F1, Marchionne: “Con Alfa Romeo il Circus ritrova un marchio storico per la categoria”

La giornata di oggi, per la Formula 1, è stata caratterizzata dalla presentazione, al Museo Alfa Romeo di Arese, del team Alfa Romeo-Sauber, sodalizio (soprattutto commerciale) che farà il suo ingresso nel Mondiale a partire dal prossimo anno (e almeno fino al 2020), nominando la coppia Leclerc-Ericsson come piloti titolari 2018. Gran Cerimoniere di tutto l’evento Sergio Marchionne, che non ha mancato di sottolineare l’importanza di tutta l’operazione, al cospetto di grandi nomi quali Jean Todt e Chase Carey.

Sergio Marchionne, gran protagonista ad Arese nella cerimonia di presentazione del team Alfa Romeo-Sauber (foto da: ilgiornale.it)

Oggi ridiamo all’Alfa Romeo il palcoscenico che merita, riportando alla luce un vero mito delle corse. Sono trascorsi 30 anni dall’ultima apparizione di Alfa Romeo in Formula 1, e credo che oggi sia una momento speciale non solo per noi, ma anche per il nostro Paese” – ha spiegato Marchionne – “Alfa Romeo sarà title-sponsor della Sauber, ma condivideremo risorse e competenze non solo tecniche ed ingegneristiche, ma anche strategiche e commerciali, per supportare attivamente la squadra svizzera. Inoltre, la power unit sarà 2018 e ci saranno due giovani piloti di talento. Il primo anno di collaborazione non può avere aspettative molto alte, ma vogliamo crescere e migliorare“.

Marchionne specifica che la power unit non verrà ribranderizzata e che si sta discutendo su cosa fare del logo del Biscione sulla Ferrari: “Non avrebbe senso cambiare nome, quindi la power unit è Ferrari e resterà Ferrari. Sul logo, stiamo ancora decidendo il da farsi. Cosa pensano a Maranello di tutto ciò? Credono sia una figata“.

In conferenza stampa, ovviamente c’è stato molto spazio per la questione piloti. Su un Leclerc futuro sostituto di Raikkonen sulla Rossa, il manager italo-canadese è chiaro (“E’ chiamato a dare il massimo nel progetto Alfa Romeo Sauber nel 2018, poi vedremo come si evolveranno le cose“), mentre non chiude assolutamente le porte ad Antonio Giovinazzi, sicuramente deluso dalla conferma di Ericsson ma che potrebbe rientrare in ballo in ottica 2019, se non anche a stagione prossima in corso (“Antonio sarà terzo pilota di Ferrari, Sauber e Haas (come nel 2017 ndr), prendendo parte a sei PL1 con la Sauber. Capiamo la sua voglia di correre, ma al momento non c’è posto. E’ un bravo pilota e credo che con un po’ di tempo arriverà anche lui“).

Altra inquadratura della livrea che dovrebbe rivestire la monoposto dell’Alfa Romeo-Sauber nel 2018 (foto da: twitter.com)

Le domande non si sono fermate all’Alfa Romeo-Sauber. A Marchionne viene chiesto quanto di serio ci sia dietro la minaccia di lasciare la Formula 1 se i nuovi regolamenti snaturassero troppo la categoria. “Le relazioni con Liberty Media sono buone e anche oggi abbiamo parlato con Carey, entusiasta per il ritorno dell’Alfa Romeo” – ha detto Marchionne – “E’ un discorso in evoluzione e c’è tutto il tempo per dipanare le divergenze. La nostra posizione è chiara e l’accordo che abbiamo preso con Sauber scade nel 2020, proprio nell’eventualità che la Ferrari non dovesse più essere in Formula 1. Questa possibilità è seria, altroché; ma Chase ed io condividiamo la necessità che si debba trovare un punto d’incontro. L’importanza dello sviluppo della tecnologi, per noi è essenziale. Non possiamo rendere le monoposto uguali al punto che non possano essere più riconoscibili sul fronte tecnologico. Se dovesse avverarsi questa circostanza, la Ferrari lascerà“.

Infine, il presidente di FCA tocca altri tre temi. Innanzitutto il budget cap: “Sono il primo a voler ridurre le spese, ma gestire un qualcosa come il budget cap è praticamente impossibile. Ci vorrebbe un’onestà di base che non è proprio comune in questo ambiente“. Poi passa alle tre power unit consentite nella prossima stagione: “Una cavolata colossale. Questo riduce il costo dei motori per i clienti, ma va a gravare su chi li produce. Ferrari, Mercedes, Honda e Renault, fanno sforzi enormi per poter garantire l’affidabilità di tre motori per ventuno gare, a quel punto poteva essere logico darne quattro, sarebbe costato di meno“. In conclusione, sulle chance di vedere la Maserati in Formula E, Marchionne è sibillino: “Vedremo. In questo momento stiamo monitorando la situazione“.

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