tutto per poter giocare in italia, anche in club di media e bassa classifica pur di dire che avevano giocato ‘nel Campionato’. Ci siamo seduti su gli allori negli ultimi 20 anni. Quindi, ci sono pochi motivi per cui un giocatore o un allenatore potrebbe tornare in Italia”.
Ma quali sono i problemi delle nostre squadre?
“È un dato di fatto le nostre squadre fatturano di meno e ci sono problemi dal punto di vista di strutture.
Non abbiamo società proprietarie di strutture come gli stadi eccetto la Juventus e l’Udinese o il Sassuolo ma quest’ultimo è una realtà ancora giovanissima, una realtà che non ha una tifoseria forte, hanno lo stadio di proprietà quindi hanno un prodotto straordinario in mano ma non lo fanno fruttare. Un prodotto ancora grezzo e ameno che non facciano dei risultati straordinari che attirino gente rimarrà tale.
Questo è uno dei problemi, ci mancano questo tipo di strutture che portano milioni ogni anno e ci mancano gli sponsor. Basti pensare all’Adidas con il Manchester United, dopo la diatriba, ha chiuso un contratto da 400 milioni solo per indossare il logo sulle maglie ed è questa la differenza fondamentale in un mercato.
Prendiamo ad esempio la Juventus è sponsorizzata in maniera pazzesca ma è sponsorizzata soprattutto da se stessa perché è un SPA ed è quotata in borsa, quindi, riesce a lavorare molto bene.
Basti pensare al gruppo Fiat Chrysler, quotata in borsa, ha un affaccio sul tutto il mondo e questo li porta ad avere un bacino di utenze diverso.
La Juventus ha uno stadio di proprietà ecco perché percepiscono 70/80 milioni di euro netti in più rispetto ad ogni squadra l’anno, ecco come fanno a vincere. Questa squadra non ha eguali dal punto di vista strutturale societario. Attira, quindi, quel tipo di giocatori top player come Ronaldo e servirebbero realtà forti come la Juventus che vanno a trainare un intera federazioni al cambiamento.
In questo stanno mancando le squadre milanesi Inter e milan, a tal proposito ricordo la proposta provocatoria di Raiola di unire le due società, che butterebbe un intera storia di ambedue società alle ortiche, però il discorso va letto in chiave provocatoria nel senso che la Juventus è un eccezione in 19 realtà che non vanno bene la 20esima va più che bene. Direi che la Juventus deve vincere, deve andare in Champions perché è l’unica squadra che attualmente traina il Motivo calcio italia, infatti se dovesse arrivare un altro grande fenomeno come Neymar, per esempio viene spinto dal motivo Cristiano Ronaldo.
Alla Juventus va data grande adito e grande lustro per quello che sta facendo, che lo fa per un interesse personale, ovviamente, ma come tutti gli imprenditori che perseguendo un interesse personale vanno a perseguire anche un interesse collettivo”.
Quali squadre secondo lei chi sfruttà il favoreggiamento di questo decreto?
“Direi quelle Milanesi, io spero che realtà come Inter e Milan, che risolto questo gioco stretto del fairplay l’Inter quest’anno avrà finito con l’esposizione fiscale ed il controllo della Uefa con il fairplay significherebbe che potrà spendere quanto vuole se, però, pensa di recuperarlo nei gli anni successivi.
Quindi potremmo vedere un inter che sul mercato potrebbe essere più atti a in termini economici con acquisti importanti con questo decreto potrebbe comprare, per esempio la coppia Conte-Verratti potrebbe fare la differenza e costargli di meno di quanto gli costerebbe ora e avere una svolta”.
Ai club del meridione c’è un maggiore sgravio. Lei è d’accordo con questo maxi- sconto?
“L’ulteriore sgravio del 10 % dei club meridionali riferendoci ad un Napoli calcio o ad un Lecce che sale in Serie A, può essere una norma di favore, ma c’è da dire che un Napoli calcio e un Lecce calcio sono club, con rispettive differenze, che non vertono alle condizioni economiche atte da poter avere uno sgravio superiore ad un club meridionale come Inter, Milan e Lazio quindi questo significherebbe essere visto come un profilo di disuguaglianza passibile anche come un provvedimento.
Credo che potrebbe essere visto anche come un discorso di incostituzionalità nel caso in cui venisse consentito al napoli di acquisire le prestazioni di un allenatore come Conte al 10% della tassazione quando lo stesso allenatore magari 180 km più sopra a Roma la tassazione passerebbe al 30 quindi andrebbe e verranno chiariti i limiti massimali in termini economici dal quale poi si applicherà la norma”.
Come prevede il calciomercato del napoli con il decreto? Il club sembra interessato all’olandese Denzel.
“Il Campionato olandese sta cacciando una serie di giocatori interessanti, anche Santiago Arias, tutti quanti interessanti e credo che questa sia la strada da perseguire per i club con la mentalità del Napoli.
Non mi stupirebbe l’acquisto del terzino e non mi sorprende l’interessamento a quella tipologia di giocatore. Un Giocatore pagato sicuramente poco, perché squadre come il PSV non sono botteghe d’oro come l’Aiax per esempio, anche perché i risultati sportivi non li vanno a confortare. Io credo che gli acquisti cosi, il Napoli, difficilmente li sbaglia, certo il terzino è un ruolo molto difficile in Italia perché in Olanda il gioco è diverso, un gioca di attacco con terzini che badano poco alla fase difensiva vanno più a spalla spinta. Basti pensare a Kévin Malcuit che quando è arrivata in italia aveva più capacità di offendere che di difendere. In nessuna altra parte d’Europa c’è la tattica che c’è in Italia.
La tattica del calciomercato napoletano la conosciamo, sono consolidati da 10 anni di lavoro cambiano solo gli interpreti, prendere giocatori giovani che possono essere valorizzati e valorizzarli per poi rivenderli.
In questo modo si auto finanzia proprio perché non possiede uno stadio di proprietà e non ha sponsor grandi. .
Il classico tifoso medio dice che il presidente non compra ma il presidente compra quello che può comprare.
Il calcio mercato dell’anno in corso vedeva la Juventus che dominava acquistando Khedira, Cancelo, Ronaldo ed altri e non si può fare il paragone con questa realtà, ma si può considerare che il Napoli non deve vivere di questi tipo di colpi mi ricordo con Lavezzi che arrivò come un personaggio che sembrava fosse uscito da un gruppo un funky non lo conosceva nessuno e invece il Napoli l’ha valorizzato e venduto benissimo al PSG. Anche Cavani venduto strabene, Higuain venduto bene e sono queste le cose che dovrebbe fare.
Nonostante tutto anche se la Juventus ha costruito un’armata fortissima, il Milan veniva dato come una squadra forte uguale l’inter, che per come aveva costruito la squadra si pensava fosse l’antagonista della Juventus, eppure il Napoli anche se veniva dato come quarta o quinta dai giornalisti ancora una volta, con l’allenatore nuovo e giocatori nuovi interessanti come Younes, è attualmente seconda in classifica è questo il discorso del Napoli”.
De Laurentis, quindi, sfrutterà al massimo il discorso degli acquisti?
“Si parla, spesso, male di lui perché ha delle uscite poche felici dal punto di vista mediatico in quanto è uno a cui importa poco del pensiero altrui ma è un uomo di lettura è un personaggio concreto e sta portando il napoli negli anni ad essere una realtà e riconosciuto come un club che gioca bene, riconosciuto a livello europeo. Quando si fanno i sorteggi per i gironi gli inglesi o spagnole non sono felici di prendere una squadra come il Napoli. Infatti sia il Napoli che l’Inter sono usciti dai gironi solo per differenza reti non per altro in più con le due finaliste il Liverpool e Tottenham. Parliamo, quindi, di realtà che con tutte le difficoltà riescono a dimostrare che le idee ci sono e ci sono tecnici preparati, parliamo di Ancelotti che è uno dei cinque tecnici più preparati al mondo.
Ci sarà quindi da notare che un terzino che non viene dall’Italia sarà un terzino, anche se forte avrà bisogno di un periodo di adattamento in questo caso il napoli comprerà dei giocatori di questo tipo e siamo intorno al 12 milioni di euro per giocatori cosi cifre abbordabili quindi.
De Laurentis è un uomo che gioca bene le sue carte e non si lascerà sfuggire una possibilità di questo tipo”.
Con il Decreto crescita, se non ci saranno modifiche, ci saranno più campioni esteri che italiani nel campionato italiano?
“Il rischio c’è, va chiarito il decreto perché sarebbe un occasione irripetibile per i club acquistare dei giocatori in saldo. Ora i Presidenti, come De Laurentis, se decidessero di prendere un giocatore che gli costa 50 milioni senza decreto gli costerebbe il doppio, più i soldi dell’ingaggio l’investimento, a questo punto, diventa proibitivo per qualsiasi club. Questo decreto potrebbe avere quindi una forza esplosiva qualora il decreto passi senza modifiche in modo che i club possano interpretarli a loro favore acquistare quindi calciatori che vengono da qualsiasi parte. Una società potrebbe essere in grado di acquistare anche due top player e alzare, di conseguenza, il libello qualitativo del campionato.
Se il decreto, invece verrà modificato e riservato solo a gli italiani, non vedremo una grandissima differenza del mercato”.
Anche le altre leghe come Serie B o Lega Pro potranno approfittarne di questo decreto e magari acquistare anche giocatori per innalzare il livello di squadra?
“Può creare un effetto domino positivo per tutte le leghe, dalla serie A fino ad arrivare alla Lega Pro.
Proprio a maggior ragione per i club piccoli potrebbe essere un opportunità di crescita.
Ci auguriamo quindi il finale di testo e speriamo che questo decreto non venga modificato o si ridurrebbe banalmente. Potrebbe essere un bene per gli L’Italia e gli italiani ma non potremmo comunque vedere i grandi top player nel campionato italiano”.
Rachele Madonna © Stadio Sport
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