Contrariamente a quanto sostenuto a suo tempo dalla FIA, al momento attuale non sembra esserci assolutamente la certezza che, dal 2018, vedremo le monoposto di Formula 1 caratterizzate dal controverso sistema di sicurezza HALO. Nei piani della Federazione, com’è noto, l’HALO sarebbe dovuto essere introdotto a partire dal 2017. Ma le riserve e le obiezioni dei team e dei piloti, in particolare sulla necessità di testare a fondo il dispositivo, spinsero a posticiparne l’ingresso dal 2018.
In questa seconda metà di 2016, tutti i piloti in griglia sono scesi in pista con l’HALO montato sulle proprie monoposto, seguendo le direttive della Federazione. Pochi di loro, però, hanno espresso feedback positivi, nonostante la GPDA, per voce del presidente Alexander Wurz, pare voglia appoggiare in toto l’introduzione dell’HALO.
Emblematiche, in proposito, sono le dichiarazioni rilasciate da Romain Grosjean: “Mi sono quasi sentito male, ho avuto una sensazione come di claustrofobia“. Nemmeno Hulkenberg (sin dall’inizio convinto nel fronte dei contrari) ci è andato leggero: “Riesco a malapena a completare la procedura dei 10″ regolamentari. In generale, comunque, l’HALO limita la vista, soprattutto nel caso di una sequenza di curve come a Singapore. Se la Federazione ne ha ritardato l’introduzione, è chiaro che aveva i suoi motivi“.
Sulla stessa linea anche Ericsson e Palmer. “Per me è stato davvero faticoso uscire dalla vettura” – dice lo svedese – “Sulla parte anteriore del dispositivo, pensavo creasse problemi di visuale, invece si nota solo a macchina ferma“. “In caso di incidente, preferirei non averlo sulla mia testa” – sottolinea Palmer – “Penso dovremmo aspettare, anche perchè in tanti si sono lamentati. Con le ampie vie di fuga della Formula 1 di oggi, non c’è più il pericolo di un tempo. Ma se la macchina dovesse capovolgersi o prendere fuoco, allora si che l’HALO creerebbe non pochi problemi. Anche perchè dovremmo per forza aspettare l’arrivo dei marshals“.
Stando a quanto riporta Auto, Moto und Sport, infine, tutte queste perplessità potrebbero anche spingere la FIA all’estremo di accantonare il progetto. O, quantomeno, richiedere ancora più tempo per sperimentare e provare il dispositivo. Intanto, potrebbe riaffacciarsi l’alternativa presentata dalla Red Bull, ovvero l’aeroscreen. Staremo a vedere.
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