Nevio Scala e il miracolo europeo del Parma

Prima ancora del Parma di Buffon, Thuram, Cannavaro, Veron e Crespo, c’è stato un altro Parma, forse meno conosciuto ma che iniziò le fortune di una delle squadre più belle e affascinanti degli anni ’90: una squadra che partì in sordina dalla Serie B per arrivare a vincere una Coppa delle Coppe, una Supercoppa europea e una Coppa Uefa nel giro di pochi anni. L’allenatore di quella squadra spesso dimenticata e oscurata dal talento dei campioni che sarebbero arrivati qualche anno dopo era Nevio Scala.

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Dopo una buona carriera da giocatore, coronata dallo Scudetto 1967-68 e dalla Coppa dei Campioni 1968-69 conquistati con il Milan, Scala inizia a farsi notare da allenatore nel 1988 quando porta la Reggina in Serie B e, da neo-promossa, sfiora la clamorosa promozione in A.

Nel 1989, la stagione successiva, arriva la chiamata del Parma, all’epoca in B: l’ambizioso club di Tanzi, grazie al lavoro di Scala, centra subito la promozione e nel 1990 getta le basi per la costruzione della squadra che di lì a qualche anno avrebbe iniziato a spadroneggiare anche in Europa. Infatti il mercato porta in Emilia Romagna due top player che faranno le fortune dei gialloblu: il portierone brasiliano Taffarel (che nel 1994 si sarebbe anche laureato Campione del Mondo) e Tomas Brolin.

I due acquisti vanno ad aggregarsi ad una rosa giovane e con tanti italiani tra cui spiccano i difensori Minotti e Apolloni in difesa e Melli in attacco e che il primo anno in massima serie ottengono risultati che vanno oltre ogni aspettativa: quinto posto in campionato e qualificazione in Coppa Uefa per l’anno successivo.

L’anno successivo il primo trofeo: una Coppa Italia vinta in finale contro la Juventus che sarà l’antipasto per gli indimenticabili successi europei che stavano per arrivare.

Nel 1992 a Parma arriva il colombiano Faustino Asprilla: carattere bizzoso ma talento assoluto, l’attaccante brasiliano si sposa alla perfezione con il gioco brillante fatto di ripartenze veloci e contropiedi fulminanti che caratterizzano il gioco di Scala. Oltre a fermare il Milan dei record di Capello reduce da qualcosa come 58 partite di imbattibilità, il Parma si rende protagonista anche della prima impresa europea della sua storia, vincendo la Coppa delle Coppe 1992-93.

Nel ’93 arrivano anche Sensini e Zola, per rafforzare una rosa già molto competitiva e a dimostrazione delle ambizioni sfrenate di Tanzi. Il Parma parte fortissimo: batte il Milan conquistando la Supercoppa Europea e in campionato è sempre lì a battagliare per la vetta della classifica. Purtroppo lo Scudetto non arriverà mai nè con Scala nè successivamente con Malesani e l’annata si rivela deludente rispetto alle altissime aspettative.

Ma nel 1994-1995 arriva l’apogeo dell’era Scala.

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Il mercato porta alla corte di Scala altri due gioiellini: Fernando Couto e Dino Baggio. In campionato ottiene un altro terzo posto e perde la finale di Coppa Italia contro la Juventus, ma proprio contro i bianconeri conquista la Coppa Uefa 1994-95 con mattatore proprio Dino Baggio

Bucci-Bennarrivo-Di Chiara-Minotti-Susic-Couto-Fiore-Baggio-Crippa-Zola-Asprilla: questo il 5-3-2 “cult” che scrisse la storia del club gialloblu. 

Il ciclo di Scala, con questa luminosa vittoria, si avviò verso un tramonto fisiologico: nonostante l’acquisto del Pallone d’Oro e capocannoniere del Mondiale ’94 Stoichkov e all’arrivo dei giovanissimi e promettenti Fabio Cannavaro e Filippo Inzaghi, l’anno successivo il Parma non riuscì a ripetere i miracoli della stagione precedente e chiuse l’annata senza vittoria. Tanzi non perdona la stagione no a Scala e lo esonera. Ma prima di lasciare i gialloblu, Scala lascia in eredità al Parma e al calcio italiano un piccolo grande regalo: è lui a lanciare in prima squadra in 17enne e sconosciuto Buffon.

A questo punto inizia un lungo girovagare in Europa per Scala, che non si fa mancare grosse soddisfazioni anche lontano da Parma: con il Borussia Dortmund vince la Coppa Intercontinentale 1997, arrivando lontano anche in Champions dove si arrese in semifinale solo al Real Madrid, ma arricchirà il suo palmarès anche con lo Shaktar in Ucraina e con lo Spartak Mosca in Russia, con cui nel 2004 chiude la carriera da allenatore.

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Ma nel 2015, dopo oltre dieci anni di lontananza dal mondo del calcio, Scala torna per aiutare il Parma in enormi difficoltà societarie dopo il fallimento e costretto a ripartire dalla Serie D, assumendo la carica di presidente e garante del progetto di rifondazione.

Uomo serio, educato e di poche parole, Scala ha segnato indelebilmente la storia del Parma, inaugurando un ciclo vincente che sarebbe poi proseguito con Malesani e che ha reso il club gialloblu una delle più belle realtà del calcio italiano ed europeo. 

 

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