MotoGP Qatar 2018 Analisi – Dovi-Marquez, è subito duello. Rossi c’è

Il Motomondiale si è aperto ieri in Qatar con una domenica da ricordare sotto tanti fronti. Innanzitutto, spettacolo e competizione non sono mancati come tradizione, con in particolare il finale della MotoGP a tenere tutti incollati davanti agli schermi. Andrea Dovizioso, dopo il grande 2017, ha confermato di non essere una meteora ai livelli più alti, battendo ancora una volta di strategia un Marc Marquez comunque promosso a pieni voti, data la pista storicamente ostica. Applausi anche per Valentino Rossi, che festeggia il rinnovo con una gran gara, coronata dal podio, davanti ai positivi Cal Crutchlow e Danilo Petrucci, mentre Maverick Vinales ha riscattato una prima parte di gara in ombra con una buona rimonta. Una gomma difettosa rallenta il poleman Zarco, mentre l’impianto frenante fa correre un grosso brivido a Jorge Lorenzo. Nelle altre categorie, sono sempre Italia e Spagna a farla da padrone, con le vittorie di Francesco Bagnaia in Moto2 e di Jorge Martin in Moto3.

Selfie di gruppo per Rossi, Dovizioso e Marquez, protagonisti della prima gara di Losail (foto da: twitter.com/MotoGP)

DOVIZIOSO-MARQUEZ, UN FILM GIA’ VISTO

Si riparte dove avevamo lasciato, Andrea vs Marc, Ducati vs Honda. La gara inaugurale di Losail ha visto una piacevolissima replica di quello che era stato il leit-motiv del 2017, con dei palpitanti giri finali, che hanno visto i due protagonisti sfidarsi sul filo dei millesimi. A differenza di Marquez, da subito nel gruppo di testa, il Dovi è partito più a rilento, finendo in 9° posizione dopo aver dovuto frenare per non arrivare addosso alla Suzuki di Rins. Con fredda strategia, il forlivese ha tenuto sotto controllo la situazione, cominciando gradualmente a risalire, fino ad inserirsi anche lui nel pacchetto di mischia.

La volata vincente di Andrea Dovizioso ai danni di Marc Marquez nel GP del Qatar 2018 (foto da: somoslamoto.com)

All’inizio del quintultimo giro, il ducatista rompe gli indugi nei confronti di Zarco, provando il ‘tirone’. Ma un pò le condizioni degli pneumatici un pò la caparbietà di un rognosissimo Marquez, hanno condotto i due al duello decisivo, concretizzatosi nel solito attacco all’arma bianca del catalano all’ultima curva, e altrettanto solitamente nella mossa difensiva del Dovi, che lascia entrare l’avversario per poi incrociare la traiettoria, beffandolo di accelerazione e di motore. Sono stati 27 i millesimi a premiare, sotto la bandiera scacchi, un pilota che, nelle ultime 21 gare, ne ha vinte 8 (10 i podi). Una dimensione nuova, che Andrea sta dimostrando sempre più di gradire. Marquez, dal canto suo, prima o poi dovrà inventarsi un modo diverso di attaccarlo. Ma il fatto che sia stato così competitivo in Qatar non può far dormire sonni tranquilli.

ROSSI, UN PODIO PER ZITTIRE LE CRITICHE. VINALES, UNA GARA A DUE FACCE

Il tassametro di Valentino Rossi continua a correre. Il podio conquistato ieri in Qatar è stato il 228.esimo in carriera, il 192.esimo in top class. A 39 anni suonati, fresco fresco di rinnovo biennale con la Casa di Iwata, il nuovo Mondiale è partito molto bene per il Dottore, con un risultato forse anche un pò al di sopra delle aspettative, visti gli arcinoti problemi della M1. E’ vero, Losail è un circuito storicamente favorevole alla Yamaha, ma un podio non era affatto scontato. Soprattutto, non era scontato arrivasse in modo così convincente.

Valentino Rossi ha colto un ottimo 3° posto nella gara inaugurale del Motomondiale 2018 in Qatar (foto da: motogp.com)

Valentino, ancora una volta, ha sistemato con il suo team il setup nel warm-up, impostando una strategia tutta all’attacco. Lo si è visto nei primi giri, lo si è visto quando Rossi, come un giovincello, ha duellato senza la minima remora con i vari Petrucci, Crutchlow e, in un paio di frangenti, anche con Marquez. Liberatosi anche lui di Zarco, negli ultimi passaggi il pesarese ha dato l’anima per restare con il Dovi e con Marquez, fallendo di poco. I 797 millesimi finali di distacco dalla vetta sono un dato sicuramente positivo; ma lo stesso Valentino ha spiegato come in Yamaha devono lavorare, e tanto, per riuscire ad essere competitivi al livello di Ducati e Honda.

Particolare la domenica di Maverick Vinales. Dopo delle qualifiche davvero brutte (12°), a suo dire per un assetto totalmente sballato, lo spagnolo ha remato per tutta la prima parte di gara molto lontano dalle posizioni che contano, precipitando fino in 15° posizione. Un andazzo desolante, che però, da metà gara in poi, si è come ribaltato, con Maverick a trovare man mano passo e prestazione, saltando con facilità chi lo precedeva, fino a giungere a ridosso del primo gruppo di inseguitori, girando anche 3-4 decimi al giro meglio dei primi. La sua risalita si è fermata in 6° posizione, alle calcagna di Petrucci; ma quanto successo ha comunque spinto al sorriso Vinales, dettosi a suo agio nella seconda parte di gp con la M1 come mai negli ultimi tempi. 

CRUTCHLOW E PETRUCCI BRILLANO NEL DESERTO. SFORTUNATI ZARCO E RINS

Anche altri piloti si sono ritagliati il proprio posto al sole nel deserto di Losail. Su tutti Cal Crutchlow e Danilo Petrucci. Giunti rispettivamente in 4° e 5° posizione, staccati tra loro di poco meno di un secondo, entrambi erano accreditati come dei possibili outsider in gara, dato il loro passo molto convincente tra venerdì e sabato. Sia Cal che Danilo si sono confermati, facendo presenza fissa nel gruppo di testa e cedendo solo nel finale al ritmo superiore dei primi. In particolare il ternano ha pagato una scelta di pneumatici troppo soft, perdendo negli ultimi giri, pur resistendo agli assalti di Vinales.

Partito dalla pole, Zarco ha pagato negli ultimi giri dei problemi ad uno pneumatico, arretrando fino all’8° posizione (foto da: motogp.com)

Gara strana anche per Johann Zarco. Il francese del Tech 3, dopo la splendida pole del sabato, ha condotto praticamente dallo start fino a 5 giri dalla fine. Pur con la stessa scelta di pneumatici dei piloti Yamaha ufficiali, la sensazione era che Zarco provasse la fuga nei primi giri, per poi gestire; e invece non è riuscito a fare il vuoto e, una volta passato da Dovizioso e Marquez, è arretrato velocemente fino all’8° posizione finale, a causa di uno pneumatico difettoso, come ammesso dalla stessa Michelin. Sfortunato Alex Rins che, dopo un ottimo inizio e una prima metà di gp nelle prime posizioni, è finito nella ghiaia. Ma avrà certamente occasione di rifarsi nei prossimi appuntamenti.

PEDROSA E IANNONE IN AFFANNO. LORENZO TRADITO DA UN PROBLEMA AI FRENI

Passiamo alle note meno liete della domenica qatariota. Dani Pedrosa ha confermato le difficoltà mostrate nei test e, dopo una partenza lampo, è stato in ombra tutto il tempo, incapace di un guizzo da sottolineare, chiudendo con un anonimo 7° posto. Non bene anche Andrea Iannone, ancor più di Pedrosa con il passo del gambero, dopo una buona partenza, e 9° al traguardo. Inizio peggiore, poi, non poteva esserci per Jorge Lorenzo. Il maiorchino perde tanto in partenza, prima per evitare una collisione con Rossi poi finendo largo. Al di fuori della top-10, Jorge fatica a trovare il ritmo, fino alla ‘ciliegina sulla torta’, ovvero un problema ai freni che lo costringe a buttarsi dalla moto a 180 km/h nella via di fuga a poco più di un terzo di gara.

ROOKIE CLASS 2018: BENE MORBIDELLI E SYAHRIN

Tra i rookie della stagione 2018, qualcuno è riuscito a mettersi in mostra. In primis il nostro Franco Morbidelli, buon 12° con la Honda del team Marc VDS, dopo aver battagliato nelle prime fasi con Lorenzo e Vinales. Ha di che sorridere anche il malese del Tech 3 Hafizh Syahrin, che chiude 14° e diventa il primo pilota malese a conquistare punti nella classe regina. Subito fuori dai punti Thomas Luthi e Takaaki Nakagami (rispettivamente 16° e 17°), mentre Xavier Simeon conferma le difficoltà di questo suo debutto terminando in ultima posizione (21° a +46.706).

GLI ALTRI: DELUSIONE IN CASA APRILIA E KTM

Non è stata una domenica da ricordare né in casa Aprilia né in casa KTM. Entrambe le case, chiamate ad avvicinarsi ai top team, hanno fallito l’appuntamento con la zona punti. Il migliore, si fa per dire, è stato Bradley Smith (18°), che ha preceduto di qualche secondo le due RS-GP di Aleix Espargaro (lo scorso anno 6° su questa pista), clamorosamente rimasto senza benzina mentre provava ad entrare in top-10, e Scott Redding. Ritirato Pol Espargaro. Riguardo agli altri, in zona punti sono finiti anche Jack Miller (10°), Tito Rabat (11°), Alvaro Bautista (13°) e Karel Abraham (15°).

MOTO2: ITALIANS DO IT BETTER. CHE GARA PER BAGNAIA E BALDASSARRI

Grande giornata tricolore al debutto nella Middle Class. La vittoria, prima in Moto2, è andata ad un grande Francesco Pecco Bagnaia, che manda al macero tutte le voci di scarse motivazioni, dato che già è certo di andare in MotoGP il prossimo anno. Il pilota del team Sky Racing Team VR46 (primo successo per il team in Moto2), già Rookie of the Year 2017, ha condotto la gara con autorità dall’inizio alla fine, se si esclude l’ultima curva dell’ultimo giro, quando ha replicato immediatamente al tentativo dell’amico Lorenzo Baldassarri (Team Pons), ottimo 2° al traguardo. Gara sfortunata per Alex Marquez: il fratellino di Marc, autore della pole, era in lotta con il Balda quando, a 6 giri dal termine, è finito fuori per un surriscaldamento eccessivo del freno posteriore. Nonostante l’inconveniente, però, Alex è riuscito a chiudere sul podio, tenendo a bada un buon Mattia Pasini (4°).

Gran debutto stagionale per Francesco Bagnaia, alla prima vittoria in Moto2 (foto da: motorcyclesports.net)

Debutto un pò sottotono per le due KTM di Miguel Oliveira e di Brad Binder, rispettivamente 5° e 6°, che precedono le Kalex del team Dynavolt di Marcel Schrotter e di Xavi Vierge, a loro volta 7° ed 8°. A lungo in lotta nella seconda fase di gara, Luca Marini chiude 9°, davanti a Jorge Navarro, 10°. Mir, al debutto, centra un positivo 11° posto, davanti a Gardner, Barbera, Simone Corsi (14°) ed Aegerter, che completano la zona punti. Per quanto riguarda gli altri italiani, Andrea Locatelli finisce 19°, mentre Romano Fenati, dopo un buon avvio, precipita fino alla 24° posizione. Poi troviamo Stefano Manzi (26°) e Federico Fuligni (29°). 

MOTO3: MARTIN MVP. CHE PECCATO BASTIANINI!

Dopo la beffa delle qualifiche, con Antonelli a precederlo per appena un millesimo, Jorge Martin (Team Del Conca Gresini) rispetta il pronostico ed apre il 2018 con una vittoria. Un successo, però, faticoso, grazie all’opposizione del connazionale Aron Canet, che si arrende solo in volata per 23 millesimi. Della partita poteva essere anche il nostro Enea Bastianini, partito molto bene dalla 10° piazza e nel gruppo dei protagonisti; almeno finché una banale caduta (5° giro) non l’ha tolto di mezzo. Sul podio comunque sale un italiano, ovvero il bravo Lorenzo Dalla Porta, che beffa in volata Niccolò Antonelli, l’argentino Gabriel Rodrigo, Fabio Di Giannantonio, i giapponesi Kaito Toba e Ayumu Sasaki e il ceco Jakub Kornfeil, tutti in 4 decimi circa. Andrea Migno completa la top-10, davanti a Norrodin, Masia, Masaki, Marco Bezzecchi (14°) e Ramirez. Subito fuori dai punti Dennis Foggia (16°) e Tony Arbolino (17°), mentre anche Nicolò Bulega si è ritirato.

La volata vincente di Jorge Martin su Aron Canet, in classe Moto3 (foto da: thecheckeredflag.co.uk)

Il Motomondiale tornerà in pista nel weekend tra il 6 e l’8 aprile, con il Gran Premio d’Argentina a Termas de Rio Hondo.

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