Serie A, il punto sulla lotta Scudetto a nove giornate dalla fine: il Milan di Pioli ha imparato a vincere di “corto muso”. La Juventus batte la Salernitana e prova a rimanere in scia. Napoli secondo, si aggrappa ad Osimhen. Inter in caduta libera.
Si è giocata in questo weekend la trentesima giornata del campionato di Serie A: le squadre hanno imboccato il rettilineo finale che, dopo la sosta per le Nazionali, porterà dritti all’ultima giornata in programma il 22 maggio.
A catalizzare l’attenzione è, come sempre, la lotta Scudetto: sono quattro le squadre coinvolte nella lotta tricolore, racchiuse tutte in sette punti di distanza. In questo articolo analizziamo lo stato di forma delle “quattro sorelle” e anche le loro prospettive in proiezione a maggio, a seconda del calendario che si troveranno ad affrontare.
Il Milan vince di “corto muso”
A guardare tutti dall’alto è il Milan di Stefano Pioli: sono tre i punti di vantaggio sul secondo posto che la squadra rossonera si trova ad amministrare. Una situazione del genere non capitava dal 2012, quando sulla panchina rossonera c’era Massimiliano Allegri, uno che di Scudetti se ne intende (ne ha vinti sei in carriera).
E chissà se Pioli non abbia chiesto qualche consiglio proprio al collega più esperto: il suo Milan, pur non entusiasmando, mette in mostra una solidità invidiabile, che si rivela vitale in punti così cruciali della stagione. Zero gol subiti nelle ultime tre gare, terminate tutte con il punteggio fotocopia di 1-0. Il minimo sforzo (dipende dalle prospettive) per il massimo risultato.
Un assunto allegriano tradurrebbe la formula in “Corto muso”, senza tante perifrasi. Così ha imparato a vincere il Milan, che anche contro il Cagliari, così come contro l’Empoli, ha sofferto, ma mantiene inalterate la distanza dalle inseguitrici.
Il vantaggio principale della squadra di Pioli è l’avere un organico rodato da anni: eccetto che per Donnarumma e Calhanoglu, la rosa è la stessa della scorsa stagione. Pioli, tra l’altro, rispetto ai suoi colleghi di vertice, è il solo mister riconfermato. Così, il “Diavolo” restituisce l’immagine di una creatura definitivamente matura per riprendersi quel tricolore che le manca da un decennio.
E il calendario sorride al Milan, che nelle prossime tre giornate (Bologna, Torino e Genoa) deve provare a fare bottino pieno, magari sperare in qualche passo falso delle altre (dopo la sosta sarà derby d’Italia), per provare ad ampliare il gap.
Napoli Osimhen-dipendente
In scia del Milan c’è il Napoli, distante tre lunghezze dai rossoneri. Fino a poche settimane fa in molti ergevano proprio gli azzurri al ruolo di favoriti. La frenata improvvisa delle milanesi, unita all’opportunità di giocarsi due scontri diretti in casa, facevano supporre che questo fosse davvero l’anno propizio per i partenopei, scottati negli anni scorsi dalle tante delusioni accumulate nei testa a testa con la Juventus.
Il Napoli ha sprecato quelle chances, pareggiando con l’Inter e perdendo col Milan. Eppure, Spalletti ha un’arma in più per questo finale di campionato: è Victor Osimhen, l’attaccante più prolifico del girone di ritorno.
Il nigeriano ha risolto situazioni complicate: a Cagliari, dove una sua rete nel finale ha evitato la sconfitta alla sua squadra. Soprattutto contro l’Udinese, dove una sua doppietta (la seconda consecutiva dopo Verona), ha ribaltato nella ripresa una situazione che si era fatta difficile, dopo il primo tempo opaco disputato dalla formazione campana.
Osimhen è per Spalletti ciò che Higuain era per Sarri: il Napoli deve sperare nella vena realizzativa inesauribile del suo bomber per mantenersi in scia della vetta e sopperire a un po’ di fatica che, inevitabilmente, si accumula nelle gambe a questo punto della stagione.
Inter in caduta libera
Chi non si riconosce più è l’Inter di Simone Inaghi: il ruolino di marcia dei nerazzurri parla di 14 punti in altrettante gare nel girone di ritorno (la “beneamata” ha una gara in meno). Tre solo le vittorie in questo frangente, contro la Lazio e il Venezia (minimo scarto, la seconda in rimontata, 2-1) e la Salernitana (una parentesi felice, visto il roboante 5-0 inflitto ai campani).
Inter in carestia, soprattutto di gol: mancano i bomber, con la coppia titolare Dzeko-Lautaro, che in queste dieci gare ha segnato appena otto gol (cinque solo nella sfida contro la Salernitana precedentemente ricordata).
“El Toro” è quello che ha subito la maggior involuzione, tant’è che Inzaghi ha cominciato spesso a preferirgli Sanchez. Quest’Inter dà la sensazione di poter perdere punti contro chiunque, e spesso si trova costretta a recuperare da situazioni di svantaggio.
Non che le occasioni da rete non manchino (sono 6,4 i tiri in porta medi a partita nel periodo preso in considerazione), ma ciò che manca è la capacità di concretizzare. La solidità difensiva è più o meno rimasta uguale: sono nove i gol subiti nelle prime 10 di ritorno, poco più della metà di quante ne avesse subite nel girone di andata, ma ad essere crollate, lo ribadiamo, sono le percentuali offensive.
Sebbene si trovi al terzo posto in classifica, con in più il vantaggio di una gara da recuperare, delle quattro contendenti al titolo l’Inter appare quella meno credibile. La sfida all’Alianz contro la Juventus, dopo la sosta per le Nazionali, rappresenta il vero crocevia del campionato nerazzurro: se perde, la squadra di Inzaghi farà bene a guardarsi le spalle da un’Atalanta che rimane comunque in agguato.
La Juventus in crescita: ma forse è tardi…
E passiamo proprio alla Juventus: se cancellassimo il girone d’andata, la squadra di Massimiliano Allegri sarebbe praticamente prima. Sono 25 i punti collezionati finora, quattro in più del Milan e del Napoli, ben 11 in più dell’Inter
Vlahovic-Dybala, una doppietta perfetta, è stata sufficiente a spazzare via l’ostacolo Salernitana. Così Allegri potrà trascorrere una “Sosta tranquilla”, com’è solito auspicarsi il livornese prima di ogni interruzione del campionato.
Eppure, se l’eliminazione in Champions riporta tutti un po’ con i piedi per terra, lasciando la Juventus stordita e attonita come un pugile che abbia subito Ko al primo round, ripensare ai quattro punti persi nelle sfide con Atalanta e Torino alimenta il rammarico per ciò che questo campionato sarebbe potuto diventare.
Oggi staremmo forse parlando della nuova capolista, o comunque di una squadra pronta a mettere la freccia e sorpassare le dirette concorrenti. Perché se la Juventus ha il potenziale per vincerle tutte, e il Milan, come vedremo, ha un calendario ricco d’insidie nelle ultime cinque, è pur vero che la distanza di sette punti, ora come ora, appare abissale. Difficile che i rossoneri rallentino tanto, ma ci produciamo in un pronostico azzardato: Juventus seconda con tre/quattro punti di scarto dal “Diavolo” (punti persi in una delle trasferte a Firenze o Sassuolo).
Le quattro squadre dovrebbero comunque giungere quasi appaiate in una manciata di punti.
Milan, Napoli, Inter e Juventus: calendario a confronto e coefficiente di difficoltà
Legenda: da uno a cinque asterischi per indicare la difficoltà del match. In grassetto le gare in casa.
Calendario Milan
Bologna **
Torino ***
Genoa *
Lazio ****
Fiorentina ***
Verona ***
Atalanta ***
Sassuolo ***
Calendario Napoli
Atalanta *****
Fiorentina ***
Roma ***
Empoli **
Sassuolo **
Torino ***
Genoa *
Spezia **
Calendario Inter
Juventus *****
Verona **
Spezia **
Roma ***
Udinese **
Empoli *
Cagliari **
Sampdoria *
Bologna (gara da recuperare) ***
Calendario Juventus
Inter ****
Cagliari **
Bologna *
Sassuolo ***
Venezia *
Genoa **
Lazio ***
Fiorentina *****
La classifica attuale delle due squadre
Milan 66
Napoli 63
Inter 60 (una gara in meno)
Juventus 59
Pronostico sulla classifica finale
Milan 84
Juventus 81
Napoli 80
Inter 77
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