La Roma ha la meglio del Chievo, in maniera agevole, senza rischiare molto.
Di Francesco schiera il suo undici confermando il 4-3-3 e questa volta senza fare estremo ricorso al turn over. Juan Jesus è in campo per far rifiatare Manolas, con Bruno Peres al posto di Florenzi. Invece, sulla fascia opposta, quella di sinistra, conferma per Kolarov, nel suo solito ruolo di regista basso.
Perotti e Strootman sono assenze forzate, quindi il tecnico pescarese ha dovuto impiegare ancora una volta Pellegrini, con la seconda da titolare per Schick.
Il 5-3-2 opposto da Maran ha da subito chiarito gli intenti della formazione veronese. Il supporto delle due punte, per non farsi schiacciare dalle mezzali, è l’unica strada tentata dal tecnico per uscire con almeno un punto dall’Olimpico.
Ma passano appena dieci minuti e già si capisce come sarà dura per gli ospiti riuscire ad ottenere almeno un pareggio. La Roma riesce a prendere subito la supremazia con il possesso palla, oltre che nelle zone esterne del campo.
Subito i giallorossi si fiondano in quelle parti scoperte e riescono a creare i maggiori pericoli. Una difesa ben schierata da Maran le cui intenzioni erano quelle di respingere gli attacchi giallorossi e ripartire.
Ma le cose sono andate per il verso opposto, con i due terzini di difesa De Paoli e Cacciatore preposti a controllare i terzini di spinta. Questa manovra, quindi, ha lasciato ampio spazio per un 3 contro 3 sfruttato alla grande dai giallorossi.
Il bottino sarebbe stato anche più sostanzioso a metà dell’incontro. Infatti se non ci fossero stati i due pali e un fuorigioco millimetrico, il risultato sarebbe stato più rotondo alla fine.
La mossa d’inserire Schick e Dzeko dal primo minuto, ha obbligato i difensori veronesi a stare dietro ad entrambi, liberando di conseguenza gli inserimenti dei centrocampisti.
Avendo mantenuto per l’intero match il controllo della palla, la squadra di Di Francesco si è anche risparmiata un notevole dispendio di energie, utili per il match di mercoledì.
Gestione palla efficace e concreta, con capacità di accelerazione al momento giusto. L’episodio del rigore provocato da Juan Jesus è solo una piccola parentesi, neanche troppo pericolosa.
Dopo che ha dovuto fare a meno di un centrale difensivo, Di Francesco ne chiama un altro, Manolas e si dispone con un 4-3-2 che, in pratica, permette a Nainggolan di fungere da riequlibratore. Due ripartenze micidiali per i gol di El Shaarawy e Dzeko, a nulla serve il gol di Inglese se non per la statistica finale.
Una buona dose di ottimismo per il ritorno di Champions, in cui la Roma dovrà realizzarsi un’impresa più incredibile di quella con il Barcellona. Se lo augura tutta Italia, perchè abbiamo bisogno di rivedere una squadra in finale.
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