Uno dei personaggio più controversi della recente storia calcistica italiana, è senza dubbio Antonio Cassano. Potenzialmente un campione dai piedi magici, ma mentalmente sempre incastrato tra la pubertà e l’adolescenza. Oggi, a 34 anni, potrebbe ancora fare la differenza ma, a causa della sua personalità, è finito fuori squadra alla Sampdoria praticamente da inizio stagione.
Nel corso della sua carriera, ha avuto diversi soprannomi: Peter Pan da giovane, Il Pibe di Bari Vecchia ai tempi della Roma, Il gordito negli anni al Real Madrid e Fantantonio con la maglia della Sampdoria. Cresciuto nel Bari, il baby prodigio esordisce l’11 dicembre 1999 a 17 anni, in un derby contro il Lecce, ma è con un gol magnifico all’Inter che si fa conoscere in tutta Italia.
Dopo la sua esplosione nel capoluogo pugliese, viene battezzato da alcuni come il nuovo Roberto Baggio, come il più grande numero 10 della storia italiana alle spalle del Divin Codino. E invece man mano le previsioni venivano sempre smentite. Colpa di un carattere difficile e nessuna propensione a sottostare alle regole.
Non è mai riuscito a sfruttare le numerosissime occasioni che ha avuto nonostante i suoi tanti fallimenti: da Bari alla Roma (dove trova Capello con la quale litiga in continuazione), passando per Madrid (dove ritrova Capello e continua a litigare), il ritorno in Italia alla Sampdoria, poi Milan, Inter, Parma, ora di nuovo la Samp. Un carriera sprecata, con in mezzo tanti, ma tanti colpi di classe rarissima.
Sprecare in questo modo l’occasione di giocare nel Real Madrid, è da pochi, ma a Cassano, a quei tempi, non importavano altro che donne e bella vita. La possibilità per la redenzione gli viene fornita dalla Sampdoria. Fantantonio ripaga la fiducia stupendo tutti, riporta la Samp in alto in coppia con Pazzini, ma all’apice del successo ritrovato, litiga con Garrone e finisce fuori squadra.
Nonostante ciò, arriva il Milan, poi l’Inter e il Parma prima del ritorno in Liguria, con la speranza che all’ombra della Lanterna, possa rinascere come nella prima esperienza in blucerchiato. Ma se c’è una cosa che nel calcio è chiara, è che le minestre riscaldate raramente danno i frutti sperati. Questa estate la lite con Ferrero. Cassano rifiuta ogni possibilità di trasferimento e il vulcanico presidente, infuriato, mantiene le minacce fatte: il talento di Bari Vecchia rimane fuori squadra e, solo adesso, ha ottenuto un giovane portiere per continuare ad allenarsi in solitaria.
Cassano dunque corre e tira, si allena e suda. Gennaio si avvicina e solo la finestra invernale potrà dire se saremo difronte al tramonto del perenne talento incompiuto, oppure assisteremo all’ennesima risurrezione con qualche squadra che avrà il coraggio di puntare ancora sul suo talento indiscusso.
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