Milan, Sino Europe Sports non esiste più: closing Fininvest-Rossoneri Sport Luxemburg, fondo statunitense Elliott finanzia Li

Il fondo anglosassone che sta aiutando Li è Elliott dagli Stati Uniti d’America, che presterà i soldi a per finanziare il closing con Fininvest per l’acquisto del Milan, mentre Sino Europe Sports ha chiuso ufficialmente

Adesso c’è anche il nome, dopo le prime indiscrezioni sulla possibilità di un fondo nella cordata di Yonghong Li. Infatti, Rossoneri Sport Luxemburg sarà finanziata anche da Elliott, che ha un asset in gestione superiore ai 23 miliardi di dollari, un capitale pari a 8 miliardi di dollari, ed è considerato tra i maggiori hedge fund internazionali, per provare a raggiungere il closing con Fininvest per l’acquisto del Milan

Ma andiamo con ordine. La Elliott, di proprietà di Paul Elliott Singer, ha quattro affiliati: Hambledon nelle Isole Cayman; NML CapitalKensington InternationalMaidenhead LLC e Warrington LLC; e la sezione Advisor a Londra e Hong Kong. In passato ha cercato di acquistare la Samsung, ma senza fortuna. 

Il fondo è stato protagonista nella ristrutturazione di TWA, MCI, WorldCom, Enron, Telecom Italia e Elektrim, e ha investito in Wella AG, Shopko, Adecco, Novell, Vinashin, Compuware, Hess, Interpublic Group, Sigfox, nell’energia solare, Comcast, CDK Global LLC, Cabela, nell’immobiliare e, addirittura, nel debito sovrano con Argentina, Congo e Perù

Sicuramente, una garanzia, quindi, visto che il fondo speculativo, che è un fondo comune di investimento privato, amministrato da una società di gestione professionale, organizzato come società in accomandita semplice o società a responsabilità limitata, è in trattativa con Li per finanziare una parte del denaro necessario all’acquisto del club rossonero, una cifra che dovrebbe aggirarsi tra i 150 e i 200 milioni di euro. 

E’ l’ennesima conferma che Li ha dato vita ad un’operazione a debito, mettendo come garanzia il suo patrimonio personale, che si attesta sui 700 milioni di euro. D’altronde, finora Fininvest ha ricevuto 100 milioni di euro della prima caparra, altri 100 per la seconda caparra, più due mini rate da 20 e 30 milioni della terza caparra da 50 milioni, con altri 50 milioni garantite da obbligazioni bancarie. 

Per chiudere l’affare mancano ancora 270 milioni per l’acquisto del 99,93% delle quote azionarie del Milan, più circa 100 milioni per la gestione del club per l’attuale stagione in corso, spesata dalla holding di Silvio Berlusconi, più il piano per ripianare i 220 milioni di euro di debiti della società e, infine, i 350 milioni di euro per rinforzare la squadra nelle sessioni di mercato dei prossimi tre anni, come da pre contratto firmato ad agosto. 

L’operazione, che sfiora un totale di quasi 1 miliardo di euro, sarà completata grazie a prestiti e debiti con Elliott e altri finanziatori, come Huarong International e Haixia Capital, che hanno deciso di non far più parte della cordata, di cui sarà unico socio Li, a causa delle restrizioni per l’esportazioni di capitali dalla Cina all’estero, bloccati dalle restrizioni del Governo di Pechino, che ha negato qualsiasi autorizzazione, obbligando Sino Europe Sports ad affidarsi a conti bancari off shore delle Isole Vergini Britanniche, Lussemburgo e, probabilmente, dalla Bank of East Asia, tramite un aumento di capitale ad Hong Kong. 

Ma la notizia più importante è rappresentata dalla chiusura del fondo Sino Europe Sports, che quindi non esiste più. Adesso, quindi, è ufficiale la fine della cordata cinese, nella quale erano stati raggruppati gli investitori interessati all’acquisto del Milan, e in gioco rimane solo Li, che sfrutterà il veicolo lussemburghese della scatola Rossoneri Sport Luxemburg, già precedentemente individuata come controllante del club rossonero, una volta raggiunto il closing. 

Altro passo, quindi, da parte di Li e Rossoneri Sport Luxemburg verso il closing con Fininvest, che dovrebbe completare la cessione del Milan ai cinesi entro il mese d’aprile, con la data del 14 aprile come primo scoglio da superare, come da ultimatum da parte della holding della famiglia Berlusconi. 

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