Malù Mpasinkatu: “Iwobi-Lazio fantamercato, Nakamba non pronto per il Genoa”

Ecco le dichiarazioni di Malù Mpasinkatu durante la trasmissione “Cittaceleste Te’ Best” di Cittaceleste TV, con ospite il Direttore di Stadiosport.it, Benito Letizia

L’inizio della Coppa d’Africa 2017 e in piena sessione invernale di calciomercato sono state le occasioni giuste per parlare con Malù Mpasinkatu, primo direttore sportivo di colore in Italia, nonché uno dei maggiori esperti di calcio africano.

L’ex ds di Catanzaro e di tutte le squadre maschili e femminili delle nazionali della Repubblica Democratica del Congo ha rilasciato le seguenti dichiarazioni durante la trasmissione “Cittaceleste Te’ Best” di Cittaceleste TV, condotta da Francesco Vitale, con ospiti il Direttore di Stadiosport.it, Benito Letizia, e Francesco Carci di Repubblica.it.  

Come vedi la nazionale del Senegal di Koulibaly, Keita e Manè? Può essere la vera favorita per la vittoria della Coppa d’Africa? 

“Una delle favorite, perché questa Coppa d’Africa non ha super favorite. C’è la Costa d’Avorio, campione in carica, che gode del favore dei pronostici, giusto perché deve difendere il titolo. Ci possono provare il Senegal, il Marocco, l’Egitto, il Ghana, il Camerun, la Tunisia. Davvero una Coppa d’Africa che, io, ai nastri di partenza, non saprei dire chi sia la super favorita”.

Secondo te, con il parco attaccanti che ha, l’Algeria può vincere questa Coppa d’Africa? 

“E’ tra le favorite. Il problema è che questa è una generazione dorata, che, purtroppo, rischia di non vincere niente, nonostante abbia disputato due Mondiali. Già partirà con un po’ di pressione, a causa della non convocazione di un senatore come Feghouli, che ha creato non poche polemiche. Ha tutto per vincere. Quando hai Mahrez, Slimani, Brahimi, hai tutte le qualità, ma lo poteva vincere anche nel 2015, quando poi uscì malamente. Peccato per l’infortunio di Taider, che non farà parte del gruppo. Quando si parte troppo favoriti si crea un qualcosa nell’inconscio, legato allo spirito di appartenenza e di sangue, a causa del fatto che in Africa si è più considerati se vinci con la nazionale e non con il club, tanto da creare ansia e agitazione”. 

Secondo te, grazie ad un tridente formato da Mpoku, Mbokani e Bakambu, il Congo può essere la sorpresa di questa Coppa d’Africa? 

“Ha una squadra all’altezza, può essere nel gruppo di quelle che possono vincere la competizione, perché davvero ha una rosa forte, costituita da tanti giocatori che, anche con il mio contributo, siamo riusciti a convincere di giocare con il Congo, grazie alla doppia cittadinanza, come Bakambu. Peccato per Bolasie, giocatore dell’Everton, che sicuramente poteva permettere il salto di qualità con le sue giocate. Però, ha una rosa che può davvero giocarsela con tutte. Il girone è difficile. Deve dimostrare di essere davvero forte per vincere il torneo”. 

Quanto hanno rallentato le cittadinanze europee l’espansione del calcio africano? Già in tempi passati, Vieira nato a Dakar scelse la Francia, così come Desailly nato ad Accra, al cospetto invece di Weah che scelse la Liberia! 

“Weah è un caso di come l’attaccamento e l’origine è fondamentale. Negli anni sono cambiate un po’ le cose, perché le nazionali africane si sono organizzate e molti giocatori hanno cominciato a fare discorsi prettamente tecnici. Praticamente, se tu sei un giocatore di grande livello, come Makelele, io sono il primo a dire, giustamente, vai a giocare per la nazionale top. Ma se sei un giocatore normale e, magari, che sfrutti l’anno che hai fatto a grandissimo livello e poi sparisci dai radar, è meglio giocare per la nazionale del paese d’origine, che ti può dare sempre un’opportunità di mettersi in mostra anche quando non sei al top. Per esempio, Lemina ha scelto il Gabon, ma poteva giocare anche con la Francia, perché ha meno concorrenza e può giocare con più libertà e come meglio crede, come lo stesso Aubameyang. In questo modo, le squadre africane hanno top player, che hanno aumentato l’attenzione mediatica attorno alla Coppa d’Africa”. 

Sei d’accordo a questo Mondiale allargato a 48 squadre? 

“Sono favorevole, perché a volte ci sono certe realtà che sono penalizzate dai pochi posti. E’ un Mondiale, dunque più il mondo è rappresentato, meglio è. Potremmo vedere veramente delle sorprese e squadre minori che possono mettere in difficoltà le big. Bravo ad Infantino”. 

Il Nizza può farcela a vincere il campionato francese? 

“Non deve guardarsi alle spalle, non deve fare come il ciclista che si gira indietro per vedere che, chi è favorito, è alle spalle. Deve fare la sua strada, deve andare avanti e così può fare il colpo”. 

Dove finirà Keita della Lazio? 

“Finirà in una grande squadra, perché è un giocatore di talento. Va fatto un plauso a Simone Inzaghi, che l’ha recuperato, perché sembrava perso e ha lavorato, insieme al ds Igli Tare, sulla testa del ragazzo. Se dovesse fare bene in Coppa d’Africa, le quotazioni del suo valore potrebbero aumentare ancora. Ci sarà una vera e propria asta e poi la Lazio cercherà di cederlo al miglior offerente e il giocatore deciderà quale sarà il suo meglio per il suo futuro e le sue ambizioni”.

Secondo te, Iwobi, che, dopo aver giocato con tutte le nazionali giovanili inglesi, ha scelto la Nigeria, la grande assente della competizione, insieme al Sudafrica, alla Lazio è un’operazione possibile o è solo fantamercato? 

“Mi sembra fantamercato, perché la Lazio tende a fare operazioni senza strapagare i giocatori”. 

Il Genoa starebbe su Nakamba del Vitesse, fiore all’occhiello dello Zimbabwe. Che giocatore è e quali sono le sue caratteristiche? 

“E’ un giocatore completo, è molto offensivo, un vero e proprio tuttofare. E’ migliorato tantissimo in questo ultimo periodo, ma non lo vedo ancora pronto per il Genoa, perché il campionato italiano non sempre permette di poter dimostrare subito le qualità di un giocatore. Questa Coppa d’Africa servirà davvero a capire a tutti gli addetti ai lavori se è un giocatore che può giocare in squadre importanti”. 

Qual è il tuo futuro? 

“In questo momento, sto facendo il consulente di mercato di diverse squadre africane ed europee, in attesa di un progetto solido e serio. Dopo quello che è accaduto in passato, preferisco stare alla finestra, essere sempre aggiornato e collaborare con questa modalità, in attesa che, prima o poi, mi venga proposto un progetto serio”. 

Infine, ci racconti qualche aneddoto sulla Coppa d’Africa, magari legato a stregoni o macumbe? 

“L’Africa è questa: colori, magia e superstizione. Tutti hanno il loro stregone, il loro sciamano, che porta positività. Però, fa tutto parte del folklore. Vi posso raccontare questo. Dovevo commentare un derby di Coppa d’Africa tra Senegal e Guinea Conakry, insieme a Idriss, che mi diceva che i senegalesi avrebbero vinto facilmente, perché glielo aveva detto lo stregone. Verso il 65′ il Senegal stava perdendo 2-1, ma vinse 3-2. Così, quando chiesi a Idriss cosa fosse successo, lui rispose che l’Africa si era modernizzata, quindi lo sciamano aspettava il bonifico, che però è arrivato in ritardo e, quindi, la benedizione è partita tardi. Sono tutte superstizioni, che lasciano il tempo che trovano”. 

Ecco il video dell’intervista: 

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