Di fronte ai vandali, non c’è etica sportiva che tenga. Il murales realizzato dall’Inter in collaborazione con Mediaset Premium per celebrare i 110 anni di storia è stato imbrattato con uova e vernice rossa e ora dovrà essere ripulito.
Un gesto esecrabile che dimostra ancora una volta che non siamo pronti per fare il salto di qualità. Questo murales infatti poteva rappresentare un simbolo di distensione, in primis perché tra gli sponsor c’è Mediaset, “ammiraglia” rossonera da sempre e poi perché era il risultato di una sinergia importante fra le istituzioni nel segno del rispetto e della tradizione.
Da simbolo di rinascita calcistica, è diventato l’esempio della nostra cultura sportiva, poco rispettosa delle storie altrui e macchiata spesso da episodi al limite della legalità. Bu razzisti, scontri, pesanti sfottò, cori al limite della decenza, stampini e vandalismi vari.
In Italia manca completamente una cultura sportiva e non è solo questioni di tifosi, ma anche e soprattutto di media. Basti pensare a Tuttosport che parla di sarrizzazione quando scrive di una persona che si lamenta o ai giornali vicini al Napoli che prendono ogni “rimessa laterale” non data alla Juventus come pretesto per urlare allo scandalo.
La verità è che non siamo pronti. Non siamo pronti a stringere la mano all’avversario che gioca meglio, non siamo pronti a rispettare i valori fondanti di questo sport, non siamo pronti ad accettare il verdetto del campo, non siamo pronti ad accettare la Var, figuriamoci a tollerare un murales enorme che simboleggia la storia dei nostri acerrimi rivali. Povera Italia…
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