Robin Van Persie si ritira: la storia dell’Olandese Volante

A fine anno un altro pezzo da novanta dirà addio al calcio giocato: Robin Van Persie.
L’attaccante olandese, classe 1983, ha vestito in carriera solamente 4 maglie, ovvero quelle di Feyenoord, Arsenal, Manchester United e Fenerbahce, quadre con le quali ha segnato 260 reti in 18 anni di attività, mentre, con 50 gol siglati, è il primatista di marcature della Nazionale olandese. In questa rubrica ripercorreremo le tappe della sua fantastica carriera e scopriremo come e quando Van Persie è diventato l’Olandese Volante
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van persie

CHE LA FAVOLA ABBIA INIZIO
Nato calcisticamente nelle giovanili dell’ SBV Excelsior, viene scovato non ancora maggiorenne dagli scout del Feyenoord ed acquistato dalla società di Rotterdam, guidata in quegli anni dall’olandese Bert van Marwijk che gli concede l’esordio in prima squadra a soli 17 anni. 

van persie

Mister van Marwijk gli concede sempre più spazio e Van Persie inizia a mostrarsi come un attaccante completo: veloce, forte fisicamente, ottima propensione al gioco di squadra e ottima vena realizzativa, grazie anche ad un sinistro potente e preciso.
Al termine della stagione 2001/2002 vince il titolo di “Talento dell’anno del campionato olandese” e nelle due successive annate sigla 22 reti attirando su di se’ gli occhi delle big: nel maggio del 2004 arriva la chiamata dell’Arsenal di Arsene Wenger, che per strapparlo alla concorrenza versa nelle casse del Feyenoord circa 3 milioni di sterline. 

ALLA CORTE DEL SUO MENTORE WENGER: GLI ANNI A LONDRA
A Londra Van Persie giunge con una grande voglia di spaccare il mondo e di imparare dai grandi campioni presenti in quella rosa, che nella stagione 2004/2005 era composta da calciatori del calibro di Jens Lehmann, Ashley Cole, Patrick Vieira, Robert Pirès, Fredrik Ljungberg, Josè Antonio Reyes, Dennis Bergkamp, Thierry Henry e Cesc Fàbregas solo per citarne alcuni. 

Nonostante la foltissima concorrenza, Arsene Wenger gli concede un discreto minutaggio e già nel corso della sua prima stagione in maglia Gunners “assaggia il campo” ben 41 volte, siglando anche 10 reti. 
Negli anni successivi rimedia alcuni infortuni abbastanza gravi che lo penalizzano molto e ne limitano la crescita, spesso giunti in momenti cruciali in cui sembrava potesse esplodere definitivamente. 

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Per molti anni, infatti, Van Persie non riesce a compiere il salto di qualità, mostrando spesso le sue grandi doti, ma non riuscendo mai a consacrarsi. Arsene Wenger, però, suo mentore, crede nel talento dell’olandese e ogni volta è pronto a scommettere su di lui, come quando, a causa di un’entrata durissima di Giorgio Chiellini, rimedia la rottura del legamento della caviglia. Torna in campo molti mesi dopo, ma pronto per il rush finale della stagione: l’allenatore francese si affida subito al rientrante Van Persie, che ripaga la fiducia con 14 gol nelle ultime 14 partite di campionato. 

LA DEFINITIVA CONSACRAZIONE 
Le stagioni 2010/2011 e 2011/2012 rimangono le migliori vissute da Van Persie con la maglia dell’Arsenal, venendo eletto, il 22 aprile 2012, Calciatore dell’anno in Inghilterra: l’ultimo Gunners a vincere questo titolo era stato Henry, mentre l’ultimo olandese era stato Bergkamp (anche lui con maglia dell’Arsenal). 
L’ultima stagione a Londra è anche quella in cui riesce ad ottenere il titolo di Capocannoniere della Premier League con 30 reti (stagione conclusa con 37 reti totali tra tutte le competizioni), ma ecco il colpo di scena: l’attaccante annuncia che non rinnoverà il proprio contratto e decide di accettare la corte del Manchester United, che versa nelle casse dei Gunners meno di 30 milioni di euro. 
In 8 stagioni all’Arsenal Van Persie ha vinto 1 Community Shield nel 2004 e 1 Coppa di Inghilterra nella stagione 2004/2005. 

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Tra Wenger e Van Persie rimarrà per sempre un rapporto speciale, come testimonia il tweet con il quale l’olandese ha salutato il suo ex allenatore alla fine del 2018, quando il tecnico ha lasciato la panchina del club dopo 22 anni: “Grazie Arsene per tutta la fiducia che mi hai dato nel corso degli anni. Sei un uomo molto speciale e un top allenatore. Uno dei migliori in assoluto“. 

LA CHIAMATA DI FERGUSON E LA PRIMA PREMIER LEAGUE CONQUISTATA 
Come detto, nella stagione 2012/2013 si trasferisce al Manchester United.
La sua storia con i Diavoli Rossi sarà breve ma intensa, come una fiamma che arde in modo spettacolare e perentorio ma che si spegne all’improvviso. 
La prima stagione è un successo: 30 reti stagionali, titolo di Capocannoniere del campionato e conquista della sua prima, e unica, Premier League

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Il primo anno di Van Persie al Manchester United, però, coincide anche con l’ultima stagione da allenatore di Sir Alex Ferguson
L’addio dello storico manager scozzese apre una grandissima crisi per i Red Devils, che in due stagioni cambiano ben 3 allenatori: Moyes, Giggs e Van Gaal. Con nessuno dei 3, però, la squadra si trova bene e lo stesso Van Persie risente di questa situazione, tanto da accettare il trasferimento al Fenerbahce nel 2015. 

LA TRISTE SPEDIZIONE TURCA
La stagione 2015/2016 è la prima di Van Persie nella Super Lig turca e l’olandese si cala in questa nuova avventura con grande professionalità: 48 presenze e 22 reti sono il suo bottino. 
La seconda stagione con la maglia gialloblù, però, inizia male: il 6 novembre 2016, Abdoul Sissoko, dopo un durissimo scontro di gioco, con i tacchetti della scarpa gli procura la lacerazione dell’occhio sinistro, che perde anche molto sangue. Le prime indiscrezioni parlano anche della perdita della vista, eventualità poi scongiurata fortunatamente. 

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In Turchia, come lui stesso ha dichiarato recentemente ad un quotidiano olandese, aveva perso ogni stimolo e, soprattutto, non si divertiva più. Ecco perché, nel gennaio del 2018, ha deciso di tornare al Feyenoord. 

IL RITORNO A CASA, DOVE TUTTO ERA INIZIATO 
Per trovare nuovamente stimoli e divertimento, nel gennaio del 2018 Van Persie rescinde il contratto con i turchi e torna nel “suo” Feyenoord, dove a fine stagione concluderà la sua carriera con la fascia da capitano al braccio. 
In questa stagione sta andando veramente alla grande: ha già siglato 6 reti in 9 partite, ma ha già annunciato che, comunque vada la stagione, questa sarà la sua ultima da calciatore professionista. 

OLANDESE VOLANTE
All’inizio di questa rubrica avevamo promesso che avremmo svelato come e quando Van Persie è diventato l’ “Olandese Volante”. Ebbene non lo abbiamo dimenticato: è giunto il momento di spiegare anche questo. 
L’elegante attaccante olandese è tuttora il primatiste di reti della Nazionale Orange, con 50 gol siglati in 102 partite.

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Ma c’è un gol in particolare che non dimenticherà mai: in occasione dei Mondiali 2014, in Brasile, si disputava Spagna-Olanda.
Le Furie Rosse erano passate in vantaggio, ma a riagguantare il pareggio ci pensa Robin Van Persie, che con un “volo” spettacolare colpisce la palla di testa e beffa Casillas con un pallonetto incredibile.
Partita poi vinta con un netto 1-5. 

-Piccola curiosità: la straordinaria bellezza di questa rete ha riscosso talmente successo che Michiel Mol, fondatore di una società aerospaziale olandese, ha avuto un’idea geniale: “Se gli Oranje arriveranno in finale gli faremo fare un giro nello spazio. Il gol di Van Persie ci ha fatto venire l’idea”
La spedizione brasiliana per Van Persie e compagni si è poi conclusa in semifinale contro l’Argentina e con la vittoria della “finalina” per il terzo posto contro il Brasile. Il viaggio nello spazio, dunque, non è stato vinto, ma per mantenere l’appellativo di Olandese Volante è bastato quello spettacolare gol: d’altronde, in inglese Robin vuol dire “Pettirosso”. Sarà mica una coincidenza? 

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