Sprofondo Genoa: cronaca di un flop annunciato

Ci sono stagioni che partono male e si risollevano, allo stesso modo ci sono stagioni che partono male e finiscono peggio. Quella del Genoa, a sensazione, sembra già scritta. In negativo. Il primo indicatore è la società. Preziosi, ormai in rotta di collisione con la tifoseria e l’ambiente in generale, in estate aveva annunciato che stava preparando la cessione del Genoa. Ad oggi 30 ottobre la società è ancora saldamente nelle sue mani e quella ventata di novità che si era respirata per qualche giorno si è trasformato in profumo maleodorante.

Secondo indicatore il mercato. Come da tradizione, Preziosi ha venduto e comprato seguendo soltanto un criterio economico e non è stato capace di allestire una squadra competitiva ma solo un gruppo di individualità.

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Terzo indicatore l’allenatore. Juric è un tecnico sopravvalutato e viene da pensare che la promozione in Serie A con il Crotone sia stata in gran parte opera della fortuna. Il Genoa di oggi è una squadra senza spina dorsale che corre senza meta, un’automobile senza volante che rimane in carreggiata per inerzia ma al primo colpo di vento finisce rischia di finire giù nel burrone.

Adesso c’è la sfida contro la Sampdoria e sulla carta sembra non esserci partita. A Juric serve un miracolo perché la differenza tra le due formazioni è abissale e oggi come oggi i blucerchiati stanno mostrando un gioco collaudato figlio dei sapienti insegnamenti di Giampaolo, un tecnico di valore assoluto che nei giorni scorsi è stato avvicinato alla panchina del Napoli