Forse la Juventus più brutta della stagione: arrendevole, inoffensiva, per nulla propositiva, autrice di una mala gestione.
Gestione per lo più insensata, perché è stato palese che i bianconeri abbiano giocato fin dall’inizio per il pari, e davvero non se ne capisce la ragione. Non si può giustificare, neppure pensando al ‘doppio impegno’, inteso come Finale di Coppa Italia-che sarà, contro il Milan, il 9 Maggio, ancora ce n’è di acqua da passar sotto i ponti, ndr.
Dal canto suo il Napoli non ha potuto che approfittarne, con concretezza e con un ordine e una compattezza che, diciamolo, son spesso punto debole della formazione partenopea, specie in momenti cruciali della stagione, in cui per l’appunto sarebbe servito più ordine e meno spregiudicatezza.
Tornando ai bianconeri, sembra una caricatura ma c’è davvero ben poco da dire, se non che praticamente non han giocato.
E dire che due occasioni le avevano avute nei primi minuti di match, e anche piuttosto insidiose, la prima anche se molto fortunosa, con un calcio piazzato di Miralem Pjanic-per il resto inesistente anche lui, ndr-che colpisce il palo alla sinistra di un inebetito Pepe Reina –inoperoso per tutto il match, ndr-ma solo grazie ad una deviazione di testa in barriera del connazionale José Callejòn –che sfiora così quello che sarebbe stato il suo 3° gol consecutivo in altrettante partite allo Stadium fra campionato e Coppa Italia, ma questa volta nella sua porta…-e poi con un tiro al volo di destro del grande ex Gonzalo Higuaìn che a sua volta non riesce nel suo 6° gol in altrettante sfide alla sua grande ex, il 5° nelle ultime 4 sfide sempre fra Campionato e Coppa di Lega, con sempre proprio Callejòn che di testa toglie ogni dubbio, anche se il pallone sembrava destinato a fondo campo.
Per il resto, quindi, è come se i bianconeri non siano affatto scesi in campo, tanto che concluderanno il match con il certamente non invidiabile ‘score’-se così si può definirlo-di 0 tiri nello specchio, per non parlare della misera percentuale di 40% di possesso palla.
Non pungono i due propulsori offensivi, Douglas Costa pressoché irriconoscibile e rimpiazzato a una ventina di minuti dal 90’ da Mario Mandzukic, e Cuadrado inserito da Allegri a inizio ripresa al posto di un ancora evanescente Dybala ma anche lui non incisivo.
Assolo quindi per gli uomini di Maurizio Sarri, che spopolano soprattutto sulle fasce, specie con un ispiratissimo Marek Hamsik, uno dei migliori, che fra incursioni sulla sinistra e inserimenti lampo in area di rigore con fulminee verticalizzazioni, fa sempre correre brividi sulla schiena a una retroguardia bianconera che, causa maglie troppo larghe, viene sempre presa in controtempo e non è capace di chiudere gli spazi.
Solo Buffon limita i danni in qualche occasione, soprattutto a respingere insidiose conclusioni da fuori, prima di Mario Rui, che tenta e per poco non trova un gol meraviglioso con una gran conclusione di sinistro dalla lunga distanza e da posizione defilata, e poi su conclusioni di Piotr Zielinski, Lorenzo Insigne e sempre dello stesso Callejòn, prima di capitolare allo stacco imperioso di Koulibaly in piena zona Cesarini, capitolare per poco, dato che il portierone bianconero per poco non ci arriva con la manona destra.
I partenopei trovano così la loro prima vittoria allo Stadium-dove in precedenza avevano sempre perso, 7 volte su 7 fra Campionato e Coppa Italia, e riaprono così il discorso scudetto, rosicchiando altri 3 punti ai bianconeri, ormai distanti solo una lunghezza, e tutta Napoli ora può credere nella vittoria del titolo.
Dal canto loro i bianconeri vedono dilapidare il vantaggio di 6 punti che avevano fino a 2 turni fa e si complicano decisamente la vita: sono adesso costretti a non fallire più nei prossimi 4 turni, e considerando che si passerà dalle trasferte di Milano-sponda Inter-e Roma-sponda giallorossa-, lo spauracchio di mandare in malora quella che è stata finora una ennesima stagione trionfale è dietro l’angolo.
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