Un Inter non spumeggiante ma arcigna e solida supera per 1-0 l‘Udinese a San Siro nella 3°giornata di campionato e sale a 9 punti in classifica. Decisivo ancora Stefano Sensi, che segna il gol vittoria al tramonto del primo tempo con un colpo di testa in tuffo.
Alla ripresa dopo la pausa per le Nazionali, l’Inter torna in campo per la 3°giornata di campionato a San Siro contro l’Udinese. Piccoli variazioni di modulo per Antonio Conte che abbandona momentaneamente il 3-5-2 e passa a un 3-4-2-1 con Sensi e Politano a supportare Lukaku, con Barella e Brozovic in mediana, esterni Candreva e Asamoah, pacchetto difensivo Godin, Skirniar, de Vrij con in porta Handanovic. Nel primo tempo l’Inter non brilla per idee, e si rende pericolosa più su azioni individuali come il palo di Politano, o la botta di destro dai 20 metri di Sensi. Complice il rosso a de Paul che lascia in 10 i suoi, l’Inter sul finire della prima frazione trova il vantaggio: cross di Godin, inserimento di Sensi che di testa insacca.
Con più facilità di manovra rispetto al primo tempo contro un avversario che si chiude ancora di più in difesa (pericolo vero solo con Lasagna respinto da Handanovic), si nota che all’Inter di Conte mancano ancora i meccanismi giusti per funzionare davvero. Al momento la squadra è ancora compassata, lenta e poco fluida nelle idee. Se il trio difensivo GDS ha dato una buona impressione, i nerazzurri mancano ancora a centrocampo, con Brozovic macchinoso in fase di manovra (anche se supportato da un diligente Gagliardini che rileva all’intervallo il bocciato Barella). Sensi è ancora il migliore anche spostato più avanti, ma più per meriti singoli che per meccanismi rodati.
Stesso discorso per Politano, che da seconda punta fa molto bene ma trova poco Lukaku. Generalmente l’Inter di Conte sembra ancora una squadra in work in progress, che al momento tende a sovraccaricare ancora le fasce esterne: se da sinistra Asamoah fa sempre il suo, l’Inter prova ancora a fidarsi di Candreva, ma le scelte del fluidificante italiano sono sempre errate e mai decisive e con soluzioni tecniche sempre prevedibili. L’Inter vince, soffre e per ora non è troppo bella anche se efficace nei risultati. I margini ci sono, ma anche il lavoro per oliare il sistema Conte è tanto.
TOP
SENSI, 7: ancora tra i migliori dell’Inter. Spostato questa volta più avanzato in zona trequarti è ugualmente dentro all’azione con eleganza e tecnica. Nel primo tempo impegna Musso con un destro dai 20 metri, poi sblocca e trova il gol partita di testa su ottimo inserimento. Nella ripresa in leggero calo, ma sempre solido come raccordo tra centrocampo e attacco.
POLITANO, 6,5: palo dopo 4 minuti e almeno altre due occasioni pericolose nel primo tempo. Nella ripresa sfiora il gol da posizione ravvicinata ma Musso glielo nega. Ottimo nel suo vero ruolo, sempre in movimento e rapido, poco supportato da un Lukaku in serata no.
GAGLIARDINI, 6,5: entrato nella ripresa dopo che Conte boccia Barella, Gagliardini entra col piglio giusto col compito di puro mediano a proteggere Brozovic. Recupera palloni e ci mette garra. Prova anche più volte conclusioni insidiose, che cozzano però coi suoi noti limiti tecnici. Promosso comunque.
FLOP
LUKAKU, 5,5: serata un po’ difficile per il bomber belga. É poco servito ma soprattutto nella ripresa, si muove molto poco e non trova mai la combinazione col compagno di reparto Politano, che preferisce giocare da solo. Sempre tanto impegno, oggi poco efficace.
CANDREVA, 4: per la terza volta titolare con 90 minuti giocati. Siamo sempre alle solite, impegno, sacrificio ma limiti tecnici e calcistici che sfiorano il masochismo. Mai una scelta giusta o “originale”, un giocatore robot che si limita a correre ma non è nessun valore aggiunto. Rischia pure il danno facendo un fallo pericoloso su Lasagna a campo aperto. La domanda è sempre quella: basta un impegno samurai per farsi l’intera stagione?
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