E’ cominciato finalmente il Mondiale 2019 di Formula 1, con le prime libere del Gran Premio d’Australia. All’Albert Park è subito Mercedes, con una W10 davvero strabiliante, dato che l’1:22.600 con cui Lewis Hamilton si è messo a dettare il ritmo è addirittura 1.3 secondi più veloce del miglior tempo fatto segnare da lui stesso al termine delle FP2 lo scorso anno. Con Bottas ad un soffio dal suo capo-squadra (+0.048), impressiona il gap sulla concorrenza, tutta dagli 8 decimi in su in simulazione qualifica. Lascia perplessi la Ferrari, che è parsa giocare non poco a nascondino, soprattutto in configurazione qualifica, mentre sul passo la situazione è parsa più aderente alla realtà, soprattutto nel finale. Una sensazione acuita non tanto dall’essere subito dietro le Red Bull, quanto dall’essere lì con Renault ed Alfa Romeo. Domani, comunque, si dovranno giocoforza scoprire le carte, con le qualifiche in programma alle 7 ora italiana.
F1 GP AUSTRALIA 2019, SINTESI PL1
La prima sessione di questo 2019 vede Lewis Hamilton prendersi subito la 1° posizione, con un 1:23.599, seguito a ruota dalle due Ferrari, con Sebastian Vettel a +0.038 e Charles Leclerc a +0.074. Con il 4° tempo Max Verstappen (+0.193), che si mette dietro la W10 di Valtteri Bottas (+0.267). Il gap poi si apre pesantemente, dato che Kimi Raikkonen, su Alfa Romeo, becca ben +1.217, tallonato dalla Toro Rosso di Daniil Kvyat (+1.233), dalla Red Bull di Pierre Gasly (+1.333) e dalla Haas di Kevin Magnussen (+1.335). Chiude la top-10 la Renault di Nico Hulkenberg (+1.416).
A seguire, troviamo Antonio Giovinazzi, Alfa Romeo (+1.567), Romain Grosjean, Haas (+1.625), Alexander Albon, Toro Rosso (+1.631), Carlos Sainz Jr., McLaren (+1.686) e Lance Stroll, Racing Point (+1.689). Con il 16° tempo il compagno di squadra Sergio Perez (+1.899), mentre il 17° posizione c’è l’idolo di casa Daniel Ricciardo, Renault (+2.035). Chiudono Lando Norris, McLaren (+2.367), e le due Williams, staccatissime, con Robert Kubica (+4.315) più rapido di George Russell (+5.141). Da segnalare qualche uscita di pista in generale, un incontro ravvicinato con il muro esterno di curva 2 per Albon e un grosso rischio corso da Bottas alla penultima curva.
F1 GP AUSTRALIA 2019, SINTESI PL2
Davvero difficile interpretare quanto accaduto nel pomeriggio di Melbourne. In simulazione di qualifica, Mercedes velocissime, con Lewis Hamilton che scende addirittura fino all’1:22.600, seguito da vicino da Valtteri Bottas (+0.048). Lontani tutti gli altri, con Max Verstappen, Red Bull, primo degli inseguitori ed ultimo a fare il tentativo con la Soft (+0.800). Lo segue da vicino il compagno di box, Pierre Gasly (+0.842), mentre sembrano annaspare le due Ferrari, con Sebastian Vettel 5° (+0.873) e Charles Leclerc addirittura 9° (+1.154). In mezzo alle due SF90 troviamo Kimi Raikkonen, Alfa Romeo (+0.972), e le due Renault di Nico Hulkenberg (+0.974) e di Daniel Ricciardo (+1.044). Chiude i primi 10 la Haas di Romain Grosjean (+1.214).
Apre la seconda metà di classifica la Toro Rosso di Daniil Kvyat (+1.333), seguito dall’altra VF-19 di Kevin Magnussen (+1.388), dalla Racing Point di Lance Stroll (+1.411), dalla McLaren di Carlos Sainz Jr. (+1.533) e dall’Alfa Romeo di Antonio Giovinazzi (+1.693). Completano la classifica Sergio Perez, con l’altra Racing Point (+1.801), Alexander Albon, Toro Rosso (+2.075), Lando Norris, McLaren (+2.133) e le due Williams, ancora tanto lontane, stavolta con George Russell (+3.853) meglio di Robert Kubica (+4.055). Come giri completati, al top troviamo Raikkonen ed Albon (40), Stroll (38) e il trio composto da Hulkenberg, Grosjean e Giovinazzi (37); in coda i McLaren (26), peggio di Magnussen (27) e di Gasly e Ricciardo (31).
Per quel che riguarda le simulazioni di passo gara, anche in questo caso non è semplice dipingere un quadro unitario. Quel che è certo è la forza della Mercedes, con Lewis Hamilton e Valtteri Bottas veloci e costanti con tutte le mescole. Difficile da inquadrare la Red Bull, con Max Verstappen apparso velocissimo con mescola media, ma con run brevi; discreto Gasly, ma non propriamente all’altezza dei migliori. Ferrari anche in questo caso è parsa giocare molto a nascondino, in particolare per due motivi: i tempi di Charles Leclerc (autore di un testacoda tra curva 4 e 5 nel finale) con la Hard (davvero veloci) e quelli di Sebastian Vettel nel finale con Medium (molto) usate, assolutamente al livello di Hamilton. Per quanto riguarda il resto della truppa, non male i Renault e gli Alfa (testacoda alla penultima curva per Giovinazzi), così come non hanno sfigurato i Toro Rosso (ancora errori per Albon).
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