F1, Lauda: “Mai avuto paura. In un mese dovrei tornare in piena forma”

E’ stato un 2018 molto duro per Niki Lauda. Nessuno dimentica lo spavento fatto correre la scorsa estate a tutto l’ambiente della Formula 1 quando, a causa di un’influenza presa sottogamba a metà Luglio durante un soggiorno ad Ibiza, era stato ricoverato d’urgenza presso l’Allgemeines Krankenhaus di Vienna. Dopo una degenza di 13 giorni, quando le sue condizioni sembravano migliorate, un’infezione polmonare aveva fatto precipitare la situazione, richiedendo il trasferimento nel reparto di terapia intensiva e un successivo trapianto di polmone, effettuato il 26 dello stesso mese.

Niki Lauda ha ormai superato il trapianto di polmone subito la scorsa estate, tornando a casa tre giorni fa, in tempo per passare le vacanze natalizie con la famiglia ad Ibiza (foto da: twitter.com)

Dopo aver passato anche giorni in coma farmacologico, a mesi di distanza il tre volte Campione del Mondo può fortunatamente guardare a tutto ciò con un sospiro di sollievo. Nella giornata di ieri, sulla Gazzetta dello Sport è stata pubblicata l’intervista effettuata da Pino Allievi, primo giornalista a poter parlare con Lauda, dimesso nei giorni scorsi e pronto a passare il Natale con la sua famiglia.

Un Lauda che, fiero e combattivo come sempre, ammette di non aver mai avuto paura: “No, essendo circondato da ottimi specialisti, mi sono affidato a loro e ho fatto l’unica cosa che potevo fare in una situazione che, ne ero consapevole, era molto complicata, ovvero lottare. L’ho fatto in ogni singolo istante, e continuo ancora adesso“.

Sono stato in ospedale fino a tre giorni fa, avendo poi il permesso di tornarmene a casa. Sono quindi volato nella mia abitazione di Ibiza, dove trascorrerò il Natale con tutta la mia grande e affettuosa famiglia” – continua l’austriaco – “Devo però sottopormi a sei ore di training al giorno, assistito da due preparatori che non mi lasciano nemmeno per un istante. L’essere a casa mia è però un’altra cosa; l’aria qui è più pulita, il clima non è inclemente come in Austria. Mi hanno detto che in un mese dovrei essere pienamente in forma e pronto a ricominciare la mia vita di sempre. E perché no, anche a seguire i GP come prima“.

Dopo il rogo del Nurburgring del 1976 e due trapianti di reni (1997 e 2005), Niki ha superato anche questa dura prova: “Quando ebbi l’incidente in Germania, nel ’76, fu solo una questione di un mese o poco più. E’ vero che avevo ustioni, ero bruciacchiato, ma ne uscii in fretta. Adesso è stata lunga, ma sono ancora qui“. Durante il periodo in ospedale, il presidente non esecutivo della Mercedes ha sempre seguito le gare, venendo sempre aggiornato di quel che accadeva in circuito.

Non ho perso un solo Gran Premio, anche se ero in compagnia di tante cannette di flebo. Ho assistito a tutte le gare, ho telefonato ai box durante i fine settimana, mi hanno sempre detto quello che accadeva” – spiega Lauda – “Era come essere con gli altri nel box. Devo dire che ho scoperto una volta di più il calore delle persone con le quali sto lavorando da anni. Tutti bravi, tutti preoccupati per me“.

In conclusione, Niki svela l’aneddoto della lettera ricevuta da Sebastian Vettel. Un gesto che ha colpito non poco il 69enne viennese: “La lettera scritta da Sebastian di suo pugno mi ha fatto molto piacere, piena di belle parole, di considerazioni affettuose. Non me l’aspettavo, dato che, solitamente, i piloti non fanno queste cose, guidano e basta. Ma lui è una bella persona. Sappiamo che durante questo 2018 ha passato momenti difficili, ma sarebbe assurdo metterlo in discussione. Si riprenderà, un campione non si dimentica come si guida. Tornerà forte come sempre e sarà ancora lui il rivale di Hamilton nel 2019“.

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