La tematica delle power unit continua a tenere banco nel paddock della Formula 1. Com’è noto, nelle scorse settimane si sono svolte importanti riunioni a Parigi per discutere delle basi del nuovo regolamento tecnico sui propulsori, che andrà a sostituire quello attuale a partire dalla stagione 2021. In queste ore, invece, è venuto fuori che anche l’attualità è stata discussa in questi incontri, in particolare riguardo al numero di power unit che sarà possibile utilizzate il prossimo anno senza incorrere nelle sempre più detestate penalità in griglia.
Secondo un calendario disposto all’inizio dell’era ibrida dalla Federazione (di concerto con tutti i partecipanti al Mondiale, è bene ricordarlo), a partire dalla prossima stagione dovranno essere utilizzate un massimo di 3 power unit, indipendentemente dal numero di gare previste, che nel 2018 saliranno a 21, con i ritorni di Francia e Germania che andranno a coprire l’addio della Malesia. Una situazione ridicola ed aberrante, che rischia di snaturare ancor di più una Formula 1 trasformata sempre più in Formula Endurance, come sottolineato in modo fortemente polemico anche da Lewis Hamilton, a margine del recente Gran Premio del Brasile.
Ma tant’è. Come sottolineato poco sopra, tutti hanno sottoscritto questa regolamentazione ipocrita ed illogica, quindi piangere adesso equivale a versare lacrime di coccodrillo. Dicevamo dunque, nell’ultima riunione con lo Strategy Group, la Red Bull tramite Chris Horner ha provato a proporre di mantenere a 4 nel 2018 il numero di power unit, prendendo come spunto l’ultima fase della stagione in corso, con problemi crescenti per i vari team nel rispettare i limiti (motorizzati Renault in primis, senza parlare della Honda) e con griglie stravolte e falsate da penalizzazioni in serie. Una situazione che verrebbe aggravata il prossimo anno dal dover ogni power unit durare la bellezza di 7 gare.
Il team principal del team anglo-austriaco, però, è stato stroncato in partenza dal no opposto da Ferrari e Mercedes, non disposte a vanificare gli enormi investimenti messi in campo per stare al passo con il regolamento tecnico (contenimento dei costi dice Todt… Certo, come no… Manco lui ci crede a questa ‘cagata’ colossale). Per modificare regole già scritte ed approvate dal Consiglio Mondiale, come si sa, c’è bisogno dell’unanimità. Non essendo questa possibile, la richiesta della Red Bull è caduta nel vuoto.
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