Milan: 2020 da sogno, poi il ritorno sulla terra e obiettivo Champions League

Ripercorriamo insieme i vari momenti vissuti dalla squadra rossonera, partendo dal magic-moment del post lockdown fino ad arrivare all’anno nuovo, che ha parzialmente ridimensionato i sogni di un intero popolo e che lo ha riportato con i piedi per terra.

8 marzo 2020. A San Siro si giocava Milan-Genoa, l’ultima partita prima dello stop causato dalla pandemia da COVID-19, che inesorabilmente stava entrando nelle nostre case e nelle nostre vite. In un clima surreale, la partita finì 1-2 per la squadra allenata da Davide Nicola: ennesima prestazione da buttare, anche se si erano visti i primi timidi segnali di reazione di una stagione, fino a quel momento, totalmente fallimentare.

Estate 2020: l’inizio della svolta

Circa 100 giorni dopo, si può ricominciare, in un modo completamente diverso da come eravamo abituati: un iter molto stringente prevede il doppio turno settimanale di tamponi per escludere la positività dei giocatori, la cosiddetta “bolla” con gli atleti in isolamento presso un centro indicato in caso di anche un solo elemento potenzialmente contagiabile e, soprattutto, le porte chiuse, nessun tifoso presente sugli spalti. La vera essenza del calcio s’è persa.

Non s’è perso d’animo, invece il Milan, che da quel 22 giugno con la vittoria in casa del Lecce per 4-1, inizia una clamorosa rimonta in campionato, inanellando vittorie una dopo l’altra, gioco spettacolare e calciatori totalmente rivitalizzati.

Erano anni che non si vedeva giocare così bene la sponda rossonera di San Siro. L’apice del meraviglioso, quanto incredibile, momento di forma arriva il 7 luglio, contro la Juventus, che pochi giorni più tardi andrà a vincere il suo 36esimo scudetto, il nono di fila. Un record. Ma a far capire come sia tornato in auge quel Milan spettacolare che ha dominato gli interi anni 90 e 00, è l’incredibile rimonta da 0-2 a 4-2 in 18′, la forza di volontà mixati a tecnica, agonismo, la voglia di lottare su ogni pallone.

La crescita esponenziale di Ibra e compagni sono sotto gli occhi di tutti: dalla ripresa del campionato fino al termine della stagione, il Milan ha conquistato 30 punti in 12 partite, frutto di 10 vittorie e soli due pareggi. Media di 2.5 punti a partita: nessun’altra squadra ha fatto meglio in Italia, solo in Europa due corazzate come Bayern Monaco e Man City hanno ottenuto la stessa media punti dei rossoneri nel medesimo periodo.

Nuova stagione, stesso Milan: 2020 da record

Secondo molti addetti ai lavori, l’inizio della nuova stagione non avrebbe portato la stessa continuità di risultati visti nei precedenti due mesi, complice un calendario pieno zeppo di impegni e proprio lo stesso Milan a partire prima di tutti visti i preliminari di Europa League. Gli unici a non accorgersene sono ancora una volta gli uomini di Pioli, macinando gol e chilometri, sacrificio e spettacolo.

I tifosi capiscono che non può semplicemente essere un caso: la vittoria alla 4° giornata per 2-1 contro l’Inter certifica il ritorno definitivo tra le big del campionato di una nobile decaduta per tanti, troppi anni. Si crea un circolo virtuoso dal quale nessuno ha voglia di svegliarsi, trasuda entusiasmo da ogni poro, la squadra è in fiducia, tutti sanno cosa devono fare in campo.

Sembra Beethoven a dirigere l’orchestra, in realtà è il Milan che gioca. Vittorie su vittorie, sia in campionato che in Europa League, la gioia della società di poter vedere la propria squadra dominare ogni partita, in casa o in trasferta, riportando i ricordi indietro nel tempo, ai lustri fasti di 20-30 anni fa. Eppure, tutti aspettavano il tracollo, le tante assenze di giocatori importanti che sembravano minare certezze e fiducia, vengono spazzate via ogni qualvolta si calchi un campo da gioco.

Su tutte la vittoria nello scontro diretto contro la Lazio per 3-2 alla 14° giornata con sei titolari fuori, ma poco cambia. Chiunque venga preso in causa risponde alla grande, non c’è nessuna squadra che sembra poter interrompere l’incredibile striscia positiva dei rossoneri.

Si chiude così un 2020 contro ogni pronostico: 20 vittorie, 6 pareggi e 0 sconfitte in 26 partite da quell’8 marzo. Secondo miglior attacco e quarta miglior difesa, ci sono tutti i presupposti per riportare a Milanello lo scudetto. Se contassimo il totale dei punti nell’intero anno solare, il Milan sarebbe campione d’Italia per la 19° volta della sua storia, con 79 punti a +6 dall’Inter seconda.

Purtroppo però, il campionato inizia ad agosto e finisce a maggio, ma ormai non ci sono più dubbi che anche il club di via Aldo Rossi possa contendersi il titolo finale.

Si è persa la magia? Con l’anno nuovo ridimensionati sogni e ambizioni

E’ vero, ai nastri di partenza l’obiettivo primario del Milan è la qualificazione alla prossima Champions League, habitat che lo vedeva protagonista e vittorioso per ben 7 volte, ma che negli ultimi tempi non lo è più stato, impolverando le memorabili notti europee sempre più lontane e sempre più irraggiungibili.

Quest’anno, o meglio dalla seconda parte dello scorso campionato, la musica è cambiata: 2 posto a 59 punti, per cui quello che ci si aspettava a inizio stagione lo si sta rispettando ampiamente. Quel che lascia l’amaro in bocca, però, è stato il clamoroso quanto inaspettato rendimento a partire da inizio 2021.

Squadra prevedibile, stanca, lenta e compassata; un Milan diametralmente opposto dal punto di vista fisico e mentale. Tanti approcci sbagliati, troppi punti persi per strada e tutta la vulnerabilità che viene a galla.

A gennaio persi due scontri diretti in casa contro Juve e Atalanta, oltre alla pesante eliminazione nel derby meneghino ai quarti di Coppa Italia. La magica alchimia che si era creata nello spogliatoio sembra svanita nel nulla, giocatori fondamentali diventati irriconoscibili: difesa che prende acqua, attacco che non punge più.

Tutto ciò conferma l’andamento di febbraio, il mese forse peggiore da un anno a questa parte; incredibile tonfo a La Spezia per 2-0 con 0 tiri in porta (non accadeva da agosto 2019, Udinese Milan 1-0), segue la debacle ancora contro la banda di Conte per 3-0.

Anche in Europa si ripercuote la perdita di fiducia nei propri mezzi; la qualificazione agli ottavi è stata raggiunta con demerito, nel doppio confronto contro la modesta Stella Rossa di Stankovic il Milan passa solo per il maggior numero di gol in trasferta, senza mai avere l’impressione di comandare il gioco e spesso subendo le iniziative di una squadra di gran lunga inferiore.

Pure a marzo le cose non vanno come si vorrebbe: un solo punto conquistato contro Udinese e Napoli, troppo poco per chi fino a due mesi prima era meritatamente davanti a tutti. San Siro inizia ad essere un tabù e non più un fortino, l’ultima vittoria risale al 7 febbraio (4-0 al Crotone).

L’ennesima delusione è arrivata giovedì scorso, contro il Manchester United i rossoneri sono stati eliminati da Pogba in Europa League, forse immeritatamente per quel che si è visto in campo, a riprova che ormai gira tutto contro, oltre alla lunga lista di infortunati sempre presente.

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Ora 10 finali per dimostrare che il Milan è tornato sul serio

La vittoria contro la Fiorentina sembra una manna dal cielo, la giusta iniezione di fiducia per affrontare al meglio la grande bagarre finale con sei squadre in lotta per un piazzamento Champions. Ormai (quasi) vane le speranze di raggiungere l’Inter per lo scudetto, quello che conta è dare continuità ai risultati e alle prestazioni tutt’altro che esaltanti e soprattutto altalenanti degli ultimi periodi.

Pioli dovrà sfruttare al massimo lo sosta dovuta alle Nazionali per riprendere in mano ciò che ha avuto fino a dicembre, magari con qualche aiuto dall’infermeria, e non vanificare tutto quello che di meraviglioso e appassionante è stato fatto fin qui.

Se c’è bisogno di dare una risposta di gruppo e di squadra, è il momento cruciale per farlo, per cui ricaricare le batterie e ripartire al massimo, guardando il futuro con fiducia e ambizione.

Per far capire a tutti che il Milan sta, finalmente, tornando grande.

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