MotoGP Olanda 2019, Analisi Gara – Vinales vince, Marquez allunga

L’Università delle due ruote, al secolo Assen, ci ha riconsegnato una Yamaha in grande spolvero, con un Maverick Vinales competitivo e veloce come non lo si vedeva da tempo, capace di imporre la sua legge, e un Fabio Quartararo che, alla velocità innata sul giro singolo, comincia a far seguire prestazioni sempre migliori anche in gara. Deve piegarsi un Marc Marquez che, comunque, fa buon viso a cattivo gioco, visto che va a guadagnare su tutti i suoi rivali più prossimi. Deludono infatti le Ducati, mai veramente in gioco, con Andrea Dovizioso e Danilo Petrucci 4° e 6°, inframmezzati dalla terza Yamaha, quella di Franco Morbidelli. Sono mancati Alex Rins, stesosi subito mentre era al comando, e Valentino Rossi che, partendo dalle retrovie, è caduto di nuovo, collezionando il terzo zero di fila. Nelle altre categorie, spiccano i successi di Tony Arbolino in Moto3 e di Augusto Fernandez in Moto2, in una gara caratterizzata dal contatto tra Lorenzo Baldassarri ed Alex Marquez, che ha spedito Thomas Luthi, 4° al traguardo, in vetta alla classifica.

Il podio del Gran Premio d’Olanda 2019, classe MotoGP: Marc Marquez (2°), Maverick Vinales (1°) e Fabio Quartararo (3°) (foto da: motogp.com)

YAMAHA, VINALES E QUARTARARO RISPONDONO PRESENTE. BENE MORBIDELLI. ROSSI IN CRISI

La Yamaha continua nella sua tradizione degli anni dispari ad Assen, cominciata addirittura nel 2005. E’ stato davvero un weekend da ricordare per la Casa di Iwata, che piazza ben tre M1 ai primi cinque posti. La vittoria va ad un Maverick Vinales che ritrova il successo dopo 10 gare d’astinenza (Phillip Island 2018); lo spagnolo, scattato dalla 2° posizione, l’ha cercata con tutto se stesso, prendendosi anche più di qualche rischio, arrivando a commettere qualche sbavatura di troppo, soprattutto nella prima metà di gara. Una volta ripreso il controllo della gara, infilando Marquez ai -13 e Quartararo ai -11, Top Gun impone il suo ritmo, insostenibile per i suoi ex compagni di fuga; ed arriva, meritata, la sesta in classe regina (22° in carriera), che potrebbe svoltarne la stagione.

Tutta la gioia di Maverick Vinales, che ad Assen ritrova una vittoria che mancava da Phillip Island 2018 (foto da: motogp.com)

Chi ormai sta conquistando sempre più spazio è El Diablo, Fabio Quartararo. Il rookie del team Petronas è ormai una presenza fissa delle primissime posizioni, soprattutto in qualifica, dove sembra avere davvero il fuoco dentro. Ad Assen, in un vero Tempio del Motorsport, il nativo di Nizza centra un’altra strepitosa pole (terza in MotoGP), per poi giocarsi a lungo la prima posizione. Paurosi gli sbarellamenti della sua M1 nei tratti veloci, probabilmente frutto di una condizione al braccio destro ancora non ottimale; ma la lucidità e la calma restano da pilota top, e arriva così il secondo podio consecutivo. La terza Yamaha al traguardo, con un brillante 5° posto ottenuto con una consistente rimonta nella seconda metà di gara, è quella di Franco Morbidelli. Non dev’essere per niente facile condividere il box con uno come Fabio Quartararo, soprattutto se il francese, a suon di prestazioni strabilianti, si sta conquistando la ribalta. Il pilota italiano, però, non si perde mai d’animo e fa sempre il suo in pista, andando ad eguagliare il personal best ottenuto ad Austin.

Una fase della gara di domenica ad Assen della MotoGP, con Fabio Quartararo a guidare, davanti a Marc Marquez e Maverick Vinales (foto da: motogp.com)

La nota stonata, purtroppo, è Valentino Rossi, che vive un momento di crisi profonda, soprattutto come risultati. L’avvio di stagione positivo aveva illuso che il Dottore, a 40 anni, potesse essere ancora protagonista; nelle ultime tre uscite, però, sono arrivati altrettanti zeri, che minano il suo status di miglior pilota Yamaha in classifica, visto che Quartararo e Vinales adesso lo seguono rispettivamente a -5 e a -7. La qualifica sta diventando un problema davvero urgente da risolvere; ma è più in generale il lavoro del team del pesarese che non convince, dato che ormai è l’unico che continua ad avere grosse difficoltà nel settare la M1. Partendo così indietro (14°), è chiaro che i rischi aumentino esponenzialmente, dovendo sgomitare a centro gruppo; la foga nel voler recuperare fa il resto. Ecco quindi che, dopo appena 5 giri, la gara del Dottore finisce nel ghiaione, coinvolgendo anche il malcapitato Nakagami. La speranza, ben conoscendo l’abnegazione e la passione che ci mette Valentino, è che possa uscirne in fretta, cogliendo quei risultati che merita (e quella vittoria che manca ormai da due anni).

HONDA, MARQUEZ MASSIMIZZA ANCORA IL RISULTATO. E LA FUGA DIVENTA SEMPRE PIÙ CONSISTENTE

Marc Marquez è stata l’unica nota lieta (come spessissimo accade) in casa Honda. Il Cabroncito, pur alle prese non con il suo weekend migliore, ha dato per l’ennesima volta sfoggio della sua classe, portando a casa il massimo possibile e, soprattutto, incrementando ulteriormente il margine in classifica sugli inseguitori: +44 sul Dovi, +52 su Petrucci e +59 su Rins. Dopo la prima qualifica del 2019 non conclusa in prima fila, per due terzi di gara Marc è sembrato in grado di duellare con le M1 di Vinales e Quartararo per la vittoria; tra i tre, anzi, il pilota HRC è stato quello a sbagliare di meno (praticamente niente). Quando però Maverick ha deciso di provare seriamente lo strappo, il #93 si è evidentemente accontentato, portando a casa 20 punti che costituiscono un altro, pesante mattone sull’ennesimo titolo mondiale.

Marc Marquez, 2° ad Assen, può ritenersi ampiamente soddisfatto, visto che il margine sugli inseguitori è cresciuto (foto da: motogp.com)

Che dire di Jorge Lorenzo? Dopo i fatti di Barcellona, ce lo si attendeva al riscatto su una pista a lui più volte amica come quella di Assen. E invece il weekend del maiorchino si è interrotto già nel finale delle PL1, quando una brutta caduta in curva 7 gli ha procurato la frattura della sesta vertebra dorsale, oltre ad una microlesione all’ottava; Jorge dovrà portare il busto per un periodo compreso tra le tre e le quattro settimane. La Honda spera di riaverlo per la ripresa a Brno; intanto al Sachsenring ci sarà Stefan Bradl. Poca gloria per il team LCR, di Lucio Cecchinello: Cal Crutchlow finisce con 7° posto senza infamia e senza lode; Takaaki Nakagami, purtroppo, è stato centrato ad alta velocità in curva 8 nei primi giri dalla Yamaha di Valentino Rossi. Fortunatamente il nipponico ne è uscito senza lesioni di sorta.

DUCATI, COSÌ NON VA. DOVI E PETRUX FATICANO, E MARQUEZ SI ALLONTANA…

A Barcellona fu lo strike dell’ex Jorge Lorenzo a porre fine immediatamente alle velleità di Andrea Dovizioso; ad Assen, invece, il forlivese ha faticato tanto a trovare la quadra nonostante un buon avvio, qualificandosi appena in 11° posizione, beccando addirittura 1.6″ dalla pole. Una situazione tecnica complicata, dalla quale comunque il Dovi ha avuto il merito di estrarre il massimo possibile, rappresentato domenica da un 4° posto che sa comunque di brodino. Ancora più complicato il discorso riguardante Danilo Petrucci. Il ternano, in pista leggermente meglio del compagno di box almeno fino a prima della gara, vive una difficile situazione psicologica dovuta al tira e molla sul suo rinnovo. La vittoria del Mugello sembrava aver sbloccato tutto, ma non è andata così e lo stallo continua, a detrimento del Petrux, che ha lasciato l’Olanda con un deludente 6° posto. A Borgo Panigale serve una scossa, poiché Marquez non solo non aspetta, ma va via in classifica in modo inesorabile. E’ stata una domenica complicata anche in casa Pramac: Jack Miller non ha avuto spunti di sorta questo weekend e, per la prima volta quest’anno quando arriva al traguardo, manca (e di tanto) la top-5; ancora peggio è andata ad uno smarrito Francesco Bagnaia, in enorme affanno sin da venerdì ed alla fine mestamente 14°.

Le due Ducati di Andrea Dovizioso e di Danilo Petrucci, durante la gara di domenica in Olanda (foto da: motogp.com)

SUZUKI, RINS SI BUTTA VIA. MIR A METÀ

Che occasione ha sprecato Alex Rins. Il pilota catalano, partito fortissimo dalla terza casella dello schieramento, prende subito il comando della corsa, provando a sfruttare la soft al posteriore; ma Alex esagera e finisce per terra nel corso del terzo giro finisce nella via di fuga della De Bult. Uno zero che costa caro a Rins, adesso 4° in classifica a -59 da Marquez. Joan Mir si ritrova in testa, ma dura davvero poco, superato in successione da Quartararo, Marquez e Vinales. Per una buona metà gara, Mir regge nelle prime posizioni, salvo poi fare il gambero e venir superato anche dalle due Ducati ufficiali e dalla Yamaha di Morbidelli, chiudendo in 8° posizione. Non la conclusione che Brivio e i suoi si attendevano prima del semaforo verde.

Alex Rins, sulla sua GSX-RR durante il weekend di Assen. Per lo spagnolo la gara olandese è durata nemmeno tre giri, cadendo mentre era in testa (foto da: motogp.com)

GLI ALTRI: IANNONE IN TOP-10, SEGUITO DAI FRATELLI ESPARGARO

Passando al resto della truppa, spicca la discreta prestazione di Andrea Iannone, per la prima volta al traguardo nei 10 in questa stagione (10°), e con l’Aprilia per la prima volta in grado di spuntarla nel confronto con la KTM, che ha visto Pol Espargaro 11°, davanti al fratello Aleix (12°) sull’altra Aprilia. In zona punti anche le due KTM Tech 3 di Miguel Oliveira (13°) e di Hafizh Syahrin (15°), mentre ne finiscono fuori i due dell’Avintia Racing, Tito Rabat e Karel Abraham, tra l’altro finito per terra e ad un giro. Ritirato Johann Zarco.

La partenza della gara della classe MotoGP ad Assen, domenica (foto da: motogp.com)

MOTO2: IL BALDA STENDE MARQUEZ, LUTHI RINGRAZIA. VINCE FERNANDEZ

E’ successo di tutto nel Gran Premio d’Olanda della Middle Class, vinta da Augusto Fernandez, al primo successo in carriera, davanti all’ottimo Brad Binder, al primo podio stagionale suo e della KTM. L’episodio che caratterizza in negativo il GP avviene nel corso del penultimo giro: Lorenzo Baldassarri, autore di una grande rimonta dalla 16° posizione, stende il leader del campionato, Alex Marquez, in curva 4, nel tentativo di appropriarsi della 3° posizione. Un errore che fa infuriare il fratello d’arte, che ai box dice chiaro e tondo all’italiano che, se vuole vincere il Mondiale, deve usare di più la testa. L’accaduto, oltre a favorire l’inatteso 3° posto di Luca Marini (secondo podio in tre gare), permette a Thomas Luthi, 4° e non nella sua giornata migliore, di prendersi la vetta del campionato (117), +6 su Marquez, +25 su Fernandez, +28 su Jorge Navarro (anche lui finito per terra), +29 su Baldassarri e +33 su Marini.

Augusto Fernandez taglia da vincitore il traguardo del Gran Premio d’Olanda, classe Moto2. E’ la prima vittoria per lo spagnolo (foto da: motogp.com)

Tornando alla gara, i tanti ritiri (come quelli di Remy Gardner, di Sam Lowes, di Jorge Martin, di Enea Bastianini, steso da Xavi Vierge, e di Niccolò Bulega) favoriscono piazzamenti sorprendenti come il 5° posto del nipponico Tetsuta Nagashima (miglior risultato in carriera), che ha preceduto i nostri Andrea Locatelli (6°) e Stefano Manzi (7° dopo esser partito addirittura 29°). In 8° posizione ha concluso il tedesco Marcel Schrotter, davanti allo svizzero Dominique Aegerter, ai nostri Marco Bezzecchi (10°, per la prima volta a punti in Moto2) e Fabio Di Giannantonio (11°), all’inglese Jake Dixon, all’altro tedesco Lukas Tulovic, allo statunitense Joe Roberts e allo spagnolo Iker Lecuona, ultimo nei 15. Degli italiano, ko anche Simone Corsi.

MOTO3: ARBOLINO BEFFA DALLA PORTA. CANET SOLO 12°

Sventola il Tricolore e risuona l’inno di Mameli sul podio di Assen, classe Moto3. Il merito è di Tony Arbolino, che centra la seconda vittoria di carriera battendo in un duello all’ultimo giro l’altro azzurro Lorenzo Dalla Porta, mentre il ceco Jakub Kornfeil, nonostante un long lap penalty scontato (a velocità supersonica) negli ultimi passaggi, chiude sul terzo gradino del podio. Arbolino interrompe la serie di piloti diversi a vincere in Moto3 (si era giunti a 12 GP con 12 vincitori diversi), e si rilancia in una classifica accorciata grazie alla giornata negativa di Aron Canet, domenica soltanto 12° al traguardo. Il pilota del team di Max Biaggi vanta ora 107 punti, +7 su Dalla Porta, +24 su Niccolò Antonelli (soltanto 8° ad Assen) e +31 su Arbolino. L’Olanda ha detto male ad altri tre pretendenti, tutti caduti, ovvero Celestino Vietti, ora a -39, Jaume Masià (-42) e Kaito Toba (-56), con questi ultimi rispettivamente al secondo e terzo ritiro di fila.

Tutta la gioia di Tony Arbolino, che in Olanda, in classe Moto3, ha centrato la seconda vittoria del suo 2019 (foto da: motogp.com)

Tornando all’ordine d’arrivo, l’argentino Gabriel Rodrigo e lo scozzese John McPhee coronano le loro rimonte (rispettivamente dalla 16° e dalla 20° posizione) con il 4° ed il 5° posto finale, in un gruppone composto anche dal giapponese Ai Ogura, dallo spagnolo Marcos Ramirez, dai nostri Antonelli e Dennis Foggia (9°), dall’altro spagnolo Alonso Lopez, da Romano Fenati (11°), dal già nominato Canet e dall’altro nipponico Kazuki Masaki. Completano la zona punti un ceco ed uno spagnolo, ovvero Filip Salac e Sergio Garcia. Riguardo gli altri italiani in corsa, i vari Andrea Migno (caduto), Stefano Nepa e Riccardo Rossi occupano le posizioni dalla 19° alla 21°.

Il Motomondiale torna in pista già nel prossimo weekend, con l’ultimo appuntamento prima della sosta estiva, al Sachsenring, per il Gran Premio di Germania.

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