Come da previsioni, anzi peggio, il Gran Premio d’Ungheria è stato un vero calvario per i due piloti della Ferrari. Alla fine, grazie alle disavventure di un Valtteri Bottas sfortunato e ormai con un piede e mezzo fuori da Brackley, arriva un gradino più basso del podio con Sebastian Vettel che, nonostante una strategia discutibile e l’ennesimo pit stop lento, riesce con le soft a rimontare il compagno di squadra Charles Leclerc, 3° sin dal primo giro, infilandolo di forza in curva 1 all’inizio del penultimo giro. Ma a fare spavento è stata la netta sensazione d’inferiorità mostrata sul circuito ungherese dalla SF90, che a fine gara si è beccata la bellezza di un minuto ed un secondo con il tedesco, ed un minuto e cinque secondi con il monegasco, entrambi in rapporto al vincitore, Lewis Hamilton.
“In generale, l’Hungaroring non era una pista adatta a noi, anche se dobbiamo continuare a spingere e a migliorare” – commenta a caldo Sebastian Vettel – “Le temperature era alte, ma questa pista ha confermato i nostri limiti, emersi già ieri. Il primo stint è stato molto difficile, anche perché abbiamo provato a prolungare la nostra permanenza in pista sperando in una safety car. Nel finale ero messo meglio di Charles, ma finire 3° o 4° non fa granché differenza“.
“In rettilineo siamo forti, mentre soffriamo troppo in curva. E’ lì che dobbiamo migliorare. I prossimi circuiti, Spa e Monza, potranno essere buoni per noi e lo spirito del team è buono; ma c’è tanto da lavorare” – prosegue Sebastian – “A livello personale, sinceramente punto a fare molto meglio nella seconda metà di stagione, poiché non sono contento delle mie prestazioni. Se dovessi darmi un voto per la mia stagione finora, mi darei un 5, come il mio numero. Credo che tutto il team voglia migliorare ed avere una monoposto il più forte possibile, in modo da poter combattere con Mercedes e Red Bull“.
Queste le parole di Charles Leclerc: “Onestamente oggi è stata davvero dura. L’avvio del primo stint, i primi 6-7 giri, non sono andati male; poi però gli pneumatici hanno cominciato a degradarsi sempre più, ed era impossibile tenere il passo di Red Bull e Mercedes. Al termine del primo stint, quindi, ho iniziato a faticare con il posteriore; problema che si è accentuato molto nel finale di secondo stint. Tutto ciò si era già verificato in Austria, e devo imparare a gestire meglio il tutto su piste con degrado elevato, visto che Sebastian ha sofferto meno di me“.
L’enorme gap subito dagli avversari a fine gara non stupisce Charles: “Non è stata una sorpresa quello che è successo oggi, e nemmeno quanto visto in qualifica. Sin dall’inizio del weekend per me era chiaro che avremmo sofferto molto su questa pista, e purtroppo così è stato. Forse è andata anche peggio rispetto alle nostre previsioni. Adesso c’è la pausa, ed è positivo. Ma d’altra parte vorrei anche tornare subito in macchina, per capire cosa fare per migliorare ed avvicinarci ai nostri avversari“.
Chiudiamo con le considerazioni del team principal Ferrari, Mattia Binotto: “Il nostro punto debole è chiaramente il carico aerodinamico. Su piste del genere un problema simile si avverte molto di più in gara che in qualifica” – spiega Binotto – “Sul giro singolo, il grip lo puoi ottenere con la gomma; sulla distanza, se soffri con il carico verticale, si amplificano ancora di più le differenze. Il caldo, anziché aiutare, peggiora la situazione. Aumentando le temperature, soffri ancor di più la mancanza di grip“.
“Il nostro momento chiave in gara è stato ovviamente il sorpasso di Sebastian ai danni di Charles” – continua – “Seb è stato bravo nel gestire le gomme nel primo stint. Con Charles ci siamo dovuti fermare in quel momento poiché aveva le posteriori usurate e a fine vita; non c’erano alternative. Seb, al contrario, è riuscito a prolungare la prima parte di gara, passando poi alle soft e gestendo fino in fondo. In questo gli diamo merito sicuramente. C’è da capire, al contrario, perché Charles abbiamo usurato tanto le gomme, anche in vista delle prossime gare“.
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