Inter-Milan 3-2: rossoneri da Dottor Jekyll a Mister Hyde, Icardi in versione Re Mida

L’Inter riesce ad avere la meglio su un Milan mai domo, che disputa un primo tempo impietoso, ma che nella ripresa mette in campo grinta e determinazione, riuscendo ad agguantare due volte i cugini e schiacciarli per lunghi tratti. Solo un rigore al 90′ riesce a spezzare l’equilibrio e cancellare un pareggio che, per ciò che si è visto sul campo, sarebbe stato il risultato più corretto. 

Il derby non è mai una partita banale e va contro ogni logica, cancellando tutte le certezze e lasciando importanti interrogativi. 
L’Inter arriva da seconda della classe, da squadra compatta e sicura dei propri mezzi. Il Milan, al contrario, si presenta al derby reduce da due pesanti sconfitte e con un estremo bisogno di macinare gioco e, soprattutto, punti. 

La città è in festa, il record europeo di incassi, i 180 paesi collegati ed i tanti amici fraterni divisi da una fede calcistica che li mette l’uno di fronte all’altro: rossoneri contro nerazzurri. C’è rispetto reciproco e timore, lealtà e correttezza, tanto in campo quanto sugli spalti. 

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L’Inter inizia a giocare mostrandosi subito aggressiva e vogliosa di portare a casa il derby, il primo di Spalletti sulla panchina nerazzurra. Il Milan, al contrario, inizia la partita contratto, quasi intimorito. L’impressione è che Montella, consapevole del fatto che gli avversari siano maestri nel respingere gli attacchi avversari a difesa schierata e ripartire agilmente in contropiede, abbia chiesto ai suoi uomini di consegnare il pallino del gioco all’Inter, sperando di metterla in difficoltà e ripartire ordinatamente in contropiede, togliendo così ai rivali la loro arma migliore, usandola piuttosto contro di loro. 

Il risultato, però, è un Milan schiacciato che per 45′ difende con 5 uomini in linea e non riesce a ripartire quasi mai e che subisce paradossalmente il gol su un contropiede, al primo pallone toccato, o meglio dire sfiorato, da Icardi
I rossoneri non riescono a reagire e si rendono pericolosi solamente al 44′, con una buona manovra di Kessie (l’unica della sua disastrosa partita) che lancia nello spazio Borini che per poco non riporta il match in pareggio. 

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La ripresa è tutta un’altra storia.
Montella toglie Kessie e butta nella mischia Cutrone, il Milan come per magia si alza, inizia a pressare l’Inter, togliendo respiro alla manovra della banda-Spalletti e creando nitide occasioni da gol, una dietro l’altra.

In 5 minuti il Milan ha già creato ben nitide 5 palle-gol (Andrè Silva colpisce un palo clamoroso e sulla ribattuta viene annullato il gol a Musacchio per fuorigioco) e il pareggio di Suso al 55′ ne è la logica conseguenza, che premia gli sforzi di una squadra che ha tolto i panni del monotono e inconsistente Dottor Jekyll, per mettere quello dell’indemoniato Mister Hyde, che inizia una vera e propria crociata all’assalto dell’area di rigore dell’Inter, mettendola in difficoltà come mai prima d’ora in questa stagione. 

L’inter sembra alle corde ma il calcio, si sa, è uno sport crudele e nel momento migliore dei rossoneri, nel momento in cui meriterebbero il vantaggio, negato solamente dagli interventi prodigiosi di Handanovic, Biglia (tornato dagli impegni con l’Argentina assolutamente scarico, sia mentalmente che fisicamente) si addormenta incredibilmente ed incespica sul pallone: Icardi non si fa pregare per effettuare lo scippo e l’Inter può finalmente uscire dalla sua metà campo e partire con un altro contropiede, magnificamente orchestrato da Perisic, che entra in area di rigore, punta Musacchio, lo salta con un doppio passo e mette in mezzo una palla deliziosa per Icardi

L’argentino salta a due piedi e prova il colpo ad effetto con una sforbiciata, calcolando però male la traiettoria del pallone e svirgolandolo con lo stinco, ma ciò che ne esce fuori è una traiettoria incredibilmente imparabile che si insacca nell’angolino più lontano. Icardi è il nuovo Re Mida, trasforma in oro tutto ciò che tocca ed anche quando apparentemente sbaglia, o comunque non riesce a realizzare ciò che è nelle sue intenzioni, segna ugualmente. E’ un vero e proprio cobra da area di rigore, un rapace infallibile che riesce a capitalizzare al meglio ogni occasione che gli capita, feroce nell’andare in contro alla palla, scaltro e abile nel trovarsi sempre nel posto giusto, al momento perfetto. 

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Adesso il risultato è di 2-1 per Inter e per il Milan è tutto da rifare. La squadra di Montella sente a livello psicologico il colpo e per qualche minuto rimane inerme, immobile, quasi annichilita ed incredula. 
Montella predica calma e chiede di evitare la frenesia, ricompatta il gruppo e manda in campo Locatelli al posto di Romagnoli, passando dal 3-5-2 ad uno strano 4-2-4, con Borini (partita veramente eccelsa la sua, l’ultimo a mollare) nel ruolo di terzino destro nella difesa a quattro, ma con il compito di macinare chilometri sulla fascia destra, dalla quale riuscirà, all’81’, a mettere in mezzo un cross che taglia l’area e trova la deviazione vincente di Bonaventura

E’ di nuovo parità, un incontro scoppiettante che, a 9′ dal traguardo, vede le squadre appaiate sul 2-2, risultato finale degli ultimi due derby. 
Il derby riserva ancora colpi di scena e cancella ogni numero, ogni dato ed ogni statistica. L’Inter, infatti, non aveva mai preso gol nel secondo tempo, mentre adesso ne ha già presi due. Il Milan, invece, non era mai stato capace di agguantare l’avversario dopo aver subito gol, mentre adesso lo ha fatto addirittura due volte, realizzando prima il gol dell’1-1 e poi quello del 2-2. 

Gli uomini di Montella sono molto carichi adesso e sull’onda dell’entusiasmo vorrebbero anche provare a vincerla questa partita. L’Inter è però sorniona e Spalletti manda in campo Eder, con lo scopo di sfruttare ancora meglio le possibilità di contropiede con la velocità dell’italo-brasiliano. Le due squadre non si accontentano del pareggio e giocano con il coltello tra i denti fino alla fine. 

Al 88′ una giocata super di Vecino spacca in due il match: prende palla nella propria metà campo e riparte velocemente in contropiede, producendo uno scatto da quattrocentista e portando a spasso tutto il centrocampo e la difesa del Milan. L’uruguaiano, dopo quasi 60 metri palla al piede, entra in area ed ha ancora la lucidità per servire Icardi, che con un delizioso colpo di tacco mette Eder nelle condizioni ideali per battere a rete
Qui, però, Ricardo Rodriguez diviene l’emblema della sciagurata serata rossonera e della partita a due volti: lo svizzero, infatti, prima mette i panni del supereroe e salva sul tiro di Eder con un intervento prodigioso ma, pochi secondi dopo, sul corner per l’Inter cintura ingenuamente D’Ambrosio, che non sarebbe mai potuto arrivare su una palla destinata inesorabilmente ad uscire fuori

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Il popolo milanista si dispera mentre Icardi, glaciale come non mai, timbra dal dischetto e tinge Milano di nerazzurro, almeno per una sera.
Il direttore di gara decreta 3 minuti di recupero e Spalletti congela la partita usufruendo del terzo cambio a disposizione, concedendo la standing ovation al Re Mida Icardi ed inserendo Santon.
Rimangono pochi secondi al Milan che comunque prova a reagire grazie alla caparbietà di baby gioielli della casa, Cutrone e Locatelli, che costruiscono un’ultima occasione per riportare questo pazzo Inter-Milan in parità, con il primo che ruba palla ed il secondo che si invola pericolosamente nella metà campo avversaria.

Eder spende il giallo e lo atterra, ma concede una pericolosa punizione dalla trequarti campo.
Inter e Milan sono entrambe raccolte interamente dentro un’unica area di rigore, con Suso che sventaglierà il pallone della disperazione in mezzo dove, nel frattempo, anche Donnarumma ha avuto l’autorizzazione a salire.
Il miracolo del derby della Madonnina (per i rossoneri) non avviene e la partita finisce tra il tripudio del popolo interista. 

Un’Inter che conferma tutto ciò che aveva mostrato nelle precedenti 7 gare di campionato, mostrandosi solida e forte mentalmente, riuscendo ancora una volta a vincere una partita sporca quanto mai (anche questa volta con quel pizzico fondamentale di fortuna) e tenere il passo del Napoli. 

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Il Milan, dall’altro lato, aveva assolutamente bisogno di una vittoria, ma è sceso in campo scarico ed ha letteralmente gettato il primo tempo alle ortiche, regalandolo di fatto all’Inter. Che meritasse ben più che una sconfitta non è assolutamente in discussione, ma che non si possa concedere un tempo intero agli avversari, lo è altrettanto, specialmente se ti chiami Milan.  

Montella a fine gara ha detto di aver finalmente visto i ragazzi giocare con “l’anima da Milan“, ed è vero, i rossoneri (nel secondo tempo) hanno lottato e creato tante occasioni, ci hanno messo il cuore e hanno tirato verso lo specchio avversario ben 20 volte, ma sono crollati sotto i colpi di Icardi, che ha saputo inserirsi tra le falle dell’organizzazione difensiva rossonera.

Bisogna ripartire dell’ottimo secondo tempo disputato e dalla reazione veemente avuta, consapevoli del fatto che mancano ancora tantissime gare e che, nonostante i tanti punti di distanza già accumulati dalle prime della classe, nessun obiettivo è ancora compromesso, tenendo bene in mente che, mantenendo lo stesso atteggiamento mostrato nella seconda parte di questo derby da cardiopalma, potrebbe veramente giungere la tanto attesa svolta della stagione. 

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