La questione ali o carene sta continuando a tenere banco in MotoGP. In particolare dopo gli ultimi test off-season del Ricardo Tormo di Valencia, dove la Yamaha ha presentato una M1 dotata di una carena richiamante proprio le ali con funzioni aerodinamiche, bandite per presunta eccessiva pericolosità a fine 2016. Una Ducati che, dal canto suo, scottata dal divieto, è stato il team a spingere di più sull’evoluzione delle carene, nel tentativo di recuperare il terreno perduto.
Già Jorge Lorenzo, nell’immediatezza dei test valenciani, era intervenuto duramente sul tema, parlando di decisione atta a danneggiare la Casa di Borgo Panigale, molto più avanti delle altre in quel settore. Anche Andrea Dovizioso, di solito diplomatico nelle sue dichiarazioni, ha rilasciato dichiarazioni pesanti: “Pur volendo, non si può negare che in quanto successo ci sia una sola interpretazione. Ci è stato detto che le ali erano state bandite perché troppo pericolose, ma le carene odierne lo sono ancora di più“, ha commentato a Motorsport.com il forlivese.
“Sono d’accordo con quanto prevede il regolamento attuale, ma le nuove carene dimostrano che le ragioni dietro a quel divieto erano una farsa. Mostra che la reale ragione per cui sono state bandite le ali era limitare i progressi della Ducati“, ha attaccato il Dovi.
A stretto giro di posta è arrivata la replica di Maverick Vinales: “Non penso proprio che la nostra carena sia fuori dalle regole. Anzi, anche Aprilia e la stessa Ducati ne hanno alcune molto simili alle nostre” – spiega lo spagnolo – “E’ vero che può riportare alle vecchie ali, ma fa parte della carena. Il divieto delle ali è stata una decisione dipesa dalla Dorna e io sono d’accordo con quello è stato scelto“.
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