Difficile riassumere in un articolo tutte le emozioni che questo derby di Milano ha portato con sé, un po’ perché le parole spesso non riescono a restituire le emozioni che si provano e un po’ perché di parole da fare ce ne sarebbero moltissime. Non si può non cominciare da Icardi, fenomeno vero che con una tripletta da sogno ha portato l’Inter in paradiso e affossato il Milan di un Montella troppo timido per essere vero.
Il bomber argentino ha realizzato due gol da favola e trasformato con freddezza un rigore al novantesimo, dimostrando di avere una lucidità da campione vero. A differenza di Dybala, per esempio, che contro Atalanta e Lazio è riuscito a sbagliare due rigori su due. Ieri sera l’Inter si può dire che sia stata solo Icardi, perché il resto della squadra si è limitato a difendere gli assalti del Milan con ordine.
Paradossalmente il Milan ha giocato anche meglio ma è rimasto con un pugno di mosche in mano per colpa di un Montella troppo arrendevole che ha lasciato Andrè Silva da solo in attacco e ha infoltito il centrocampo a difesa di un pareggio che non sarebbe servito a nulla.
Montella avrebbe dovuto osare di più, avrebbe dovuto schierare Cutrone dal primo minuto e lasciare fuori un Kessie imbarazzante, avrebbe dovuto cercare il gol con più insistenza fin dai primi minuti della gara, non solo in svantaggio.
Cosa rimane di questo derby? Il bacio fra Icardi e Spalletti, la disperazione di Biglia e Bonucci. E un’Inter seconda in classifica a due punti dal Napoli. Che campionato…
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