Forse la Juventus più remissiva, asettica, arrendevole, brutta della stagione. Ma è sufficiente alla conquista del tanto agognato e sospirato 7° scudetto consecutivo, finalmente in bacheca.
Il pari era il minimo indispensabile ai bianconeri per il raggiungimento del traguardo, ed è innegabile che la banda di Allegri abbia impostato l’intera gara per questo minimo obiettivo, senza eccessivi e inappropriati dispendi energetici.
Dal canto suo invece la Roma di Eusebio Di Francesco, già aritmeticamente qualificata alla prossima edizione di Champions League prima ancora di giocare questo match, prova a rovinare/posticipare la festa scudetto ai bianconeri, come già fatto nella passata stagione-allorquando curiosamente alla terzultima, ergo in un periodo dell’anno simile a quello attuale, i giallorossi sconfissero 3-1 i bianconeri rimandando al turno successivo la certezza aritmetica della conquista del titolo agli uomini di Allegri.
Il pressing dei padroni di casa è asfissiante, e la Juve un po’ ne soffre, un po’ forse lo riceve e contiene volutamente.
Fatto sta che i giallorossi si rendono pericolosi in diverse occasioni, perché al pressing segue una totale arrendevolezza e una serie di disattenzioni da parte della retroguardia bianconera, che sbaglia disimpegni anche semplici, con un Rugani a mezzo servizio e i due presunti playmaker Pjanic e Matuidi disorientati nell’eccessiva arretratezza, e il tutto innescauna volta il Dzeko, un’altra il Nainggolan, un’altra ancora l’Under di turno, tanto che l’ex di turno Szczesny-ancora una volta schierato al posto di un Buffon ormai quasi ‘in pensione’-ha ben poco da stare rilassato. A correlare il tutto un baricentro eccessivamente alto dei bianconeri-seppur sterile, dalle parti di Alisson non arrivano occasioni da gol significative-con praterie per le sempre insidiose ripartenze giallorosse.
Nella ripresa la musica non cambia granché. I bianconeri ci provano a spezzare un po’ la manovra giallorossa ma senza grandi risultati. Tecnicamente andrebbero anche in gol, ma Dybala –che proprio in casa della Roma aveva segnato, quasi 3 anni fa, il suo 1° gol bianconero in Serie A-è in fuorigioco, confermato dalla moviola.
L’altro ex di turno Pjanic per poco non contribuisce alla possibile posticipazione della festa scudetto, deviando in scivolata una conclusione da fuori di Kolarov con pallone che prende una traiettoria insidiosa, uscendo di poco.
L’unica vera occasione da gol-se così si può chiamare- per i bianconeri nella seconda frazione di gioco è di Douglas Costa, – uomo simbolo della manovra offensiva bianconera, anche in questo match, simbolo dell’evanescenza della Juve…-che scarica un sinistro a rientrare così sbilenco che regala il pallone alla curva.
Come detto una Juve davvero scialba, ma tanto basta per la certezza aritmetica del titolo.
Dall’Olimpico per la Coppa Italia-stravinta contro il Milan- all’Olimpico per lo scudetto.
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