Al posto del giovane capelluto di un tempo, c’è oggi un uomo sulla 50ina e del tutto privo di capelli. Ma il suo spirito è sempre lo stesso, quello di un principe guerriero.

Il Principe Giuseppe Giannini ha da poco iniziato la sua carriera da dirigente sportivo, e lo ha fatto nella sua regione, il Lazio, sarà responsabile del settore giovanile del Latina.   

Una nuova avventura per uno che, nel suo piccolo, possiamo considerare una leggenda vivente del calcio.

Spese gran parte della carriera da calciatore alla Roma, 15 anni, dal 1981 al 1996, con un bottino di 436 presenze e 76 gol e 3 Coppe Italia vinte, 1984, 1986 e 1991, oltre ad aver vissuto la Coppa dei Campioni clamorosamente persa in finale proprio all’Olimpico ai calci di rigore contro il Liverpool nel 1984.

Dopo arrivò la sua unica esperienza all’estero, la stagione 1996/97, allo Sturm Graz, 21 presenze, 3 gol, 1 Supercoppa d’Austria ed 1 Coppa d’Austria.

Rientra in Italia per fare una breve esperienza al Napoli e poi chiude la carriera da calciatore al Lecce.

E’ anche stato 5 anni nel giro della Nazionale maggiore, era presente nella spedizione del mondiale casalingo del 1990, solo 3° posto per gli azzurri di Azeglio Vicini.

Dopo una carriera da calciatore tutto sommato soddisfacente, quella da allenatore non lo fu altrettanto. Con club italiani non andò più in su della Serie B con il Grosseto, all’estero allenò l’Arges Pitesti, club della seconda divisione romena, e la nazionale del Libano, dove chiuse la carriera da allenatore.

Con il suo bagaglio tecnico e di esperienze, può fare molto bene da dirigente, a maggior ragione per un settore giovanile, con giovani che devono ancora formarsi.

Ed il progetto del Latina per il settore giovanile ha l’ambizione di riportare in rosa giocatori autoctoni, “E’ inaccettabile che non ce ne siano”, ha dichiarato il presidente del club Benedetto Mancini.

Un progetto decisamente interessante, e nettamente in controtendenza con il mondo del calcio moderno, spesso troppo globalizzato.