Ieri sera la prima sezione ter del Tar del Lazio, presieduta da Germana Panzironi, ha stabilito l’inammissibilità del ricorso della Pro Vercelli e delle altre squadre in attesa del ripescaggio e ha sostanzialmente avviato l’inizio della fine del caos generatosi pochi mesi addietro e che sta sconquassando l’intero sistema calcio, rendendo difficile la vita alla Lega B e provocando scompensi piuttosto gravi alla Lega Pro, il cui torneo si ritrova con un’infinità di partite da recuperare.
Anche la Ternana, che aveva presentato un ricorso identico, ma separato, da quello dei piemontesi, sembra essere uscita sconfitta dalla sua lunga battaglia legale, ma i legali del club neroverde provano a tranquillizzare i tifosi mettendo l’accento sulla poca chiarezza del provvedimento, che non scioglie il dubbio su chi sia l’organo deputato a stabilire il format del torneo. Dalle parole si è poi passati ai fatti e poco fa la società umbra ha provveduto a fare ricorso al Consiglio di Stato per ottenere “l’annullamento e/o la riforma, previa adozione di misure cautelari ex art. 55 e 56 cpa, dell’ordinanza del Tar Lazio del 27 settembre con la quale veniva respinta l’istanza cautelare“.
Forse è prematuro, ma questa sentenza potrebbe davvero mettere il punto ad una questione ridicola che ha messo in risalto i numerosi problemi interni delle leghe cosiddette minori e non solo: tra fallimenti, problemi finanziari dei club e surreali sentenze per illecito che condannano una società e ne assolvono un’altra in un procedimento in cui sono entrambe imputate e chiaramente colpevoli, il calcio italiano ha perso quel che restava della sua credibilità e, a rimarcarlo, è arrivata poco fa anche la decisione del Tribunale federale nazionale della Figc, che ha rinviato ogni decisione sulle squadre in attesa di essere ripescate a lunedì 1 ottobre.
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