La 16° edizione del Gran Premio d’Argentina, svoltosi a Terma de Rio Hondo, va in archivio, per quel che riguarda la MotoGP, con un dominio davvero imbarazzante di Marc Marquez, che ottiene la prima vittoria stagionale (con vetta del mondiale) salutando tutti gli altri praticamente sin dal primo giro. Alle sue spalle, Valentino Rossi torna sul podio dopo 11 gare d’astinenza, il primo da 40enne, arrivato spuntandola in duello su un Andrea Dovizioso stavolta sulla difensiva. Bene anche Jack Miller e Alex Rins, peccato per Franco Morbidelli, che stende Maverick Vinales. Gara da dimenticare per Jorge Lorenzo ed Andrea Iannone. Nelle altre categorie, da segnalare il 2 su 2 di Lorenzo Baldassarri in Moto2, e la vittoria di Jaume Masià in Moto3.
HONDA – MARQUEZ IN CARROZZA, LORENZO DISPERSO. CRUTCHLOW FURIOSO
Vittoria #45 in MotoGP, #71 in carriera; 9.8″ di vantaggio sul primo inseguitore, praticamente fermandosi nell’ultimo giro, toccando un massimo di 13″. Signore e signori, Marc Marquez, in Argentina, ha messo in scena uno dei domini più netti ed incontestabili degli ultimi anni nella classe regina, pari ad altri assoli del fenomeno di Cervera su piste storicamente ‘amiche’ come Austin e Sachsenring. Un Marquez che gli avversari hanno praticamente visto in partenza e all’arrivo, o meglio sul podio, tanto imbarazzante è stata la sua dimostrazione di forza. Poco da aggiungere sinceramente, se non che, dopo la sconfitta in volata di Losail, Marquez ci ha tenuto a confermare i galloni di favorito #1.
Se Atene ride, Sparta piange. E di brutto. L’altra metà del box HRC deve fare i conti con un Jorge Lorenzo che, ancora non al top dopo la sequela di infortuni degli ultimi mesi, è alle prese con un adattamento alla RC213V ben più laborioso del previsto. Dopo il 13° posto del Qatar, il maiorchino migliora leggermente (12°), ma aiutato dal contatto tra Vinales e Morbidelli. Come se non bastasse, Jorge è stato protagonista di una scena tragicomica al via quando è sprofondato in fondo al gruppo, a causa dell’aver inavvertitamente attivato il limitatore di velocità. Ma il resto della gara è stato un risalire molto faticoso, che di certo non può bastare per un pilota trasferitosi nel team migliore per rilanciarsi.
Passiamo al team LCR. Grande rammarico per Cal Crutchlow. L’inglese, reduce dal 3° posto nella gara d’apertura, aveva tutta la possibilità di lottare ancora una volta per il podio, ma una falsa partenza, con conseguente ride through, ne ha rovinato la gara, conclusa con un 13° posto che ha fatto infuriare il nativo di Coventry, convinto dell’ingiustizia della decisione dei commissari. Ancora una buonissima prestazione per Takaaki Nakagami, giunto 7° e a meno di 5″ dal gruppo che si è giocato la top-5.
YAMAHA – ROSSI INFINITO, PATATRAC VINALES-MORBIDELLI
A 40 anni, nel 24.esimo anniversario del suo debutto nel Motomondiale (Shah Alam, Malesia, 1996, classe 125), Valentino Rossi sfodera, ben supportato dalla M1, una prestazione delle sue, che dimostra per l’ennesima volta quanto la classe del Dottore sia intatta nonostante il passare delle primavere. A Termas de Rio Hondo, dopo le delusioni del finale di 2018, Valentino passa una gara di testa, sfidando Dovizioso nella battaglia per il 2° posto, data l’irraggiungibilità di Marquez. Rossi, dopo aver atteso vari giri alle spalle del forlivese, ha affondato il colpo con precisione chirurgica in curva 7, nel corso dell’ultimo giro, non dando poi chanche al ducatista di controbattere. Un podio importante, il primo dopo 11 gare, che vale anche il 3° posto in classifica, pur nella consapevolezza che, per lottare con i primi, serva altro.
Delle altre tre Yamaha, vede il traguardo solo Fabio Quartararo, partito 7° e giunto 8° sotto la bandiera scacchi. Peggio è andata al compagno di box, Franco Morbidelli, e a Maverick Vinales. Il pilota italo-brasiliano, dopo una gara gagliarda, nella quale si è preso il lusso di battagliare anche con Valentino Rossi, all’ultimo giro seguiva da vicino Petrucci e Vinales, in battaglia per il 6° posto; approcciando a curva 7, Morbidelli non è riuscito a frenare la sua M1, colpendo il posteriore della moto ufficiale dello spagnolo. Entrambi sono finiti a terra, doloranti; fortunatamente, però, i due piloti si sono chiariti e non hanno patito danni.
DUCATI – DOVI SUL PODIO, MILLER SUBITO DIETRO. PETRUCCI ANCORA NON CONVINCE
Dopo l’esordio vittorioso in Qatar, Andrea Dovizioso e la Ducati hanno dovuto correre più sulla difensiva in Argentina. Il 3° posto finale, arrivato dopo aver perso il duello con Rossi, soddisfa solo in parte il due volte vice-campione del mondo. Se sono stati evidenti i miglioramenti rispetto al passato, il Dovi ha lamentato una gestione delle gomme ancora non ottimale, che non gli ha permesso di rendere al meglio, seppur consapevole della supremazia di Marquez su questa pista. La prossima tappa è Austin, altro ‘feudo’ dello spagnolo. In ottica iridata, comunque, sarà importante portare a casa quanti più punti è possibile, in attesa di circuiti più favorevoli.
Restando in Ducati, spicca l’ottima prestazione di Jack Miller, che ha portato la GP19 del Team Pramac ai piedi del podio. Su una pista che lo aveva visto in pole un anno fa, l’australiano rimane fisso nella battaglia per il podio, salvo perdere contatto nel finale, soprattutto una volta rinvenuto Rins. Dopo il ritiro del Qatar, però, diremmo che ci si può accontentare. Fatica ad emergere, invece, Danilo Petrucci che, seppur sia parso più a suo agio con la moto, ha mostrato di non avere ancora quel quid per poter stare con il compagno di box e, in definitiva, con i migliori. Prima volta al traguardo, infine, per Francesco Bagnaia, anche se con un 14° posto finale.
SUZUKI – RINS, RIMONTA DA APPLAUSI, GIORNATA NO PER MIR
Sorrisi a metà nel box della Casa di Hamamatsu. Da un lato abbiamo Alex Rins che, dopo delle qualifiche complicatissime (16°), ha impostato una gara a due volti, con una prima parte in controllo e una seconda all’attacco, che lo porta a risalire posizione su posizione, fino a pensare di poter andare ad insidiare Rossi e Dovizioso per il podio. Ciò non succede; anzi, Miller gli soffia anche il 4° posto. Ma questa top-5 conferma la bontà del pilota spagnolo e della GSX-RR. Weekend totalmente anonimo, invece, per Joan Mir che, dopo le buone cose nel deserto del Qatar, inciampa in un Gran Premio negativo, ritirandosi mentre remava nelle posizioni poco nobili della classifica.
GLI ALTRI – I FRATELLI ESPARGARO IN TOP-10. ZARCO IN AFFANNO, IANNONE INDECIFRABILE
Gara conclusa nei primi dieci in Argentina per Aprilia e KTM. Grazie ai ritiri di chi stava davanti, Aleix Espargaro ha battuto il fratello Pol nella battaglia per il 9° posto, un buon risultato per entrambi. Positiva la domenica anche per Miguel Oliveira, che ottiene i primi punti in top class con un buon 11° posto, a meno di due decimi dal più esperto compagno di marca. Molto meno bene Johann Zarco, 15° e lontano dal minore degli Espargaro e da Oliveira, e con appena 2.2″ di margine su Hafizh Syahrin (16°). Di certo non ci siamo. Così come non ci siamo con Andrea Iannone che, a Termas, ha vissuto un vero incubo, praticamente sempre ultimo da sabato mattina in poi, effettivamente ultimo sia in qualifica che in gara. Weekend da dimenticare anche per il team Avintia Racing, che ha visto entrambi i piloti, Tito Rabat e Karel Abraham, finire a terra.
MOTO2 – BIS DI BALDASSARRI, GARDNER E ALEX MARQUEZ SUL PODIO
Seconda vittoria in altrettante gare per Lorenzo Baldassarri. Il pilota del team Flexbox ha fatto una gran gara, usufruendo anche della mancata partenza del poleman Xavi Vierge, la cui moto si è ammutolita nel giro di ricognizione, e della caduta dello svizzero Thomas Luthi e del britannico Sam Lowes. Così, alle spalle del centauro di San Severino Marche giunge l’australiano Remy Gardner, al primo podio in carriera, ed un sornione Alex Marquez, che frutta il caos creato negli ultimi chilometri da un Brad Binder (6°) un pò troppo allegro nelle staccate, andato a danneggiare sia Marcel Schrotter (5°) che Luca Marini (7°), mentre a concludere 4° è stato Iker Lecuona. In 8° posizione è giunto Jorge Navarro, davanti ad Enea Bastianini (9°) e al thailandese Somkiat Chantra. Completano la zona punti Andrea Locatelli (11°), il nipponico Tetsuta Nagashima, il malese Khairul Pawi, l’olandese Bo Bendsneyder e lo svizzero Jesko Raffin. Riguardo gli altri italiani, Marco Bezzecchi chiude 16°, mentre si sono ritirati Simone Corsi, Nicolò Bulega (problema tecnico), Fabio Di Giannantonio e Stefano Manzi.
MOTO3 – ACUTO DI MASIA, SU BINDER ED ARBOLINO
Prima pole e primo successo nella Entry Class per lo spagnolo Jaume Masià, al termine di una gara combattuta ed emozionante, con i primi nove in meno di 8 decimi di secondo. Masià la spunta in volata, dopo aver anche commesso un taglio di chicane che gli aveva fatto perdere non poco; con lui sul podio il sudafricano Darryn Binder, autore di qualche manovra al limite di troppo, soprattutto nel finale, e il nostro Tony Arbolino, al primo podio in carriera. In 4° posizione conclude Niccolò Antonelli, davanti al giapponese Ayumu Sasaki, all’idolo di casa Gabriel Rodrigo, e ad altri due azzurri, Lorenzo Dalla Porta (7°) e Dennis Foggia (8°). In 9° posizione lo spagnolo Marcos Ramirez, che chiude il gruppo dei primi; a seguire Kaito Toba, che mantiene la leadership della classifica, Andrea Migno (11°), Aron Canet, Tatsuki Suzuki, Celestino Vietti (14°) e Raul Fernandez. Romano Fenati finisce fuori dai punti (16°), così come Riccardo Rossi (22°).
Prossimo appuntamento con il Gran Premio delle Americhe, al Circuit of The Americas di Austin, Texas, nel weekend del 12-14 Aprile.
Seguici su Telegram
Rimani aggiornato sulle ultime novità, i Pronostici Scommesse e i migliori Bonus Bookmaker.