Tennis, “Alla Scoperta Di, un anno dopo”: Frances Tiafoe

Senza dubbio è stato un anno di crescita per il ventenne statunitense Frances Tiafoe, il tennista a stelle e strisce che più fa sognare  oltreoceano.

Sarà per il personaggio, per la sua esuberanza o per il suo gioco intrattenente e divertente, fatto sta che Tiafoe è, in ogni evento, uno dei giovani che si segue più volentieri.

(Fonte: Twitter)

Il suo 2018 è stato, come detto, abbastanza positivo, un anno importante di progressi piccoli e costanti in vista di un’esplosione che ancora deve arrivare. 

NOME  FRANCES
COGNOME TIAFOE
ETA’ 20
NAZIONE STATI UNITI
RANKING 39
W/L 2018 28-26
TITOLI ATP ATP 250 DELRAY BEACH

 

Un 2018 a due facce, molto positiva ed entusiasmante la prima metà della stagione, meno memorabile la seconda dove sono affiorate tante, troppe sconfitte.

Ma, pesando i risultati ottenuti, i progressi mostrati e tenendo in considerazione che Tiafoe è appena un classe ‘98, nel team dello statunitense può regnare, almeno per ora, il buon umore.

(Fonte: Twitter)

Tiafoe, infatti, ha conquistato ad inizio anno, nel mese di febbraio, il primo titolo della carriera nel circuito maggiore, sul cemento dell’ATP 250 di Delray Beach con scalpo prestigioso sull’allora numero 10 del mondo Juan Martin del Potro.

Un successo che ha un peso notevole nell’ingente balzo in avanti fatto registrare in classifica dove, dalla posizione 79 con cui Tiafoe ha aperto la stagione, lo statunitense si è involato fin dentro i primi quaranta del mondo, al numero 39 (best ranking 38).

Qua e là non sono mancati poi altri interessanti risultati come la finale sulla terra rossa dell’Estoril, persa contro uno specialista come Joao Sousa, i quarti sull’erba del Queen’s e nel neonato ATP 250 di New York, oltre agli ottavi nei Master 1000 su cemento di Miami e Toronto.

Inoltre, a riprova di un discreto feeling con l’erba, Tiafoe ha raggiunto per la prima volta il terzo turno di un major nel tempio del tennis di Wimbledon, sconfitto da un protagonista assoluto di questo 2018 come il russo Karen Khachanov.

(Fonte: Profilo Twitter Ufficiale Davis Cup)

Tra le affermazioni più significative vanno ricordate quelle su due giocatori ex top ten come Milos Raonic e Tomas Berdych, così come quelle su giovani rampanti altrettanto attesi ad altissimi livelli come Hyeon Chung e Denis Shapovalov, fino all’ottima prova contro Pablo Carreno Busta, battuto sulla terra rossa.

Insomma, il 2018 di Tiafoe è stato un anno propedeutico nel percorso del grande e definitivo salto di qualità che è lecito attendersi da un giocatore piuttosto talentoso.

Il colpo che ha la potenzialità di fargli dormire sogni tranquilli nel suo futuro tennistico è senz’altro il servizio, rapido, spumeggiante, vario nelle soluzioni e dirompente quando a fuoco.

Tuttavia, se le statistiche confermano questa impressione con 405 ace a fronte di appena 151 doppi falli, il 73% di punti vinti con la prima in campo ed il 53%, comunque discreto, con la seconda, la percentuale da aggiustare è quella relativa al numero di prime messe in campo.

Questo perché è evidente che, non solo per punti ottenibili direttamente, ma anche per impostazione dello scambio successivo in una situazione di vantaggio, la prima di servizio è per Tiafoe cruciale.

Per il suo gioco propositivo, costantemente in spinta e bramoso di martellare con i suoi colpi a rimbalzo da fondo, la prima in campo, o comunque una seconda ben più corposa, diviene un elemento quasi imprescindibile per evitare di ritrovarsi a correre ed inseguire.

L’altro fondamentale di inizio gioco, la risposta, necessita ancora di molto lavoro perché, quello che ottiene in ribattuta è ancora troppo poco per pensare ad un definitivo salto di qualità.

Non è un caso che tra i primissimi del circuito, tra top 10 e top 20, ci siano alcuni dei giocatori con le migliori percentuali in risposta, quelli che, con questo specifico colpo, sanno realmente far male disinnescando anche ottimi servitori.

Tiafoe ottiene appena il 18% dei turni in ribattuta ed il 26% di punti giocati in risposta alla prima di servizio (ovviamente più alta è la percentuale sulla seconda ma comunque poco brillante, il 48%).

Un altro aspetto sul quale dovrà migliorare è la resa sotto pressione, in quei punti scomodi dove la tensione è alle stelle e che rendono tali i grandi campioni.

Lo statunitense salva i 65% delle palle break che offre ma sfrutta appena il 37% di quelle che riesce a procurarsi probabilmente a causa di un gioco che è ancora troppo “all-in”, troppo rischioso ed imprevedibile nei suoi esiti.

Il diritto, a distanza di un anno, resta il colpo con cui lo statunitense ama fare gioco, variando angoli e rotazioni, smistando la regia tanto a destra con incrociati stretti e pronunciati, tanto a sinistra con uscite in lungo linea precise e fulminanti.

Il rovescio, invece, richiede ancora molto lavoro, risultando in definitiva un colpo più debole rispetto al suo fratello e decisamente più altalenante nel rendimento soprattutto nei momenti di massima rigidità.

Il suo grande punto di forza, quell’aspetto che subito si nota e che subito rapisce, è la straordinaria fisicità, riuscendo a coniugare alla perfezione peso e massa muscolare, ad una rapidità quasi elastica, al pari di una molla.

(Fonte: Profilo Twitter Ufficiale ATP Tour)

Gli elementi per fare di Tiafoe un possibile top 10 del futuro sembrano davvero esserci tutti, ma un importante lavoro dovrà essere fatto sull’aspetto mentale per renderlo più forte, più sicuro e solido di fronte ad ogni difficoltà.

Se saprà crescere sotto questo profilo spiccatamente emotivo e mentale e saprà gestire l’ingombrante pressione che solo un paese orgoglioso e vincente come gli Stati Uniti sa offrire, Tiafoe avrà senz’altro le possibilità adatte per dire la sua. 

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