Eh sì, ieri sera è stato un disastro. Tatticamente c’è poco o nulla da dire perché il Milan non è affatto sceso in campo e non si è visto nemmeno un decimo del buon primo tempo di Torino, ma un gruppo di undici ragazzi smarriti e messi in riga da un grande, immenso, vecchio come Franck “Ignazio La Russa” Ribery e da un ragazzo di talento come Federico Chiesa. Ma si sono visti anche altri nove giocatori viola di verde vestiti che hanno disposto degli avversari a loro piacimento.
Questo è il problema: una sconfitta fa male, specie se è la quarta in sei partite, ma fa ancora più male essere ridicolizzati così. Inermi e timorosi, i rossoneri hanno creato solo due, due, occasioni in 95 minuti: una con (di)Suso e l’altra con Leao, che ha segnato il gol della bandiera a buoi già scappati. Degli altri si è a malapena salvato, oltre al portoghese, Donnarumma che ha almeno respinto un penalty.
Musacchio, parlo con te: come ti viene in mente di rischiare di rompere la gamba ad un avversario a centrocampo? Oltre al 2 in pagella meriteresti la Vergine di Norimberga. Scherzi a parte, il centrale argentino ha sbagliato tutto andando poi a sfogare la sua frustrazione sul povero Ribery che lo aveva ampiamente, e nuovamente, ridicolizzato. Sintomo, questo, di un problema anche psicologico.
Psicologicamente Giampaolo (Jean Paul, Gian Burrasca o Maurizio Gasparri, fate vobis) ha apparentemente perso il contatto con la squadra, che non lo segue più. Nella conferenza stampa ha praticamente, e non troppo implicitamente, fatto capire di non averne più il controllo. Ma allora perché non staccare la spina? Boban e Maldini dovevano silurarlo subito: incapace di dare un gioco e privo dello scettro del comando, il massimo del minimo che un condottiero può raggiungere, il tecnico di Giulianova non può più sedere su questa panchina.
Veniamo ai papabili successori: “King” Claudio Ranieri è l’ideale per questa squadra. Il saggio tecnico romano si è specializzato nel rilevare e rivitalizzare squadre in stato comatoso riuscendo a ottenere risultati con il più italiano dei modi di giocare. E poi ha compiuto un miracolo ai tempi del Leicester e ne stava facendo un altro quando allenò la Roma anni or sono.
Luciano Spalletti: il filosofo di Certaldo ha la capacità, in conferenza stampa, di superare in lunghezza e astrusità le pippe mentali di Heidegger e Hegel, ma sa dare anche un gioco interessante e, malgrado il carattere pacioso, è capace di tirare sberle qua e là senza pentirsi e senza farsi beccare.
Roberto Donadoni: per l’amor del cielo, resti dov’è! basta con il Milan ai milanisti! Gli unici due ex rossoneri in grado di farsi onore anche dall’altra parte della barricata sono Carletto Ancelotti e Frank Rijkaard. Tutti gli altri si sono rivelati, o si stanno rivelando, allenatori tutt’altro che capaci e hanno già parecchi esoneri sul groppone.
Qualunque cosa accada, si faccia che accada il prima possibile.
PAGELLE MILAN
MIGLIORI
Donnarumma 6: para un rigore, almeno quello, ma non è tranquillo e si vede;
Leao 6.5: segna un gol e crea qualche grattacapo.
PEGGIORI
Bennacer 3.5: perde troppi palloni e regala due rigori agli avversari;
Musacchio 2: non ne azzecca una e attenta alla vita di un avversario con un fallo pericolosissimo. Espulso giustamente;
Suso 3: quando lo vedremo su un razzo interstellare diretto su Marte?
PAGELLE FIORENTINA
MIGLIORI
Chiesa 7.5: mezzo punto in meno per il rigore sprecato, ma la sua è una partita straordinaria alla quale è mancato solo il gol;
Ribery 9: sontuoso a dir poco. Segna e crea tutti i pericoli possibili ed immaginabili. 36 anni di grandezza per un giocatore arrivato in Italia troppo tardi;
Castrovilli 7.5: cosa c’è di meglio di un esordio a San Siro? Un esordio con gol e una gara precisa e pulita a centrocampo.
PEGGIORI
Nessuno, tutti oltre la sufficienza.
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