Andrea Pirlo torna alla Juventus.
Detta così sarebbe una notizia shock, una cosa che infiammerebbe la passione del popolo bianconero, che di certo non lo ha dimenticato.
Non fosse altro che il suo ritorno alla corte della società torinese non sarà da calciatore, bensì da ambasciatore.
Stando alle dichiarazioni dell’autorevole quotidiano sportivo torinese “Tuttosport”, al termine della sua esperienza al New York City FC nella Major League Soccer statunitense, alla fine del 2017, Pirlo tornerà alla Juve per svolgere l’importante ruolo societario di ambasciatore e uomo immagine della Juve nel mondo.
Questa operazione può essere considerata un ennesimo segno del fascino e del richiamo internazionale che il club torinese esercita.
Si consideri che, anche se è vero che la Juve è stata l’ultima squadra italiana in cui il giocatore ha militato, e con la quale a vissuto momenti memorabili, nel bene e nel male, Pirlo non è proprio da considerarsi una leggenda della storia juventina.
Ciò è affermabile non certo in virtù di una presunta sottostima di quella che è stata la sua importanza alla Juve-una grande importanza, senza dubbi-bensì in virtù del fatto che è più corretto legare il suo nome ad un’altra squadra, il Milan, nel quale il Metronomo militò per ben 10 stagioni, dal 2001 al 2011, rendendosi uno dei grandi protagonisti dei successi milanisti di quegli anni: a livello nazionale 2 scudetti, 1 Coppa Italia ed 1 Supercoppa Italiana, ma soprattutto i successi internazionali, 2 volte la Champions League-nel 2003 battendo ai calci di rigore proprio la Juventus nella oramai storica finale di Manchester- 2 Supercoppe Europee ed 1 Mondiale per club.
Rimane il fatto che comunque Pirlo ha più volte dichiarato di aver lasciato il cuore alla Juve, scatenando le ire dei tifosi milanisti, che gli danno del traditore, adducendo come motivazione il fatto che dovrebbe essere emotivamente più legato al club rossonero, con il quale, oltre a vincere tanto, si è formato, diventando il campione che conosciamo.
La sua esperienza alla Juve da calciatore durò dal 2011 al 2015, 4 anni in cui Pirlo sorprese tutti i detrattori che lo davano per bollito e gli scettici che ritenevano che il Milan avesse rifilato una fregatura ai bianconeri-quando arrivò a Torino il giocatore aveva 32 anni e sembrava che si fosse definitivamente chiuso il sipario sulla sua carriera. Invece per lui fu a tutti gli effetti una seconda giovinezza.
Il suo bottino totale in bianconero fu di 164 presenze e 19 gol-1 dei quali segnato proprio alla sua ex squadra, su calcio di punizione, in un match del campionato di Serie A 2012/2013 vinto 3-2 dalla Juve allo Stadium. Anche alla Juve fu uno degli uomini chiave e vinse tanto, anche se solo a livello nazionale: 4 scudetti consecutivi, 1 Coppa Italia, 2 Supercoppe Italiane.
Dulcis in fundo, visse la finale della Champions League persa nel 2015 contro il Barcelona, la sua ultima partita da bianconero, dalla quale uscì in lacrime.
Questo suo ruolo sarà sicuramente un qualcosa di reciprocamente prestigioso, tanto per Pirlo quanto per il club, che ha ovviamente già avuto dei ritorno in società di suoi grandi ex: l’esempio forse più importante è quello del ceco Pavel Nedved, divenuto nel 2010 membro del Consiglio d’Amministrazione e nel 2015 addirittura eletto Vicepresidente, carica tuttora ricoperta. Altro esempio è David Trezeguet, entrato in veste dirigenziale nella società torinese nel 2015, subito dopo aver appeso le scarpette al chiodo.
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