MotoGP Olanda 2017 Analisi: è Grand’Italia ad Assen

Il circuito di Assen è notoriamente conosciuto come l’Università del Motociclismo. E nella giornata di ieri possiamo dire che il nostro movimento ne esce pienamente promosso. In MotoGP, dopo 385 giorni di digiuno, Valentino Rossi è tornato ad assaporare l’ebrezza del gradino più alto del podio, spuntandola su un Danilo Petrucci in forma smagliante e ormai non più semplicemente specialista della pioggia. Ma a ridere è anche Andrea Dovizioso, novello leader di un Mondiale combattutissimo ed apertissimo, al quale una grossa mano l’ha data Maverick Vinales, stesoglisi davanti. In Moto2, pur dovendo fare i conti con il regolarissimo Thomas Luthi, Franco Morbidelli centra il quinto successo stagionale, mentre in Moto3, al termine di una gara al solito combattutissima, un bravo Romano Fenati è 2°, arresosi al solo Aron Canet. Procediamo dunque a sviluppare i temi regalatici dal Gran Premio d’Olanda.

Il podio del Gran Premio d’Olanda 2017, con il selfie ormai d’ordinanza (foto da: news.superscommesse.it)

VALENTINO ROSSI, UNA FAVOLA CHE NON SMETTE MAI DI STUPIRE

E alla fine, questa benedetta vittoria è arrivata. Valentino Rossi sfata un tabù che durava dal Gran Premio di Catalunya dello scorso anno e torna al successo, il 115.esimo (225 i podi). Ad Assen il pesarese raggiunge quota 10 vittorie (proprio come a Barcellona) e continua ad aggiornare il personale libro dei record, portando a 20 anni e 313 giorni la forbice tra la sua prima affermazione (Brno 1996) e quella di ieri, 7° vincitore più longevo di sempre nella storia del Motomondiale. Ma i numeri non possono dire tutto del fenomeno Valentino, un eterno ragazzino di 38 anni che continua a rinnovare la sfida ad avversari ben più giovani di lui, sicuramente affamati, motivati, rampanti. Il Dottore ha condotto una gara superlativa, in una di quelle domeniche dove il bersaglio grosso non può sfuggire, lo capisci da vari indizi. E nemmeno la pioggerellina del finale, che tanti dubbi ha instillato in non pochi avversari, è servita a fermarlo. Valentino si diverte e trae linfa dal divertire i fans, dal dare spettacolo in pista. ‘Negli ultimi anni ho capito il perchè continuo a gareggiare e ad impegnarmi così, per godere delle sensazioni delle ore successive ad una vittoria‘, sono state le parole a caldo di Vale. Con una classifica così corta, la vittoria di ieri è un chiaro avviso ai naviganti: anche grazie al nuovo telaio che sente più suo, il Dottore sarà ancora una bella gatta da pelare per chiunque ambisca allo scettro iridato.

La soddisfazione di Valentino Rossi, tornato alla vittoria in Olanda ad oltre un anno dall’ultima volta (foto da: motogp.com)

DANILO PETRUCCI E’ DIVENTATO ‘GRANDE’

Si può arrivare secondi, beccando soli 63 millesimi da un Rossi alla miglior gara dell’anno finora, su una pista come Assen, ed essere letteralmente imbufaliti dopo la bandiera scacchi? Si, se ti chiami Danilo Petrucci. Il pilota ternano non le ha mandate a dire nel post-gara, nei riguardi di Barbera e soprattutto Rins, rei di non essersi spostati, da doppiati, facendogli in un certo qual modo perdere il treno della vittoria. Eppure il Petrux ha di che essere soddisfatto. Ormai non è più un’eresia includerlo tra i piloti al top della categoria, capace di dire la sua non solo in condizioni estreme ma anche sull’asciutto. Un pilota ormai maturo anche dal punto di vista tattico, come dimostrato ieri, andando all’attacco al momento giusto e andando vicinissimo ad un colpaccio che, a mio parere, è maturo. Dai Danilo, provaci ancora!

ANDREA DOVIZIOSO, PRIMA VOLTA IN VETTA ALLA CLASSIFICA. LORENZO DISPERSO

Era dal 2009, quando Casey Stoner vinse il Gran Premio d’Italia al Mugello, che un pilota Ducati non si ritrovava da solo in vetta alla classifica del Motomondiale. Per la prima volta in carriera da quando corre nella classe regina, Andrea Dovizioso riveste il ruolo di leader di una classifica cortissima, che vede il forlivese vantare 4 lunghezze di margine su Vinales, 7 su Rossi e 11 su Marquez. La gara di ieri ha visto un Dovi prudente nella prima fase, condizionata anche dal partire in terza fila, per poi scatenarsi tra il 13° ed il 21° giro quando, girando di media sul mezzo secondo al giro più veloce rispetto agli avversari, rimonta con disarmante facilità sul gruppo di testa, al punto da sembrare, ad un certo punto, il favorito. Nel finale, però, persi Rossi e Petrucci, Dovizioso ha badato più a portare a casa un risultato comunque pesante, cercando di non gettare tutto all’aria con i combattivi Marquez e Crutchlow. Una situazione davvero rosea che fa da contraltare a quella di Jorge Lorenzo, che conclude male un weekend assolutamente da cestinare. Solo 21° al via, il maiorchino non ha mai trovato il bandolo della matassa, provando un ultimo disperato tentativo con il cambio moto, ricavandone solo un 15° posto e un umiliante doppiaggio.

Il nuovo leader del Mondiale, Andrea Dovizioso, qui impegnato con Marc Marquez (foto da: moto.it)

HONDA, BENE MARQUEZ E CRUTCHLOW, PEDROSA NAUFRAGATO

Gara difficile per la Honda, ancora una volta trovatasi ad inseguire gli avversari. La migliore HRC è sempre quella di Marc Marquez che, pur non disponendo della moto migliore, ci mette sempre tanto del suo nel conquistare risultati di rilievo. In questo caso un bel 3° posto, giunto al termine di una lotta all’arma bianca negli ultimi giri con Crutchlow e Dovizioso. Una circostanza che ha mostrato, una volta di più, la propensione al duello del Campione in carica. Bene anche Cal Crutchlow (4°) il quale, dopo una prima metà di gara nell’anonimato, emerge di prepotenza non appena la pista diventa viscida, giocandosi il podio praticamente fino all’ultima curva. Male male invece Dani Pedrosa, mai in gara e rimbalzato man mano fin quasi ai margini della zona punti, rimediando un deludentissimo 13° posto finale. Se davvero vuole essere della partita, il buon Dani deve trovare maggiore continuità.

MAVERICK VINALES, FORTUNATO NELLA SFORTUNA

Il grande deluso di giornata non può che essere lui, Maverick Vinales. Il pilota della Yamaha impacchetta un regalo graditissimo agli avversari, finendo a terra nell’ultima esse pressappoco a metà gara. Una domenica resa complicata dalla posizione di partenza, 11°, che ha costretto Maverick a rimontare da metà gruppo, attorniato da rivali tutti molto agguerriti. Liberatosi di Redding, quando sembrava poter provare a rientrare sui primi, ecco la caduta. Una dinamica pericolosissima, con l’anteriore del Dovi che passa a pochi centimetri dal collo dello spagnolo. Sinceramente, una volta viste le immagini, credo che Maverick abbia acceso più di un cero a qualcuno… In generale, comunque, emerge ancora una volta un dato riguardo al nativo di Figueres: se si ritrova intruppato, Vinales va in affanno, non riuscendo ad esprimersi al meglio. Un elemento che, nel prosieguo del campionato, potrebbe essere molto importante, fermo restando che il pilota Yamaha, a mio parere, è ancora il favorito #1.

La caduta di Maverick Vinales, durante il Gran Premio d’Olanda 2017, che gli è costato la vetta nel Mondiale (foto da: motogp.com)

JOHANN ZARCO, UN AZZARDO CHE NON PAGA

Un gran peccato la gara del francese del team Tech 3. Dopo la splendida pole di sabato, il due volte Campione della Moto2 opta per due pneumatici soft per la gara, con il chiaro intento di provare a scappar via nella prima parte, per poi resistere nella seconda. Ma il piano non riesce e, una volta persa la ‘contestata’ lotta con Rossi, Zarco ha praticamente perso il ritmo, finendo a margine del gruppo di testa. Una volta cominciate a cadere le prime gocce di pioggia, Johann è il primo a tentare la carta della moto con le gomme da bagnato nel flag to flag. Ma gli dei del motociclismo non gli sono amici e la scelta si rivela un boomerang, con il francese che chiude 14°. Anche lui, come Petrucci, avrà sicuramente altre occasioni in futuro. Il pilota c’è, il talento abbonda. La sensazione è quella di trovarsi di fronte ad un gran bel pilota.

GLI ALTRI: GRANDI PRESTAZIONI PER MILLER, ABRAHAM E BAZ

Alle spalle dei big, non pochi piloti si sono distinti per una gara decisamente positiva. Parliamo innanzitutto di Jack Miller, 6° in solitaria e al miglior risultato stagionale; oppure di Karel Abraham e Loris Baz, rispettivamente 7° ed 8° (anche per loro season best), che precedono in volata un Andrea Iannone in evidenza nelle prime fasi, finchè hanno retto gli pneumatici. Discorso molto simile per Aleix Espargaro, 10° con l’Aprilia, mentre il fratello Pol porta la KTM in 11° posizione, ancora una volta miglior prestazione dell’anno. Bravo Tito Rabat (12°) a tenersi dietro l’HRC di Pedrosa, mentre giungono fuori dai punti Hector Barbera e Alex Rins, oggetti degli strali di Petrucci. Tra i piloti caduti, detto di Vinales, hanno tanto da recriminare soprattutto Bautista, Redding e Lowes, che hanno gettato nel cestino la chance di fare un’ottima gara. Folger, molto promettente alla vigilia, compromette tutto con un lungo nel corso del primo giro, per poi stendersi. Out anche Smith.

MOTO2: MORBIDELLI SOFFRE MA TORNA AL SUCCESSO

Una vittoria sudata e per questo ancora più bella. Franco Morbidelli, dopo le prove non esaltanti del Mugello e di Barcellona, si riscatta ad Assen e centra il quinto successo stagionale in otto gare. Un risultato ottenuto al termine di una battaglia durata fino all’ultimo giro con il rivale Thomas Luthi, infilato senza possibilità di replica in curva 11. Eppure, nonostante una prima metà di stagione praticamente dominata, l’italo-brasiliano del team Marc VDS ha solo 12 punti di vantaggio sull’elvetico (148 a 136), finora mai vincitore ma sul podio sette volte su otto. Anche altri protagonisti si sono dati battaglia nel gruppo di testa. A partire da Takaaki Nakagami e Mattia Pasini: il nipponico ha superato all’ultima staccata il riminese, il quale poi taglia la chicane e passa sul traguardo 3°. Giustamente (a mio modo di vedere) penalizzato (da 3° a 4°, con Nakagami sul podio), Pasini si è scagliato nel dopogara sia nei riguardi della direzione gara che dell’avversario. Subito dietro, a completare la top-5, è arrivato Miguel Oliveira, mentre Alex Marquez è rimasto più nell’ombra (6°). Per quanto riguarda gli altri azzurri, Francesco Bagnaia ha chiuso 10°, mentre fuori dai punti sono finiti Andrea Locatelli (18°) e Stefano Manzi (20°). Caduti Luca Marini e Simone Corsi.

Franco Morbidelli festeggia la quinta vittoria stagionale (foto da: motogp.com)

MOTO3: DALLA BAGARRE SPUNTA CANET. BENE FENATI

Grande battaglia, come al solito, nella ‘Entry Class’ del Motomondiale, con ben dieci piloti che fino all’ultima staccata si sono giocati la vittoria. A trionfare, dopo una bella rimonta da centro gruppo, è stato l’iberico Aron Canet, che infila all’ultima staccata il nostro Romano Fenati, autore di un’ottima prestazione, precedendolo quindi sulla linea d’arrivo per soli 35 millesimi. Anche nella generale Canet ha passato l’ascolano, scavalcandolo al secondo posto con 110 punti contro 108. I due sono riusciti a rosicchiare non pochi punti al leader del campionato, Joan Mir (140 punti), rimasto vittima della bagarre e solo 9° al traguardo. Tornando sulle primissime posizioni, sul gradino più basso del podio sale lo scozzese John McPhee, che precede nell’ordine i vari Martin, Danilo, Ramirez, Rodrigo e Suzuki. Menzione per il povero Bo Bendsneyder, toccatosi con un avversario sulla retta finale, tagliando il traguardo scivolando a pancia in giù, venendo poi squalificato. E gli altri italiani? Ad eccezione di Nicolò Bulega ed Andrea Migno, a punti rispettivamente 10° e 14°, e di Manuel Bezzecchi (16°), per il resto è stata una ecatombe. Di Giannantonio, Pagliani, Arbolino, Dalla Porta e Bastianini, tutti ko.

Aron Canet, vincitore del Gran Premio d’Olanda, classe Moto3 (foto da: motogp.com)

Il Motomondiale non si ferma e già il prossimo fine settimana torna in pista, con l’ultima prova prima della pausa estiva, ovvero il Gran Premio di Germania al Sachsenring.

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