La situazione al Milan in questo periodo è un pò lo specchio di quella che è la situazione dell’Italia intera.

Sia in campo, con risultati ancora non soddisfacenti, che fuori, con il bilancio economico-finanziario che ancora non sorride.

Gli economisti parlerebbero probabilmente di una fase di stagnazione, se non proprio di recessione.

La situazione è particolare. Complice anche l’ultima campagna acquisti, la società rossonera ha fatto registrare un certo calo del monte ingaggi.

Un’analisi condotta da “Calcio e finanza” e riportata da “Tuttosport” dichiara infatti un certo calo del cosiddetto costo allargato della rosa – tecnicamente corrispondente alla sommatoria fra gli stipendi lordi e gli ammortamenti – arrivato a quota 186.7 milioni di €, facendo registrare una diminuzione netta di 18.5 milioni di €, corrispondente al 9% rispetto allo stesso dato della stagione precedente.

Percentuale che raddoppia, arrivando perciò al 18%, se ci si riferisce al monte stipendi al netto delle tasse, con la cifra che si riduce addirittura a 98.7 milioni.

E la differenza si abbassa ancora di più se si tiene conto dell’aumento degli ammortamenti relativo all’ingaggio di una serie di giocatori a titolo definitivo, quali Bennacer, Krunic, Theo Hernandez,  Duarte e Leao.

Si sà però, non sempre una minor spesa costituisce un guadagno, e nel caso del Milan meno che mai.

Neppure l’arrivo di un personaggio di spicco internazionale quale Ivan Gazidis ha ancora dato i frutti sperati sul piano economico, niente aumento delle entrate commerciali né di sponsorizzazioni rilevanti, e il fatturato supera appena i 255 milioni.

Ulteriori ragioni per le quali la proprietà Elliott spinge fortemente per lo stadio di proprietà – che comporterebbe, come noto, la distruzione di un monumento quale è San Siro…-, senza dimenticare anche il ritorno in UEFA Champions League, fattore questo che darebbe una spinta anche sul piano dell’entusiasmo e della crescita tecnica sul campo, oltre che economica.