Analisi tattica Juventus-Milan: i rossoneri si presentano allo “Juventus Stadium” con il piglio giusto, giocano bene, mostrano belle trame, ma nel finale subiscono 2 reti casuali che spezzano l’equilibrio.
Gattuso incassa ancora lodi e complimenti, il suo Milan è bello e impavido, gioca con convinzione e spavalderia, ma ancora una volta, come nella trasferta europea contro l’Arsenal, perde immeritatamente 3-1.
Il Milan inizia la gara a testa alta, ma grazie ad un pasticcio firmato Biglia-Bonaventura, che tra un “vado io” ed un “tranquillo, faccio io” lasciano Dybala libero di girarsi e calciare in porta, la Juventus trova il vantaggio al 12′.
Il play argentino viene subito messo in difficoltà dalla posizione in campo presa dalla “Joya”, mentre il centrocampista marchigiano non è reattivo nel leggere subito la difficoltà del compagno e metterci una pezza, con il risultato che nessuno dei due riesce a chiudere, facendo ovviamente imbestialire Ringhio.
Sembra l’episodio che stronca sul nascere lo spirito bellico del Milan, ma i rossoneri continuano ad imporre il loro gioco, incuranti dell’atmosfera e del risultato, e mettono sotto la Juventus, attaccando con quasi tutti gli effettivi e schiacciando i bianconeri nella propria trequarti campo.
Se Bonaventura sembra abbastanza scarico, Kessie è dominante sia in fase di copertura che di transizione offensiva, mostrando evidenti miglioramenti anche quando si tratta di ripulire palloni sporchi e stravincendo il duello a distanza con Matuidi.
La scelta di Gattuso di affidarsi ad Andrè Silva è giustificata dal fatto che il tecnico ha voluto mettere una punta maggiormente tecnica e che permettesse alla squadra palleggiare più velocemente e impostare con più fluidità le azioni, ma al portoghese è mancato ancora qualcosa per fare il reale salto di qualità.
L’assedio rossonero culmina, inevitabilmente, con il gol del pareggio firmato dall’uomo più atteso, ma la rete rossonera, anziché “svegliare” i padroni di casa, galvanizza maggiormente gli ospiti.
Allegri capisce che urge cambiare qualcosa e getta nella mischia Duglas Costa al posto di Lichsteiner, che nel primo tempo ha perso ampiamente il duello con il connazionale svizzero Ricardo Rodriguez.
L’ingresso dell’ex Bayern potrebbe essere la mossa che fa saltare il banco, ma ancora una volta i rossoneri riescono ad arginare le folate offensive dei bianconeri e ripartire in un paio di occasioni in campo aperto, ma la sfortuna (traversa clamorosa di Calhanoglu) e la mancanza di precisione (errore imperdonabile di Bonaventura) tappano le ali alla banda di Gattuso.
Il Milan è messo meglio in campo, gioca bene, palleggia con convinzione, Bonucci e Romagnoli dominano su Higuain e Dybala, ma Duglas Costa diventa il pericolo numero uno, quell’uomo capace di creare sempre superiorità numerica e approfittare della stanchezza degli avversari nella fase calante del match.
Il Milan da l’impressione di poter assestare il colpo del k.o. da un momento all’altro, Kalinic entra in campo per Andrè Silva per dare un maggiore contributo alla manovra offensiva, così come Biglia lascia il posto a Montolivo, ma i cambi decisivi sono ancora una volta quelli di Allegri, che mette in campo Cuadrado e Bentancur.
A 12′ minuti da termine il Milan potrebbe avere tra le mani (o meglio, tra i piedi) la freccia avvelenata che potrebbe colpire il cuore degli avversari, ripartendo in contropiede, l’ennesimo in campo aperto, ma Bonaventura e Calhanoglu gestiscono nel peggiore dei modi la ripartenza, con Bentancur, che rincorre caparbiamente il turco e gli sradica la palla dai piedi, e fa partire il contropiede del contropiede.
Calhanoglu, a differenza del collega uruguaiano, si ferma e lamentarsi prima di ripiegare in copertura, mentre Bonaventura sembra non avere più benzina nel serbatoio e ripiega ancora più lentamente del turco, con il risultato che l’azione bianconera diventa pericolosissima, Duglas Costa semina Calabria servendo Khedira che scodella in mezzo per la corrente Cuadrado, che incontrastato insacca la palla del 2-1.
Gattuso è una furia e richiama immediatamente in panchina Calhanoglu, mentre Cutrone entra in campo per l’assalto disperato, ma ormai il banco è saltato: i rossoneri sono scoraggiati e delusi e non hanno più la forza per riprendere una partita dominati per lunghi tratti, ma il cui punteggio è più crudele che mai, con il 3-1 di Khedira che enfatizza le dimensioni della beffa per i rossoneri.
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