La decisione di Frank De Boer di sostituirlo al 28′ ha dato inizio al caso Geoffrey Kondogbia
La continuità è stata trovata, ma ogni settimana scoppia un nuovo caso all’Inter. Dopo quello di Marcelo Brozovic, ora è il momento di Geoffrey Kondogbia, scaricato, senza neanche troppo nasconderlo, da Frank De Boer, che lo ha sostituito al 28′ minuto della gara casalinga contro il Bologna.
Il centrocampista francese, fino a quel momento, era assolutamente il peggiore in campo, snervante e impreciso in fase di costruzione di gioco, presuntuoso in protezione. Uscito tra fischi e qualche applauso di incoraggiamento per il giovane Assane Gnoukouri, probabilmente il migliore dei nerazzurri durante il resto della partita.
Il tecnico olandese non si è nascosto davanti ai microfoni, accusandolo di incapacità di imparare, presunzione nel ripetere sempre gli stessi errori. Ma, soprattutto, De Boer ha cancellato la scusa della giovane età, affermando che non ha più 18 anni e ha 23 anni bisogna prendersi le proprie responsabilità.
Sincero e duro, ma quanto basta per raccontare la verità. D’altronde, ha il pieno appoggio da parte della società, che sta puntando tutto su di lui e asseconda le sue scelte in campo e nello spogliatoio, come confermato anche dal presidente Javier Zanetti in giornata.
Non è certo una bocciatura quella di Kondogbia, ma la sua parabola discendente sembra inarrestabile. Pagato nell’estate del 2015 ben 31 milioni di euro, più 7 milioni di euro di bonus, strappato con una vera e propria telenovela alla concorrenza del Milan, voluto fortemente da Roberto Mancini, finora il centrocampista francese ha solo deluso le aspettative, risultando tatticamente molto lontano da un facile ambientamento nel calcio italiano, ma soprattutto fallendo dal punto di vista della qualità offerta, mostrando gravi problemi di personalità.
Nelle prossime settimane De Boer, che non ha inserito Kondogbia nella lista Uefa per l’Europa League, cercherà di recuperare un giocatore sicuramente finora sopravvalutato. Ma è un patrimonio dell’Inter e non deve essere sperperato. Bisogna risanare la ferita nello spogliatoio, che sembra seguire ad occhi chiusi i dettami tattici e morali del proprio allenatore.
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