Italia, goleada, giovani e difesa: Mancini, what else?

14 maggio 2018. È partita da questa data la rivoluzione della Nazionale di Roberto Mancini. Tre gli obiettivi: la qualificazione ad EURO 2020, lanciare il nuovo corso e riportare l’Italia dove merita.

Il primo ostacolo per il raggiungimento dei prossimi europei è stata la partita di settimana scorsa con la Finlandia vinta per 2-0 (reti di Nicolò Barella e di  Moise Kean, ndr), a cui fanno seguito i sei gol di ieri rifilati al malcapitato Liechtenstein.

«Però il Liechtenstein…, il grande, irreprensibile Liechtenstein. Non sapevo giocasse anche a  calcio». Potrebbe dire qualcuno.

 Siamo tutti d’accordo che il Liechtenstein non fosse il più insormontabile dei test ma vista la situazione in cui si versava dieci mesi fa, possiamo considerarlo come un risultato che dà fiducia e non come un risultato che ci fa uscire da tutti i problemi.

181° nel ranking FIFA e capace dell’ultimo posto nel proprio girone di Serie D di Nations League, alle spalle di Gibilterra, la netta differenza tecnico-tattica ha permesso al CT di sperimentare nuove soluzioni tattiche. Vediamole. In primo luogo il centrocampo. Fuori Barella e Bernardeschi e dentro Sensi e Politano. Il centrocampista del Sassuolo già si era fatto notare nell’amichevole contro gli Stati Uniti dove agì da regista mentre contro il Liechtenstein è stato utilizzato da mezzala. Ad occupare l’altre due caselle ci sono Jorginho come centrale e Verratti a destra.

Sensi ha dimostrato di poter essere utilizzato sia da centrale sia da mezzala. Da centrale ha fatto vedere di essere capace di osare di più rispetto a Jorginho mentre come interno si è mosso perfettamente alle spalle del centrocampo avversario rendendosi pericoloso 8 volte e sopratutto sfruttando la capacità dei tempi d’inserimento ha realizzato il primo centro con la maglia azzurra.

Altre pedine fondamentali dello scacchiere sono Spinazzola e Verratti, entrambi autori di 9 dribbling.

Il terzino ha ripetuto la prestazione fatta con l’Atletico Madrid. Intelligenza tattica e decisionale, fiato da centometrista, dribbling, tecnica e spirito di sacrificio. Sono tutte caratteristiche che lo portano ad essere considerato un’importante alternativa nella costruzione e, quindi, un regista laterale a tutti gli effetti.

Il centrocampista del PSG, invece, ha dato ordine, freschezza e -sopratutto- gol e corsa. Prestazione strappa applausi che lo avvicina ad essere considerato sempre di più leader di questa giovane Italia. 

Capitolo attacco. Qui ci sono diversi dubbi circa la posizione di centravanti. Fino ad oggi è stato Ciro Immobile ma complici i movimenti diversi che effettua nella Lazio, non ha pienamente convinto e per questo Mancini sta cercando di ragionare sulle possibili alternative. Quagliarella? Difficile. Allora ecco che viene in soccorso Moise Kean che viste le assenze di Insigne e Chiesa, ha giocato da esterno offensivo. È di fondamentale importanza capire se Mancini lo reputi adatto a ricoprire un ruolo così fondamentale.

C’è però un’alternativa che potrebbe rivelarsi quella determinante. Il falso nove.

I progressi fatti dovranno essere dimostrati contro la Grecia e la Bosnia Erzegovina, banchi di prova ben più difficili del Liechtenstein. 

 

 

Da cosa si deve (ri)partire?

Se si vuol fare una rivoluzione si deve partire dai giovani. È ovvio e palese. Mancini lo sa bene ed ecco che ha buttato nella mischia Cragno, Zaniolo, Kean, Pellegri, Sensi e Grifo.

I giovani devono giocare

 

Dalla prima conferenza ad oggi Mancini lo ha detto e ridetto, come un mantra. Dalle parole è passato ai fatti.

Nell’undici titolare dell’Italia contro il Portogallo erano cinque i giocatori più anziani:  Chiellini, Bonucci, Insigne, Florenzi e Immobile.

Così facendo, Mancini sta responsabilizzando sul dare fiducia ai giovani e – cosa importantissima- avere la pazienza per lasciarli sbagliare in serenità.

Partendo dalle ceneri svedesi, Mancini ha fatto cadere i nostri precetti storici su cui abbiamo costruito 121 anni di calcio non spettacolare ma vincente. La Nazionale difensivista, noiosa, grezza e macchinosa, ha fatto spazio a quella (razionalmente) offensiva, leggiadra e piacevole da vedere. È proprio questo un altro punto fondamentale dell’Italia manciniana. Ha accesso un entusiasmo, una compattezza di tifo da troppo tempo assenti. Che sia proprio questa la chiave per tornare ai vertici? Ce lo auguriamo con tutto il cuore. Azzurro, ovviamente.

Lo stage congiunto 

In vista dell’Europeo Under 21 del prossimo giugno, verrà realizzato uno stage congiunto tra Nazionale e Under 21. Servirà per allenamento al torneo ma sopratutto per valutare meglio i giovani che potrebbero salire in Nazionale maggiore. Lo stage certifica ancora una volta l’attenzione e il lavoro certosino che Mancini sta svolgendo. Da definire la data ma si pensa a due giorni.

 I dettagli

ACDC, Queen, Rolling Stones, Pink Floyd, Miley Cyrus, Robbie Williams e Tina Turner. No, non è una lista di gruppi e artisti preferiti di qualcuno. Sono gli autori delle canzoni presenti nella playlist della Nazionale, voluta dal CT Mancini in persona. Durante gli allenamenti di Coverciano, infatti, viene spesso posizionata una cassa al centro del campo per caricare i giocatori. Del resto, come non riuscirci con artisti così?

 

 

 

 

 

 

 

 

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