I giallorossi escono con l’amaro in bocca dalla sfida di Marassi con la Sampdoria.
Sì, perchè nonostante il risultato di parità colto dai giallorossi nei minuti di recupero, la partita sembrava poter prendere una piega diversa.
Un 1 a 1 che non rende giustizia della partita offerta al pubblico dalla truppa di Di Francesco.
Infatti, tutti i parametri principali sono a favore dei giallorossi. Tra questi spiccano supremazia territoriale, possesso palla, indice di pericolosità.
La gara della formazione di Giampaolo, invece, ruota attorno al discusso episodio del calcio di rigore. Azione chiave che ha complicato la vita alla Roma, complicandole la rimonta.
Il nervosismo è stato un altro fattore in gioco, che ha reso necessario un surplus di energie doppio.
Nella formazione in campo esistono alcune novità. Una su tutti, se così si può definire, è la presenza di Dzeko dal primo minuto. Di Francesco lo considera titolare, nonostante le recenti voci di una sua partenza direzione Chelsea.
Ai suoi lati si posizionano Under e Defrel, per la prima volta titolare dal primo minuto. La scelta è spiegabile, forse, nella ricerca della velocità degli attaccanti, per attuare una maggiore profondità del campo.
La difesa è schierata con i migliori interpreti a seconda dei ruoli. Quindi Fazio, più abile tecnicamente, accanto a Manolas, più rapido nelle giocate, i terzini Florenzi a destra e Kolarov a sinistra.
A centrocampo Strootman regista, con Pellegri e Nainggolan nel ruolo di mezz’ali.
Giampaolo con il 4-3-1-2, in cui Linetty e Praet sono le mezz’ali, Torreira è il regista. Ramirez è il trequartista che fa da raccordo tra il centrocampo e l’attacco. In avanti Quagliarella, il marcatore leader della formazione genovese e Zapata.
Una partita che parte subito secondo i canoni voluti dalla Roma.
Grande incisività sulle fasce, soprattutto in quella destra dove Florenzi macina metri per tutto il campo. E’ aiutato anche dall’intesa tra Pellegrini e Defrel sin dai tempi di Sassuolo.
Nainggolan, invece, dalla parte sinistra si trova molto dentro al campo, andando a giocare dietro Dzeko. In questo modo si trova diverse opportunità di esprimere la sua corsa, dei movimenti utili e pericolosi.
Sulle fasce la Roma trova spazi e tempi di gioco utili, mai banali, accelerazioni interessanti. La Sampdoria fatica a frenare le azioni giallorosse, difficilmente riesce a rientrare e far scivolare i suoi uomini.
La squadra di Di Francesco è corta sul campo, molto alta con la difesa e nel pressing avversario. Piano piano vengono fuori i padroni di casa, anche per via della maggiore stanchezza degli ospiti. Un gioco dispendioso quello del tecnico pescarese, con il forte sollecito delle punte esterne, che però faticano a rientrare nel momento opportuno.
La Sampdoria, non appena ha trovato il vantaggio su calcio di rigore, imposta la gara con ripartenze veloci, per chiudere l’incontro. La Roma, sempre più nervosa, non si scompone più di tanto e dopo diversi tentativi acciuffa un pareggio che le va troppo stretto.
Dzeko realizza una bella rete di testa, dimostrando la sua professionalità. Le voci sul suo futuro non devono interferire con la sua attività in campo.
Un pareggio che sta troppo stretto alla Roma, un gioco che si è visto nettamente migliorato rispetto all’ultima sfida con l’Inter. Un segnale, forse, dalla fine della crisi, di una luce in fondo al tunnel.
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