Juventus-Atalanta, Agnelli: “In Allegri ho trovato un amico, abbiamo capito che si è chiuso un ciclo”. Allegri: “Lascio una società vincente”

Pomeriggio emozionante nella sala stampa dell’Allianz Stadium.

Domani al termine della partita contro l’Atalanta, la Juventus alzerà al cielo il suo ottavo scudetto di fila e sarà l’ultimo scudetto targato Massimiliano Allegri. Il tecnico livornese, dopo cinque anni, ha deciso insieme alla società di non proseguire il rapporto la prossima stagione ed oggi alla conferenza stampa che si è tenuta presso l’Allianz Stadium era presente anche il presidente Andrea Agnelli. All’ingresso dell’allenatore livornese in sala stampa, tutti i presenti ed anche la Juventus al completo gli hanno tributato un caloroso applauso che hanno emozionato Allegri.

Nella conferenza stampa di oggi, i due hanno parlato del perché le strade debbano separarsi, con il presidente Agnelli che però ha fatto subito sapere di non voler rispondere ad alcuna domanda sul prossimo allenatore della Juventus. Agnelli ha affermato come questa conferenza stampa serva a celebrare giustamente Allegri che di fatto è entrato nella storia della Juventus, essendo uno dei tecnici bianconeri più vincenti: “Oggi sono qui personalmente per celebrare Max. Un allenatore che da solo ha scritto la storia della Juventus. Fino ad allora quando si parlava di 5 scudetti consecutivi si parlava della Juve del quinquennio, della Juve di Edoardo Agnelli, si parlava degli anni’30 ed era da allora che non si vincevano cinque scudetti consecutivi e questo Max l’ha fatto da solo” ha esordito Agnelli, raccontando gli aneddoti più importanti del percorso di Allegri alla Juventus ed i suoi successi, dalla cavalcata fino alla finale di Champions a Berlino, alla rimonta scudetto del suo secondo anno a Torino, passando per la finale di Cardiff ed infine ricordando il testa a testa con il Napoli dello scorso anno che ha lanciato la Juve nel mito. Per Agnelli, come egli stesso ha spiegato, Allegri è molto di più che un semplice dipendente: “In tutto questo, in questo percorso, la cosa che mi rende più orgoglioso è che io penso di aver trovato un amico, che è la parte più importante. Oltre ad aver condiviso progettualità professionali, ho trovato un amico sincero con cui potermi confrontare su tanti argomenti”.

Il presidente bianconero ha poi affermato di come, però, alla fine deve fare delle valutazioni per il bene della Juventus dove tutti sono utili, ma nessuno è indispensabile e tutta la dirigenza ha capito come si sia chiuso un cerchio dopo cinque anni di tantissime gioie e pochi dolori: “Per concludere, quando non ci sono elementi reali e fattuali al di là di alcune dietrologie che ho letto questi giorni, devo dire che quando pensavo tra me e me dopo la sconfitta con l’Ajax di andare avanti con Max era un pensiero assolutamente sincero. Poi sono seguite una serie di riflessioni che dimostrano la capacità di analisi di un gruppo, incluso l’allenatore, nel saper prendere la giusta decisione. In questo non nascondo che ci sia un po’ di tristezza e commozione, perché è stato difficile capire tutti insieme che questo era probabilmente il momento giusto di chiudere uno dei più straordinari cicli della storia della Juventus” ha chiosato, regalando poi una maglia ad Allegri con il numero 5 e la scritta “History Alone”

Dopo le parole del presidente è toccato ad Allegri che visibilmente emozionato si è comunque concesso alle domande dei tanti giornalisti presenti in sala stampa. Il tecnico livornese ha ringraziato a sua volta il presidente Agnelli e poi la squadra, affermando di lasciare una società vincente, formata da uomini a livello dirigenziale e da uomini a livello sportivo, prima ancor che giocatori, fermandosi più volte per l’emozione: “Buongiorno a tutti, ringrazio il presidente per le bellissime parole che ha preso. Ringrazio i ragazzi. Piano piano arriviamo in fondo, con calma. Sempre con molta calma. I ragazzi li ringrazio per quello che hanno fatto e mi hanno dato, tutti i gruppi di tutti gli anni perché sono stati cambiati tanti giocatori. Ci siamo tolti tante soddisfazioni, lascio una squadra vincente che ha le potenzialità sicuramente per ripetersi in Italia e fare un’altra grandissima Champions. Quest’anno purtroppo si sono allineate delle cose che non ci hanno permesso di andare in fondo. Sono convinto di lasciare una società solida con un gruppo di giocatori straordinari sul piano tecnico e personale. Perché per vincere oltre che giocatori bisogna essere grandi uomini e la Juve ce li ha. Lascio una società con un presidente straordinario, decisionista, Fabio e Nedved che sono più giovani di me e ho conosciuto come ragazzi e ora stanno diventando dei dirigenti importanti”.

Domani, Allegri vuole festeggiare nel migliore dei modi, anche perché ci sarà anche l’addio al calcio di Andrea Barzagli, come ha riconosciuto lo stesso Allegri strappando un’altra risata a tutti. Il tecnico livornese ha poi spiegato che ha vissuto serenamente tutta questa situazione e le critiche dei tifosi non hanno assolutamente pesato sul suo operato e su quest’ultimo periodo alla Juventus: “La vivo serenamente. Nei rapporti professionali ci si può dividere, è una cosa fisiologica. Ci tengo a precisarlo, sono state scritte cose inesatte, io non ho chiesto rivoluzioni, giocatori o anni di contratto. A questo non ci eravamo neanche arrivati, abbiamo parlato  di tutt’altro. Tra persone intelligenti che capiscono  arriva il momento che fisiologicamente ti devi separare devi capirlo. La cosa certa è che abbiamo fatto 5 anni straordinari e bisogna essere orgogliosi. Poi giustamente voi siete giornalisti e scrivete, dite, fate, poi non succede. Da livornese, sembra strano, da noi all’una si mangia il 5 e 5. che sarebbe la torta col pan francese dentro. 5 e 5, 5 anni e 5 campionati, come il pane che mangio a Livorno. Quindi sono contento e sono emozionato, però basta perché domani c’è da giocare una bella partita e festeggiare, il resto sono chiacchiere. La Juve ripartirà alla grande perché è una società super e una squadra straordinaria”.

Allegri ha poi un po’ sbottato quando gli è stato chiesto se gli ha dato fastidio il fatto di essere accusato di non far giocare bene le sue squadre, affermando come c’è chi gioca bene, ma alla fine non ha vinto nulla, aggiungendo come esistano giocatori che vincono ed altri meno, allenatori che vincono ed altri meno: “Io ancora non ho capito cosa vuol dire giocare bene, poi se qualcuno vuole spiegarmelo con tutta l’umiltà mi metto e magari imparo. Dico sempre che le partite di calcio sono strategia, vanno capiti i momenti della partita perché giocar bene 38 partite è impossibile, ma quelle che ti fanno vincere lo scudetto sono quelle quando giochi male. Questa è una caratteristica di un DNA vincente che la Juve è dentro di sé. A nessuno piace perdere, se qualcuno si accontenta di uscire dal campo dire giochiamo bene e abbiamo perso e magari siamo arrivati secondi, non fa per me. Io nelle prime 5 partite a Cagliari ho fatto 0 punti. Non era facile, ma ci sono riuscito. Si diceva che giocavo bene, ma non vincevo e non facevo gol e contano le vittorie. Però c’è un dato di fatto e nella vita ci sono le categorie: ci sono i giocatori che vincono e che perdono, dirigenti che vincono e no, allenatori che vincono e non vincono mai. Cazzo, se non vincono mai ci sarà un motivo, Dio santo! Nel gabbione a Livorno, lo dico perché io i tornei li vincevo tutti, ne ho perso solo uno. Ci sarà un motivo. Ora io vi farei un esempio, ma non ve lo faccio se no viene giù tutto”.

Per quanto riguarda il suo futuro, Allegri ha affermato come al momento non sa cosa farà il prossimo anno e non è escluso neanche un anno sabbatico, utile per ricaricare le batterie dopo cinque anni di lavoro molto intenso: Magari una pausa farà anche bene, poi è normale che dopo il 15 luglio comincia magari a venirmi voglia di tornare a lavorare, ma questo non dipende da me ma da quello che succederà in giro. Valuterò le proposte, altrimenti farò un anno lungo dove avrò la possibilità di dedicarmi un po’ di più a me stesso e a quelli che mi sono vicino, anche a quella banda di scellerati dei miei amici che ogni tanto vanno guidati se no fanno casino”. Dopo la conferenza stampa, prima di uscire dalla sala, ad Allegri è stato tributato nuovamente un caloroso applauso, con tutti i presenti che si sono alzati in piedi, dedicandogli una standing ovation.

 

 

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