La risposta di Novak Djokovic alla prestazione superba di ieri di Rafael Nadal non si è fatta attendere ed è stata altrettanto veemente e convincente nella seconda semifinale del venerdì degli Australian Open.
Se lo spagnolo aveva impiegato 100 minuti di gioco e ceduto appena sei giochi contro il giovanissimo Tsitsipas, Nole ha fatto ancora meglio risolvendo in un battito di ciglia la pratica Pouille.
Quattro giochi persi, 83 minuti appena trascorsi sul campo e finale slam numero 24 della carriera (7 agli Australian Open dove nelle precedenti 6 ha sempre vinto) per confermare una volta di più, qualora ce ne fosse bisogno, chi è il numero uno del mondo.
Una prestazione perfetta da parte di Djokovic che, nel corso del torneo fin qui, aveva alternato momenti di grande tennis ad altri un po’ più appannati e nervosi ma che, nella semifinale contro il neofita Lucas Pouille, ha messo in luce la parte migliore del suo repertorio.
Quel repertorio che gli permette di essere incredibilmente dominante, di scagliare vincenti da ogni lato del campo, sempre pronto fisicamente sulla palla, sempre propenso ad attaccare alla ricerca del punto.
Visto lo stato di forma di entrambi, visto che la rivalità tra Djokovic e Nadal è degna di essere ammirata e celebrata tanto quanto il più romantico Fedal, visto che nei precedenti 52 (27-25 per Nole) incontri non si sono mai risparmiati, l’attesa per domenica non può che essere a mille.
Sarà la battaglia tra il numero uno ed il numero due delle classifiche, sarà uno dei grandi “classici” del tennis mondiale, sarà semplicemente Djokovic contro Nadal, inutile aggiungere altro.
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